Ha piovuto per ore mentre ancora fingevo di dormire, ma in realtà ascoltavo curioso i tre rumori della pioggia, il ticchettio sul tetto, lo sgocciolio su poche foglie renitenti alla leva dai rami, lo scroscio dalla grondaia che si svuota come una pisciata. Continua a leggere
201, la vertigine
27 Nov
Duecento già, e forse non l’ho ancora detto quello che davvero mi com-muove e paralizza, la vertigine da fermo, la brutta bestia che ti squilibra pur con i piedi piantati bene a terra. Eppure mi succede di essere accecato da quel bagliore malefico che squarcia il buio, io così piccolo davanti alla montagna, grigia, impietosa, una sproporzione feto-pelvica l’enormità del male o dell’ignoto rispetto al mio poter fare poco o niente. Continua a leggere
..e mai una freccia.
23 Nov
Tu che controlli il tempo e non lo usi, tu che ti lasci scorrere come fossi eterno, tu, prova a misurare l’intervallo che intercorre tra la comparsa di una peluria scura sopra il labbro e la mutazione candida dei baffi. Almeno quarant’anni, te lo dico io, che ho misurato mille volte l’arco inutilmente teso tra i due estremi. Quell’arco è stato il nostro tempo. E mai una freccia. Continua a leggere
in luce naturale
20 Nov
A volte a sera mi sorprende sulla strada del ritorno, altre mi scova a casa, già chino sulla stufa o alla ringhiera con un bicchiere in mano, quell’ora breve che dura pochi istanti, aria rarefatta, quasi assente. Continua a leggere
liquid’ambra
17 Nov
In primavera è pigra nel vestirsi per poi mettere su un fogliame scialbo come uno scialle della nonna. In estate le passo accanto senza badarci, una pianta in ombra per quanto alta, la sua bellezza sopraffatta dalla bellezza di quelle a lei vicina, la quercia e il ginko. Continua a leggere
una Morris del ’53
14 Nov
Quest’uomo e questa donna sono su una macchina straniera. Li guardo passare e mi sento soddisfatto. Una vecchia Morris, di quelle ancora con le modanature in legno ad abbellire le fiancate. Continua a leggere
al mattino, rinsecchito e nudo
11 Novla maschera bianca
8 NovDire che frequentava un corso di teatro gli sembrava un’iperbole intollerabile. Camillo preferiva dire che andava a un laboratorio, mantenendosi il più vago possibile, che le parole troppo dettagliate erano un azzardo inaccettabile. Ma che laboratorio?, chimica, botanica, ebanisteria?, capitava che lo incalzasse qualche amico particolarmente curioso, di quelli sempre pronti a deridere le sue iniziative. E allora lui, di malavoglia, come dovesse ammettere una colpa, biascicava termini strampalati come fisica comportamentale o autogestione dell’ansia, sufficientemente sinceri e nello stesso tempo sufficientemente ambigui per non indirizzare l’interlocutore nella giusta direzione. Continua a leggere
qualcuno ha voglia di ridere?
4 Nov
Urla, rumori di colluttazione e di sedie scagliate contro i muri. Un tipo tozzo e rozzo irrompe nella saletta di medicazione, trascinandosi appesa al braccio, come una borsa della spesa, una donna che piangendo tenta di trattenerlo. Ci guarda con occhi di fuoco, bestemmia e minaccia:
– Io vi ammazzo. Giuro vi ammazzo tutti con le mie mani se mio figlio…oddio, dov’è un cesso, che mi sto cagando addosso?
Ammutolito gli indico con un cenno il bagno. Io stesso mi sento rimescolare rumorosamente l’intestino. Nel frattempo la donna si getta in ginocchio e inizia a pregare a voce alta in mezzo alla stanza.
È una situazione comica, non c’è dubbio. Gli ingredienti per una sana risata ci sono tutti: il pigro trantran di lavoro improvvisamente sconvolto, il rapimento mistico della donna che sembra appena sbarcata in una terra sconosciuta, la furia dell’uomo, fermato non certo dal nostro “coraggio” ma solo da un impellente bisogno fisiologico.
Comicità pura, ma…qualcuno ha voglia di ridere? Continua a leggere