il cuoco e la giornalista

9 Set
photo by c.calati

photo by c.calati

                                   

 

Sembrano gemelli, Daniele e Anna, un metro di cacio o poco più, stesse teste d’uovo, uguali i corpi gonfi. Arrivano in reparto indossando la mascherina a coprire la faccia come svaligiatori di banca in erba. Ma già dagli occhi sai la bocca sorridente di lei e le labbra imbronciate di lui.

Non potrebbero essere più diversi nell’affrontare la malattia, per Anna quasi un gioco anche quando il gioco si fa duro, per Daniele un nemico senza volto a cui può opporre solo una resistenza passiva degna di un novello Gandhi. Forse è il carattere a farli differenti, forse il percorso diverso che hanno fatto verso la malattia, a lei diagnosticata ancora in benessere, un fulmine che non ha oscurato il cielo, lui mesi di misteriose sofferenze prima che capissimo. Daniele parte per la cura con un fardello di dolori e di ricoveri che altri impiegano una vita. Ora che inizia la vera corsa ad hanicap già non ha più voglia di correre.

Anna si è inventata un passatempo per le ore al chiuso dell’isolamento. Ha deciso che da grande farà la giornalista televisiva, così si allena gesticolando nell’I-pad che le rimanda la propria faccetta allegra, parla a raffica con frasi rubate alla radio e intervista chi le capita a tiro, sì sembra una conduttrice radiofonica che dà la sveglia al mattino mescolando saluti e musica. Gioca e non sa che si sta costruendo un passato da rivedere da grande, quando la memoria di questi giorni sarà sbiadita.

Nella stanza di Daniele regna il silenzio. Il suo è un mutismo impenetrabile, si lascia fare di tutto, prelievi, terapie, trasfusioni, con un totale disinteresse, come se quel corpo non gli appartenesse e lui fosse altrove, senza che ci sia però un altrove dove stare bene. Non lo smuovono gli psicologi, non lo coinvolgono i pagliacci, resta indifferente ai maldestri tentativi d’allegria del personale che gli ruota intorno. Un bambino di pietra, una montagna senza appigli. Però Laura un appiglio lo trova e lo sfrutta a dovere. Ma chi è Laura? Un’Operatrice Sanitaria, se usiamo il linguaggio burocratico che non dice nulla, “la fatina vecchia del reparto” se utilizziamo le parole della nostra piccola giornalista che dicono tutto.

Laura è una che non sta mai zitta, rifà i letti, serve i pasti, accompagna i bambini in radiologia, e intanto chiacchiera con i bambini e i genitori, chiede, s’informa, scopre parentele, rinverdisce conoscenze, perché lei ha sempre una cugina di terzo grado che la lega a tizio e a caio, e quando manca la cugina è la vicina di casa che guarda caso prima abitava a due passi da voi. Così, di chiacchiera in chiacchiera, viene a sapere che a casa il bambino di pietra voleva sempre aiutare la mamma in cucina. Le basta questo per trovare l’appiglio.

Senza chiedere autorizzazioni e infrangendo più di un divieto, porta da casa tegami, uova, lievito, farina, attrezzi e strumenti vari che possano servire. Servire a cosa? Lei ha il suo progetto e non lo dice. Appronta la camera d’isolamento per il prossimo ciclo di terapia, e questa volta accanto ai monitor e alle pompe sistema un piano di lavoro e un microonde.

Quando entriamo nella stanza di Daniele, lui indossa un grembiulone e un enorme cappello da cuoco con stampigliato il suo nome. In piedi, con il cavo d’infusione che gli esce dal torace, sta impastando con piglio professionale un intruglio che non so se è pasta di pizza o base di una torta. E soprattutto parla, Daniele parla!, gesticola, s’infervora, elargisce consigli e svela trucchi del mestiere, come non avesse fatto altro nella vita.

Noi sbalorditi e Laura, sorniona, finge di non saperne nulla.

 

 

 

 

38 Risposte to “il cuoco e la giornalista”

  1. Simona 9 settembre 2013 a 14:47 #

    E’ bellissimo 🙂

  2. ammennicolidipensiero 9 settembre 2013 a 15:45 #

    una, dieci, cento, mille laura in tutti gli ospedali italiani. un giorno o l’altro scriverò un post di uno, anzi due esperienze simili nel reparto di onco di uno dei grandi ospedali milanesi, di quelle cucinaterapie e fitoterapie in barba alle regole che danno un senso che va ben oltre una chemio.

