In un pomeriggio piovoso non diverso da tanti altri, mentre era sulla strada del ritorno a casa, Camillo, giunto al bivio di Albiano, mise la freccia a destra e deviò dal suo percorso. Prese il lungo rettilineo in direzione sud, fissando le nuvole che si ammassavano all’orizzonte.
Aveva in mente le colline come confine del suo mondo e un desiderio strano di un oltre vago, superare il Monferrato e l’Appennino, puntare al mare, verso una verginità di volti e borghi.
Non amava il mare, tanto meno la Liguria, quello che inseguiva era altro dai luoghi che sapeva. Sperava di arrivare oltre la pioggia, alla quiete di panni stesi nei paesi da un lato all’altro della strada, ai colori differenti delle case, ocra o rosso pompeiano un po’ scrostati, alle imposte verdi aperte verso il basso come palpebre annoiate, al bianchetto al banco di un oste con la barba di tre giorni e un sorrisetto consapevole. “Quanto è distante il mare?” gli avrebbe chiesto, dopo un silenzio sufficiente, contando su una risposta che non fosse di chilometri e indicazioni sulla carta. E l’oste l’avrebbe accontentato: “Quel che basta per non vederlo ma saperlo appena oltre. Qui a sera arriva il sale, sperso nell’aria come nell’acqua della pasta.”
Camillo, allora, con il bicchiere in mano, sarebbe andato fin sulla porta, scostando le listarelle di brutta plastica sgargiante: nella piazzetta ormai in ombra quattro ragazzetti inseguivano un pallone insultandosi sguaiati, da qualche luogo, un’auto in sosta o una stanza dai vetri spalancati, si diffondeva una musica chiassosa, pochi corvi volteggiavano gracchiando al posto dei gabbiani, una ragazza di troppa carne e poca stoffa portava in giro un ombelico tremolante.
Eppure…
…eppure lui avrebbe sorseggiato il vino acidulo e annusato l’aria inseguendo il sale.
E per quella scia salmastra appena percettibile, per quell’aria nuova che invisibile gli riempiva gli occhi e i bronchi, avrebbe perdonato l’ombelico e la musica burina, i corvi, le listarelle orrende e l’eccesso delle grida, avrebbe perdonato ogni difetto, ogni stonatura di quel minimo mondo sconosciuto, in cambio e in nome di quella pace misteriosa che gli scendeva dentro insieme al vino bianco, non certo dei migliori. Rivolto all’oste avrebbe chiesto un altro bicchiere e quello allora avrebbe versato da bere per entrambi. I gomiti a fronteggiarsi sul bancone, avrebbero taciuto il tempo necessario. Quindi rari scambi di parole, superflue anche le poche, poi l’oste avrebbe sogghignato quasi trionfante alla sua richiesta di restare, porgendogli una chiave che già stringeva in pugno, come avesse saputo sin dal suo ingresso che lo sconosciuto non sarebbe ripartito.
Camillo fermò la macchina sul ciglio della strada, giusto sul crinale della prima cerchia di colline. La pioggia velava il parabrezza, il fiato l’appannava, ma lui riuscì a distinguere un chiarore all’orizzonte. Non pioveva laggiù e l’oste forse l’aspettava. Sentì come una catena trattenerlo, lui cane custode del cortile con una memoria vaga del mondo oltre il cancello.
Rimase a fissare quel punto indefinito fino all’imbrunire. Poi riaccese il motore, fece inversione e tornò adagio verso casa.
Peccato!!
peccato, ma non troppo! 🙂
abbiamo tutti una cerchia più o meno ampia di colline invalicabili, l’importante è saper sognare oltre.
🙂
ml
Il bello forse è proprio lì: in quel limite da valicare col pensiero. tanto più vasto e luminoso.
La tua scrittura, sempre un gran bel viaggio.
Grazie iole.
Sono d’accordo con te, e’ il pensiero che deve saper volare.
Ciao
ml
Sta nevicando; il mio immaginare mi deposita su un prato bianco di spuma di tigli, frinire di grilli e cinguettar promesse di primavera…un racconto ispiratore, il tuo, grazie al bel scrivere. Buon pomeriggio 🙂
Ecco la capacita’ di andare oltre con la fantasia e non solo, perche’ la fantasia trascina anche una parte di noi.
Ciao e grazie,
ml
questo è un colpo basso, Vostro Onore.
ti piace vincere facile, eh? 🙂
sai, che a rileggerlo (e rileggerlo e rileggerlo…) “laicamente” scopro oggi una vaga aria schizzinosa, ché la musica è burina, le ragazze cicciottelle, il vino scadente, la tenda miserrima… sfido io, che il cane se ne torni a casa 😀
no, dai, faccio la seria: assolutamente da firmare la petizione “Mai più cani alla catena” qui:http://firmiamo.it/mai-piu-cani-alla-catena 😉
(questa è la vetta, oltre non si può salire) v.
