Dirti del viaggio, davvero vuoi sapere? È che la pioggia scolora la memoria, pallidi diventano i ricordi, banali le emozioni. Ieri è lontano, sprofondato al sonno. Ho in testa poche cose che ancora non hanno trovato l’etichetta per l’archivio, il latrato dei motori in galleria, cani feroci che nel buio tentano di morderti, lo sciacquettio dell’acqua a riva mentre un cigno pretende il mio panino, gli improvvisi silenzi delle strade secondarie dove il fruscio della catena si fa musica, lo stupore per gli idrovolanti che volano e ammarano (“allagano”?), più numerosi dei ciclisti, erano così gli anni quaranta?, il ringhio mio ai clacson, e a volte si zittiscono alla mia faccia inviperita, rinunciando al sorpasso nel rispetto (tardivo) del più lento, le pietre povere di paesini a mezza costa, lo sfarzo delle ville dalle darsene private, il timore della pioggia, la beffa della neve, che non sai se la bufera ti fa felice o triste, il Bernina irraggiungibile, la gioia insita nella tua precarietà, la pena per gli svizzeri imbacuccati al caldo delle auto che non sanno quanto è bello lo schiaffo dei fiocchi sulle guance e l’equilibrio approssimato giù in discesa. E poi la fame della sera, il letto della notte e la stanchezza primitiva che rende identici il lusso dell’hotel all’essenzialità dell’alberghetto, il piatto elaborato agli spaghetti scotti, tutto divoro, ovunque m’addormento.
È tutto qui il viaggio? Sì, che altro?
So che ti deludo, forse ti aspettavi le tabelle, i grafici, le percorrenze, i denti del pignone o almeno il chilometraggio complessivo, l’altimetria, e io a dirti che pedalavo alla giornata, andavo oltre senza una meta esatta fino a ritrovarmi in alto o a pelo d’acqua, ovunque arrivo è meta, sai, ovunque vado è viaggio.
E poi, per quanto m’inoltri nell’incanto ignoto, minimo o grandioso, per quanto mi allontani dal consueto veleggiando allegro verso piccole esperienze, mi accorgo che il vero piacere del viaggio è il pensiero del ritorno, andare in libertà e da libero tornare, sentire l’elastico legato alla caviglia che prima o poi ti riporta verso casa. Ed è un ritorno ricco di racconti, se solo sai ascoltare i miei silenzi. E così io viaggio con l’intatta meraviglia di un marcopolo in miniatura.
(dar conto in silenzio è il racconto sacro)– ciao C.
sì, dar conto (in silenzio) non è resoconto.
ciao N.
🙂
se mi avessi messo chilometri, tabelle e grafici, mica lo avrei letto questo post!
meglio così, decisamente.
bentornato, ti aspettavo.
grazie!
bello condividere l’essenza e non le cifre.
ciao
ml
ero certa che l’essenza sapevi riportare. a presto, ci si vede, spero. chi viaggia spesso si incrocia. bentornato!
grazie e buon ritorno a te (magari in idrovolante, che figata sarebbe!)
ml
Qui c’ dentro tutta la magia di un viaggio, la magia della bici, che bella sorpresa mattutina queste parole. Bentornato. (noi ci vediamo presto!)
edip, ci tenevo alla tua comprensione, sai.
🙂
ml
Non aspettavo certo grafici!
Ma certo…questo è molto di più!
grazie marta
(prima o poi devo fare una pedalata in sardegna!)
ml
Bentornato, marcopolo in miniatura, raccontaci ancora, che sei bravo a farlo 🙂
eheh bak, lo confesso, quel marcopolo (anche se) in miniatura è un’iperbole di smisurata presunzione.
🙂
ml
beh io non sto neanche a dirti che sono un altro che di tabelle e grafici non ne ha neanche l’idea… (ma quanto è una favola l’engadina in bici?!?!). e bentornato.
salire all’engadina attraverso il passo maloia è una fatica improba e una meraviglia continua di pascoli e boschi, e poi lassù è un altopiano di laghi e picchi alpini spettacoloso.
purtroppo la nevicata il mattino dopo mi ha costretto a tornare a valle, ma gli imprevisti fanno parte del gioco.
ciao,
ml
Che bell’aria si respira in questo post! Malgrado i cani ai polpacci (mentre leggevo sono sobbalzata perché nella realtà è tremendo e ne so qualcosa). E’ difficile comunicare attraverso emozioni, immagini, ma tu ci riesci sempre bene. Ben tornato! Avrai sicuramente qualcosa di nuovo dentro e questo è l’importante. Un abbraccio.
a dir la verità quei cani erano metaforici, in realtà erano i TIR che mi braccavano nelle gallerie, una sensazione orrenda, peggio dei cani 🙂
ciao sandra
un bell’abbraccio
c.
Vien voglia di partire a leggere questo tu bel post o meglio di continuare a viaggiare e scoprire…un sorriso…
Buon viaggio, allora 🙂
ml
Che chiamarlo viaggio è quasi la parola modesta, che va tolta.
..ma dire “avventura” sarebbe esagerato!
Ciao e grazie
ml
torna lo stupore del bambino, quando si va senza meta 😉
vero! sentirsi senza età è un pre-requisito indispensabile.
ciao
ml
Mi piacerebbe saper viaggiare così, senza sempre programmare tutto. Lo faccio rare volte, troppo rare.
sai, io prima di partire studio a lungo il territorio sulle cartine, poi una volta sui pedali improvviso deviazioni e variazioni 🙂
ciao e grazie
ml
Ancora. Credo tu abbia ancora istanti da narrarci, fotografie del tuo animo da condividere, e vorremo tu lo facessi. Anche se mi hai fatto pensare a me che vorrei sempre partire, e a mio padre che mi dice Coelum non animum mutant qui trans mare currunt.
Pellona, mi sei cara, punto.
(tuo padre ha ragione solo in parte, non solo il cielo muta pedalando, anzi il cielo resta più o meno uguale 🙂 diglielo!)
ml
quanto hai messo in questo viaggio !!
la densità è ciò che mi ha colpito perchè pur addensando
non hai lasciato sfuggire una sola emozione, sono arrivate tutte
attraverso il tuo ricordo ramingo.
……”allagano”….sì 🙂
Il mio viaggio e’ come il bagaglio essenziale: nel poco ci sta tanto
Ciao
Grazie
ml
marcopolo in miniatura, la tua intatta meraviglia mi ha allagato nella mia totalità!
sì, volevo sapere del tuo viaggio!
tu sei riuscito a farmi vivere tutto.
grazie, ml.
ti sorrido
gb
Si’, marcopolo e il lago!
Grazie a te
ml
Lo stupore diviene “alta marea” e sommerge!
Così “ovunque vado è viaggio”!:-)
-libero viaggia-
“andare in libertà e da libero tornare”
Parte essenziale del viaggio è, per me, il ritorno a casa.
Ho sentito molto questo tuo scritto!
Un sorriso sempre
gb
🙂