    • massimolegnani 9 settembre 2013 a 15:55 #

      detto tra me e te, stiamo preparando una comunicazione su questo episodio e riceviamo pressioni, ti lascio immaginare da che tipo di persone, perchè non risulti che si è cucinato in reparto, che si sono utilizzati ingredienti non sigillati e altre baggianate del genere!

      • ammennicolidipensiero 9 settembre 2013 a 17:10 #

        “Conclusions: according to current Italian laws, prepared meals have not to be intended for alimentary purposes but, as demonstrated, to support pharmacological therapy and to face psychological issues.”
        e se agli imbellettati di cui sopra non va bene, digli che te l’ho detto io, diglielo eh.

  3. massimolegnani 9 settembre 2013 a 17:18 #

    Sei grande! Questa me la conservo!

  4. tramedipensieri 9 settembre 2013 a 17:25 #

    …tanta umanità e voglia di sorridere….
    bella pagina…

    ciao

  5. tempodiverso 9 settembre 2013 a 21:24 #

    bella questa Laura, ci sono persone che hanno questo grande dono di penetrare i muri e di arrivare dritti al cuore

  6. the pellons' 9 settembre 2013 a 21:34 #

    E se si può, portate un cane a Daniele… non ho mai visto nulla di più commovente della pet therapy.

  7. edp 10 settembre 2013 a 08:16 #

    ieri ho ripreso mesta a lavorare dopo lunghe vacanze e li ho trovati anche io, questi ragazzini qui, a darmi la voglia di fare. Ieri hanno alleviato loro i miei dispiaceri, quanta vita c’è lì dentro, anche se noi non la vediamo, anche se è maldestra.

    • massimolegnani 10 settembre 2013 a 12:25 #

      Tanta vita dentro, anche (soprattutto) quando si chiudono come ricci.
      Ciao

  8. penna bianca 10 settembre 2013 a 14:52 #

    Per fortuna esiste ancora una fatina vecchia da qualche parte…La tua penna riesce sempre a portarmi dentro l’anima delle persone, delle cose, e questo per me è una rarità. ciao

  9. ester 10 settembre 2013 a 16:40 #

    “… dà la sveglia al mattino mescolando saluti e musica”… e dolore, e paura, anche se ben celata, immagino io, che non appartengo agli addetti ai lavori e vedo la scena dall’esterno.
    Il testo è bellissimo, toccante, non servono commenti tecnici… servono più fatine, ma bisogna nascerci, perché occorrono doti speciali, un dono…

  10. massimolegnani 10 settembre 2013 a 20:11 #

    Fatine o maghi qualche occasione di esserlo almeno per un istante capita a tutti, ma il piu’ delle volte non ce ne accorgiamo e lasciamo passare l’attimo senza compiere il gesto che avrebbe un po cambiato noi e gli altri
    ciao e grazie

  11. arielisolabella 10 settembre 2013 a 20:59 #

    Non so se mi è’ piaciuto certo colpito.visto il tedio del momento e’ già’ molto!

    • massimolegnani 10 settembre 2013 a 22:15 #

      In effetti piu’ che piacere doveva colpire, far riflettere.
      Quindi bene cosi’
      🙂

      • arielisolabella 10 settembre 2013 a 22:19 #

        Condivido credi e non per piaggeria.uhm….leggero’.

  12. gelsobianco 11 settembre 2013 a 00:49 #

    Laura, creatura bella, che sa entrare nel “bambino di pietra” e non solo!
    Ognuno di noi è un muro. Ah, avere più persone come Laura!
    Tu riesci a farmi penetrare profonda in tutto, ml,con la tua scrittura.
    Qualità più che rara la tua!
    Ti sorrido, ml.
    gb

    • massimolegnani 11 settembre 2013 a 17:13 #

      Dico una cosa forse scontata: “ognuno di noi e’ muro”, e’ vero, nel senso che spesso ci facciamo impermeabili agli altri, ma ognuno di noi puo’ anche essere laura, quella che il muro lo abbatte. Le occasioni e le capacita’, per esserlo laura, le abbiamo, ma raramente lo facciamo.
      Ciao
      grazie
      ml

      • gelsobianco 11 settembre 2013 a 22:02 #

        non è così semplice, secondo me, ml!
        non tutti hanno capacità di comunicazione così innata, immediata. non tutti riescono a sentire veramente l’empatia e ad agire, quindi, nel modo più efficace, andando verso gli altri nella misura giusta.
        non tutti.
        purtroppo.

        grazie a te.:-)
        gb

      • gelsobianco 11 settembre 2013 a 22:32 #

        E’ la giusta misura “nell’abbattere il muro” che è importantissima.
        Non tutti, per loro modo di essere, hanno questa capacità molto importante nell’accostarsi agli altri.
        Secondo me, ml.

