Dicono che più s’invecchia e più frequenti affiorino i ricordi. Dicono così, ma a me che invecchio ogni cosa si scolora. Mi volto spesso indietro, però non trovo tracce, come avessero passato la scopa sui miei passi. Continua a leggere
Dicono che più s’invecchia e più frequenti affiorino i ricordi. Dicono così, ma a me che invecchio ogni cosa si scolora. Mi volto spesso indietro, però non trovo tracce, come avessero passato la scopa sui miei passi. Continua a leggere
Parlava solo a lui la donna dal nome sconosciuto e aveva occhi luminosi dritti nei suoi. Chiacchiere schiette su fatti minori e piccole emozioni che Camillo stava assaporando come una confidenza rara. Ma se confidenza era, durò poco. Continua a leggere
Alle otto del mattino il piazzale del lago era deserto. Michele nell’attesa controllò con gesti meticolosi che nello zaino non mancasse nulla. Intanto pensava alla telefonata di due giorni prima, gli riecheggiava in testa la voce irata di Giulia. Continua a leggere
..è quella nostalgia che lenta si sfarina e fine fine si deposita, polvere nel cuore. Non ha più una provenienza o un volto a cui rivolgersi, col tempo ha perso i connotati e un motivo per esistere, eppure è lì, palpabile e odorosa. Continua a leggere
Plumbago L’ultimo arrivato è lui, entrato un anno fa in casa dentro un vaso. Che bisogno c’era di questo fiore sconosciuto, che già avevamo il glicine, le ortensie e tante rose? Inutile plumbago mi ero detto sistemandolo in terrazzo in un luogo poco nobile a far da quinta ai bidoni della differenziata. Inutile plumbago Continua a leggere
Abbiamo iniziato assieme, sai, io e te, quasi coetanei e affini per carattere, che anche a me piace metterla sul ridere. Continua a leggere
Klaus, nell’ultimo sonno del mattino, percepisce un tramestio attorno a sé. Tenta di isolarsi, avvolgendosi nel suo bozzolo, ma Beatrice penetra nel sogno con un sorriso affilato e un bisturi luccicante nella mano guantata. Lui prova ancora a fuggire, corre a perdifiato e si ritrae in un angolo della mente, ma lei lo segue con un passo lento e inesorabile. Lo stana e lo fissa minacciosa. Lo accarezza con la lama sulla guancia, mentre in un soffio gelido gli sussurra:- Ti posso distruggere quando voglio. Continua a leggere
Giovanni Prestacane aveva una vita grigia come la sua barba, scandita da eventi e personaggi sempre uguali, ineluttabili come gli scatti di un tassametro, casetta confortevole a pochi chilometri dalla città, moglie che ancora lo accudiva premurosa, lavoro sicuro di una certa responsabilità, amici di vecchia data e sicura fede. Non era una brutta vita insomma, ma da quindici anni erano sempre gli stessi amici, la stessa moglie, lo stesso lavoro. Continua a leggere
Qui piove da tre giorni, con caparbietà spietata, goccioloni grossi, verticali, freddi come soldati d’occupazione. Non tuona nemmeno più, non hanno bisogno dei cannoni per imporsi, ormai vige il coprifuoco, noi si sta asserragliati in casa. La terra è rassegnata e io con lei. Guardo dai vetri la sofferenza ubriaca delle piante e anche i miei pensieri sanno di vino annacquato. Continua a leggere