Siediti qui tranquilla che è una storia lunga quella che ti voglio raccontare. Non mi va che mentre parlo tu vada e venga da una stanza all’altra costringendomi a ripetere le frasi e ad alzare la voce per vincere il rumore della lavatrice. Piuttosto se hai camicie da stirare, questo sarebbe il momento. Meglio però sarebbe una poltrona comoda dove tu ti lasciassi vincere dal torpore provocato dalla mia voce un po’ cantilenante.
Ma, prima di entrare in quella specie di coma che è l’ascolto attento di un racconto, ti chiedo se hai presente Erminio Galeazzi, quel signore magro, dall’aria fin troppo austera, che vive nella villa tardo-ottocento, in fondo al Viale delle Mimose. Sì, lo ricordi? Beh, da qualche tempo è diventato cieco, poveretto lui.
Ancora una cosa prima di procedere: di lui qualcosa ho saputo in giro, altro, i vuoti, l’ho aggiunto a fantasia, la mia. Ma tu ascolta tutto come vero, che non c’è niente di più vero di una vita immaginata. Continua a leggere