Il viaggio breve
Poco più di un giro intorno a casa, entro il raggio dello sguardo, a scovar segreti nel paesaggio quotidiano. Così una tenda, una figlia riluttante, una compagna, via a pedalare al ritmo del più lento per strade secondarie, gramigna e fiordalisi invadono l’asfalto, e quanto grano intorno. Breve distanza, io poca fatica, Titta stremata, ma a sera il lago SanMichele è meraviglia condivisa, un fuocherello a riva, pesci che guizzano, anatre sul prato a reclamar la cena.
Noi tre ammucchiati in tenda, il gracidare delle rane ci addormenta.
Ritorniamo costeggiando la collina: betulle, pecore, ruscelli, infine pioggia a benedirci.
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Essere umano
S’è perso presto il senso alto di queste due parole, sproloquiate nel loro significato più plebeo di essere vivente superiore, come fosse merito vivere contrapposti a bestie e pietre. Questo pensava Camillo alla poltrona masticando quei vocaboli fino a macerarli, foglie di coca da cui trarre stordimento.
Basterebbero onesti tentativi di mantenersi umani agli altri, per aver vissuto veramente. Provò a contare quante volte lo era stato, non raggiunse le dita di una mano. Ricordò tutto, anche le reazioni inaspettate, accuse di carità pelosa, incomprensioni, insulti. Ferite ancora aperte, eppure a ripensarci gli si dipinse in volto un sorriso meditato.
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È quasi inverno, sai.
Già s’infittisce il freddo e il pelo protettivo ai gatti. Presto sarà quel tempo che tutto
cristallizza e ferma, lo attendo trepido per un piacere conosciuto. Le altre
stagioni sono rinnovamento, novità, notizie, un avanzare baldanzoso verso un futuro
che vorrei lontano, l’inverno non guarda avanti, è ripetizione di se stesso, replica riti
e passioni collaudate. Scoppietterà la fiamma, ci sarà brace per il cibo e resterà
cenere vitale. Torneremo a essere guardoni dietro ai vetri, spiare l’invereconda
nudità alle piante, il velo trasparente della brina sopra l’erba, e poi la coltre bianca
coprire la campagna come una donna spoglia.
Trecento parole perfette…
oh, ti ringrazio!
ml
Bellissimo….
Il ciclo delle stagioni
..e dell’essere umano
ciao .marta.
ml
Aspetti già la neve?
sì 🙂
ma purtroppo nevica sempre meno, la neve occorre andare a cercarla!
ml
Io quando ritorno a casa non costeggio colline, non vedo né pecore né betulle né ruscelli: vedo solo un groviglio di macchine incolonnate. E tutti hanno fretta perché piove, e la pioggia in città non benedice nessuno…:-) ciao massimo
Qualche fortuna a vivere in campagna c’e’ 🙂
Ciao, Remigio,
ml
Tre stadi diversi di riflessioni che portano al delinearsi di immagini ben distinte, come scene di un poetico film. Ti ringrazio, le tue parole e il loro rincorrersi ed intrecciarsi sono sempre la mia storia della buona notte preferita da qui ad un anno!
ti ringrazio, sei davvero gentile.
ml
P.S.
non riesco a entrare nel tuo blog: mi rimanda a una home-page inaccessibile.