  13. gelsobianco 11 settembre 2013 a 00:55 #

    Molto indovinati il titolo e la tua fotografia! 🙂
    Ci tengo ad aggiungere questo.
    I dettagli hanno una loro ben precisa importanza.

    • massimolegnani 11 settembre 2013 a 17:14 #

      🙂

    • massimolegnani 11 settembre 2013 a 22:39 #

      Non tutti forse, ma i piu’, me compreso, ne avrebbero la possibilita’ ma per pigrizia, superficialita’, ritrosia, rinunciano al gesto bello

      • gelsobianco 11 settembre 2013 a 23:07 #

        non credo i più siano così capaci, ml.
        non lo credo.

        la ritrosia vera, per esempio, è ciò che impedisce un agire che viene spontaneo, che desiderebbe poter esprimersi nel “gesto (più) bello”.
        la ritrosia fa “ritrarre” perchè ci si sente imbarazzati e non ci si muove per non invadere troppo l’altro. si teme di essere indiscreti. non si va verso l’altro pur volendolo fare.
        problema non semplice, ml!

        è vero che, spesso, siamo troppo presi da noi stessi e non “cogliamo”.
        Laura è una persona bella!
        Quante “Laura” ci sono in realtà?
        L'”umiltà” di Laura è dote molto rara!

        Perdona il mio dilungarmi, ml.
        Ti sorrido
        gb

      • massimolegnani 12 settembre 2013 a 09:40 #

        bello e condiviso quanto dici sulla ritrosia, ma questa non deve diventare un alibi. La ritrosia deve essere superata per abbattere muri e spalancare porte

        🙂

        > Date: Wed, 11 Sep 2013 21:07:25 +0000 > To: agilulfo_@hotmail.it >

  14. Pablo 11 settembre 2013 a 18:17 #

    Certo, anche qui resto in silenzio, non per continuare a fare il pesce, ma perché nessuna parola può essere migliore della creativa e pratica intelligenza di Laura.
    Pablo

  15. massimolegnani 11 settembre 2013 a 21:00 #

    Vero, grande Laura!

  16. rossodipersia 11 settembre 2013 a 23:14 #

    È bellissimo quello che hai raccontato e fa riflettere molto e ti rendi conto che la semplicità diretta delle persone pragmatiche a volte è più efficace di tante terapie. Mia nonna avrebbe fatto la stessa cosa forte della sua ignoranza e della sua intuizione.

    • massimolegnani 12 settembre 2013 a 09:35 #

      proprio così, a volte l’ignoranza (quella bella, aperta al mondo) è una dote.
      ciao
      ml
      (grazie)

  17. Claudiappì 11 settembre 2013 a 23:29 #

    Molto bello. Bravo, Massimo, davvero.

    • massimolegnani 12 settembre 2013 a 09:37 #

      grazie
      Ma sapessi quanto parla Laura, te la facessi conoscere troverebbe lontane parentele anche con te 🙂

  18. ilmiosguardo 13 settembre 2013 a 06:36 #

    Le persone come Laura mi fanno credere e sperare ancora in questo mondo, in questa società in cui, ci vogliono far credere, è tutto brutto, è tutto perso.
    Se accendi la tv per ascoltare un tg, non senti altro che una sfilza di necrologi e brutture.
    Perchè non invece non si punta e si mostra di più l’umanità, la bellezza e la grandezza di queste persone, che sono angeli in terra?

    Grazie con un sorriso,
    ciao Ondina 🙂

    • massimolegnani 13 settembre 2013 a 10:40 #

      la bellezza si nasconde nei luoghi più impensati. ogni tanto dobbiamo farla affiorare.
      grazie ondina,
      ciao
      ml

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