Regole astruse, non scritte né illustrate a voce, non sai chi ti è compagno, quali gli avversari, ignori meccanismi e trucchi, impari perdendo senza conoscere la posta in gioco. Non sai che ti sei perso, ti dicono, e tu t’affanni, annaspi, sbagli e sbadigli, vorresti starne fuori ma non puoi. Intanto accumuli piccole sfortune e qualche fiches che rigiri tra le dita. È questo il gioco, chiedi. Nessuno ti risponde, così devi inventarti mosse, atteggiamenti, strategie.
Quando ci stai prendendo gusto ecco che entra una vecchia con secchio e spazzolone. Toccandoti la spalla ti fa sloggiare sul più bello.
Non so se il tuo intento era altro e se c’è una più logica chiave di lettura, ma non so nemmeno io perché, fin dall’inizio, l’ho intesa a senso unico e sono andata dritta e convinta fino al secchio e allo spazzolone: originale cambio di attrezzi del mestiere dell’immaginario collettivo!
Forse sbagliamo a prenderci gusto? In fondo anche se riesci a giocare il più a lungo possibile, non basta ancora per capire se era la mossa giusta, quali le regole migliori…
“E sul più bello” perplessa! Ma tanto a che serve ripensarci? Rien ne va plus, game over… Mettila come vuoi, tanto non cambia.
Più è breve il racconto e più sono preziose le poche tessere da incastrare, più è possibile immaginare e ampliare a piacere, tanto l’amaro resta.
Mi piace molto questo genere, in cui si gioca tutto sul minimo:-) bravo!
La tua chiave di lettura coincide con le mie intenzioni di scrittura!
Secondo me non sbagliamo a prenderci gusto, semmai impieghiamo troppo tempo a imparare a giocare/vivere.
Ti ringrazio per l’apprezzamento, Ester,
ml
…e qui lavori di metafore, ed io apprezzo il gioco 🙂
eh, le metafore
🙂
ciao
Chissà quante volte ti sarà capitato di vedere qualcuno, nei bar, comprare un “gratta e vinci”, grattare, vincere 2 euro e invece del denaro prendere un altro biglietto; grattare e perdere, riprovare e perdere ancora.
Non sono un giocatore, ma quando mi capita di “grattare” e vincere 2 euro, me li prendo e me ne vado. Si può giocare, ma senza prenderci troppo gusto. Giocare, ma senza troppe aspettative.
A presto
Pablo
giusto, ma talvolta è difficile essere equilibrati e contenersi in quel gioco strano e appassionante che è la vita.
ciao e benvenuto,
ml
Quando ci stai prendendo gusto, arriva sempre qualcuno che ti riporta alla realtà. Però dai, che anche a te le sfide piacciono. (E poi…Non dico le regole ma almeno il tipo di gioco potevano dirtelo. eccheccacchio! :-))
però, in questo caso quel qualcuno (la vecchia con lo straccio e il secchio al posto della falce) anzichè alla realtà ci porta dritto alla tomba!
🙂
ciao
ml
La parte più bella è inventarsi gli atteggiamenti. La magia del bluff.
l’importante è che (nella vita) non venga smascherato il bluff 🙂
ciao
ml
Il tocco della donna delle pulizie…magico…svanito il sogno…
La falce e’ un po’ in disuso, cosi’ alla vecchia ho fornito spazzolone e secchio
🙂
ml
cosi per farla sentire a proprio agio!!
Oggi, riguardo una vicenda che mi è successa, ho avuto il seguente pensiero:
“se ti metti in competizione con qualcuno, almeno faglielo sapere, così si gareggia ad armi pari”.
Il tuo post mi ha fatto ritornare in mente questa cosa 🙂
sì, niente di peggio delle rivalità accese ma non ufficializzate che costringono all’ipocrisia e a una guerra impari. ma qui, con la vecchia è persa in partenza, impossibile contrastarla, ha lei lo spazzolone per il manico 🙂
ciao claudia
ml
…si cambia tavolo e si ricomincia a giocare 😉
Purtroppo, ger, non esistono altri tavoli. A meno che tu non creda in qualche forma di reincarnazione
🙂
ml