Goffredo entrava in cucina con il passo felpato delle sue pantofole di feltro. Le mani dietro la schiena, osservava in silenzio la moglie che trafficava ai fornelli, così come i suoi colleghi facevano con gli addetti ai lavori in corso. Continua a leggere
la malinconia dell’acqua
26 GiuHo un canale a pochi metri da casa, scavalcato dalle pietre di un ponte e una pozza nel giardino, piccola tanto che chiamarla stagno è forse esagerato. Continua a leggere
r a d i c i
22 GiuVorrei essere una pianta dalle radici aeree, niente di radicato nel terreno. Continua a leggere
microcosmo 2 (il prete)
19 GiuAll’imbrunire sto percorrendo la salita che porta all’ospedalino per andare a cena. Una nebbia pungente rende vaghi i lampioni e il paesaggio di pini e vigneti assume un che di spettrale. A metà salita scorgo su in alto una massa indefinita che sembra rotolare verso di me. Non vi sono rumori che mi aiutino a capire. Fisso la palla enorme di pece che mi viene incontro minacciosa. All’ultimo istante mi tolgo dalla strada e mi riparo dietro un albero: accanto a me sfila un mastodontico individuo intabarrato in un cappottone nero che scivola a valle poggiando il sedere su un’esile vespa con il motore spento.
Ho appena conosciuto don Angelo! Niente sarà più come prima. Continua a leggere
lische di pesce fesso 13
15 GiuIn viaggio: 500 km a costeggiare il mare e neanche un bagno. Continua a leggere
bergstrasse *
10 GiuSono un tipo sedentario, pigro per necessità. L’immobilità mi sembra l’unico modo per tenere a bada l’inquietudine. Non che io stia sempre fermo, per carità, ma considero i miei spostamenti, da casa al luogo di lavoro, curo la contabilità in una piccola ditta che commercia in seta, da questo al negozio di libri usati di Matteo e da qui di nuovo a casa, come brevi nuotate quotidiane per raggiungere altrettante isole dove starmene quieto sotto una palma. Le cifre mi confortano, docili si fanno dominare, come pure le mosse del mio amico, sempre prevedibili. Io seduto su una seggiola vicina al bancone, lui chino con i gomiti appoggiati sul piano di legno levigato, tra noi una piccola scacchiera, nessun cliente mai a disturbarci, come faccia Matteo a campare è un mistero. E anche casa è un’isola, la mia poltrona, un libro che m’attende sul bracciolo, e attorno il discreto tramestio di ciotole svuotate in fretta e zampe che timide chiedono attenzione, il cane e il gatto sono lo sciabordio del mare che mi lambisce i piedi. Continua a leggere
ogni cosa è illuminata
5 GiuE poi succede che, dopo vent’anni di minime avventure su due ruote non sempre a lieto fine, arriva, quando più temevi il fallimento, il viaggio perfetto. La luce, il vento, i luoghi, le gambe, il compagno di pedale, la meta, ogni cosa perfetta, come incastri che combaciano precisi. Non un’inezia fuori posto, roba da non crederci. Eppure ci ho creduto dal primo giro di pedale Continua a leggere