E io seriamente mi chiedo perche’ sia tornato indietro. Forse perche’ aveva gia’ immaginato tutto e vissuto come vere le emozioni di quell’oltre.
Sulla catena sono solidale, qui in campagna e’ ancora frequente.
Ciao
C.
forse sapeva esattamente cosa avrebbe trovato, e non volendo trovarlo preferì immaginare fino all’imbrunire e tornare indietro?
Non torna indietro perche deluso da quanto immaginato, piuttosto perche gli e’ bastata quell’immaginazione soddisfacente a gratificarlo. Forse e’ uno che si accontenta di poco 🙂
ml (grazie)
E’ vero, forse è proprio come dici tu, è bastata l’immaginazione per dare piacere a Camillo.C’è però una linea sottile e aggiungerei sottilmente pericolosa in tutto questo. A volte a fare così, a non realizzare concretamente i nostri desideri piano piano questi ci restano male e s’incancreniscono.
Concordo pienamente con il rischio che segnali, l’incancrenimento dei desideri, ma confido nelle capacita’ di camillo di stare in equilibrio sulla corda in una contemplazione attiva.
Ciao
ml
Confidiamo. Altrimenti è come dire ad un bambino “domani ti porterò al mare e poi non farlo mai” E quel bambino desidera tanto vedere il mare. A furia di agire così, prima o poi quel bimbo perde energia e tu con lui. ciao, .
è vero, ma confidiamo e corriamo il rischio 🙂
E’ l’immaginazione di Camillo che vola e lui vive tutto con la sua fantasia.
Questo gli basta!
Tu fai volare con la tua scrittura che io trovo veramente bella.
gb
Ancora complimenti.
è come dici tu, a proposito di camillo, gli basta.
ciao e grazie
ml
se c’è una frase con cui caratterizzare ml scrittore è sicuramente questa:
“Quel che basta per non vederlo ma saperlo appena oltre” 🙂
whaooo!
🙂
ml
Questa è una mia replica al commento di tempodiverso.
“…puntare al mare, verso una verginità di volti e borghi.
Non amava il mare, tanto meno la Liguria, quello che inseguiva era altro dai luoghi che sapeva. Sperava di arrivare oltre la pioggia, alla quiete di panni stesi nei paesi da un lato all’altro della strada, ai colori differenti delle case, ocra o rosso pompeiano un po’ scrostati, alle imposte verdi aperte verso il basso come palpebre annoiate,…”
Perchè questo scrivere che cosa fa di ml?;-)
La mia replica non era assolutamente contraria a quanto commentato da tempodiverso. Semplicemente io, ogni volta che leggo un racconto, un romanzo che mi piace di un determinato autore, trovo sempre una frase che non mi aveva colpito la volta precedente. Io amo leggere e rileggere sempre tutto ciò che mi colpisce. La mia è una continua ricerca!:-)
gb
coglie nel segno tempodiverso
in effetti “vedere” non è indispensabile, specie se si osserva un punto *indefinito*.
tra vedere e non vedere l’indefinito, cosa passa?
poco più d’un pensiero, direi.
: )
gran bell’oltre, qui…
sì, vedere non è indispensabile!
ciao malos 🙂
ml
Ma è un magnifico passinbruno! 🙂
Che meraviglia, ml.
un abbraccio,
G.
la meraviglia è come riesci a trovare le assonanze tra i brani che leggi, quasi a farne una collana.
🙂
ml
Se davvero potessi farne una collana non la toglierei mai. 🙂
G.
!!grazie!!
Date: Sun, 2 Nov 2014 22:26:42 +0000 To: agilulfo_@hotmail.it
a te
Molto bello 😊
Oltre… si può vedere ogni cosa che vogliamo.. L’importante è.. esser in grado davvero di vedere oltre.. Dove quell’Oltre è pace, serenità, tranquillità ed andarci quando vogliamo solo per ritrovare ciò che ci far star bene, la nostra “Isola Felice” 😊
ti auguro una buona serata… Ciao Chiara
Ps. Continuo con la lettura dei tuoi scritti 😊 che mi affascinano…
Ma.. Mi son chiesta.. come fai a scrivere così bene? Forse è stata la tua passione per la fotografia che riesci a fermarti catturandone i dettagli così da descriverli? Bhè fatto sta che, secondo me da ignorante in materia, potresti davvero far lo scrittore perchè è piacevole, emozionante leggerti.. Ok ok.. basta complimenti eheheh continuo la lettura 😉
Oltre è esattamente quello che hai detto, un’isola felice, un’oasi del pensiero che non necessita nemmeno del riscontro reale per essere rasserenante, basta evocarla.
Grazie Chiara delle tue parole così meditate.
ml
(la mia dimensione è questa, non potrei mai fare lo scrittore di professione ma mi fa piacere che tu l’abbia pensato)