malinconia*

18 Mar

                                                

Mi mancano i miraggi, la magia, i misteri, le meteore che muovevano il mondo, mi manca la magnificenza di mille mirabilia, la maestosità dei monumenti, la meraviglia ai molti mari mescolati nella memoria, il misticismo delle montagne mosse dal Maometto del momento, ma anche la misericordia ai minimi misfatti miserabili, la melanconia dei moribondi, la mestizia per i morti.

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la casa di Pietro (ultima parte)

15 Mar

Giugno arrembava con giornate di fuoco che, dopo le piogge di maggio, erano un toccasana per completare la maturazione di frutta e verdure. Pietro si era procurato una bicicletta e con questa andava spesso al consorzio agrario a chiedere consigli e acquistare sempre nuove piantine. Piselli, fagiolini, altri pomodori, pachino e cuore di bue, una frenesia, quasi un’ubriacatura, creare altre file di ortaggi, mettere a dimora, ampliare la produzione.

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brevi appunti di viaggio

12 Mar

                                            Brevi appunti di viaggio

Mi è sempre piaciuto seguire il corso dei fiumi, umili o maestosi ti guidano per paesaggi di natura e ti portano in città che dalle loro sponde sembrano più belle.

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ieri, oggi, domani

8 Mar

                                               

Anche se cammino eretto per non essere confuso con i vecchi curvi in avanti come bolsi centometristi ai blocchi, ho ormai nel sangue il tipico ossimoro dell’età, quella frenesia a fare con lentezza, perché domani non esiste e ieri è smemorato.

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la casa di Pietro (terza parte)

5 Mar

                                    

Pensava che non l’avrebbe più rivista, invece dopo tre giorni lei era di nuovo lì, con la medesima furia e la medesima spocchia, nonostante che questa volta avesse un favore da chiedergli.

Ciao, gli disse scendendo dal furgone seguita da un cane di media taglia, lui è Melo, dovresti tenermelo per qualche giorno.

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la casa di Pietro (seconda parte)

1 Mar
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una colazione italiana (riveduto)

26 Feb
photo by c.calati

                                           

A volte mi alzo dieci minuti prima del dovuto per officiare la colazione in solitudine e lentezza. Sì, officiare è il termine esatto. Non voglio essere blasfemo, al contrario penso che, credenti o meno, noi italiani conserviamo un’attrazione innata per la simbologia religiosa, i suoi gesti ieratici che abbiamo appreso da bambini e che da adulti inconsciamente riversiamo e ritroviamo in altro che ci capita. Almeno a me capita, nelle più disparate situazioni, pur non avendo fede.

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una colazione tedesca

23 Feb
photo by c.calati

                                          

Non occorre essere tedesco né essere in Germania, è sufficiente qualche dettaglio adatto e quel che manca aggiungerlo di buona fantasia.

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le ultime giornate di gelo

17 Feb

Le ultime giornate di gelo regalano alle cose una luce tersa e contorni esatti, come incisi su una lamina d’argento.

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aveva un nome da poeta

13 Feb

                                              

Aveva capelli crespi più di un eritreo, occhi spiritati da messicano imbottito di peyote, e un volto così pallido da far sembrare scura la pelle di un pescatore norvegese di merluzzi. Sembrava una miscela di latitudini improbabili, un minestrone di razze male assortite, eppure era di Vigevano, un Gualtieri autoctono.

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