Trascurato in fondo a un cassetto ritrovi un cucchiaio in legno, di quelli lunghi e massicci, quasi un mestolo, non fosse per la sua concavità poco pronunciata. È tutto consumato, levigato all’impugnatura e smusso all’estremo a furia di rimestare nel fondo delle pentole quando anche l’ultimo frammento di cibo andava rispettato. Forse era della tua bisnonna, rotolato di casa in casa fino a te. Lo guardi, lo tasti, ne segui le linee e le sbeccature, immagini l’uso negli anni a rigirare polente e spezzatini, te ne commuovi però non trovi volti e gesti nella memoria, troppa distanza tra te e il tempo in cui questo era un oggetto vivo. Stai per buttarlo tra i rifiuti quando abbaiando sopraggiunge il tuo cane che reclama attenzione e gioco. Così per scherzo glielo fai annusare. Lui subito guaisce, scodinzola, si eccita. Lo lecca con l’avidità di un buongustaio e sembra scovare infinitesimali residui di cibo che nel tempo si sono stratificati nel legno. Lo fiuta con la pignoleria e la pazienza dell’esperto, ti accorgi che annusa e distingue l’odore delle diverse mani che per generazioni l’hanno stretto, sente a naso l’umanità nascosta nelle venature, differenzia una traccia da un’altra. Ricostruisce meglio di te una genealogia che avevi perduta o mai cercata.
Allora è quasi con riconoscenza che glielo affidi. Seppellirà il cucchiaio in un luogo sicuro del giardino e andrà spesso a controllare che nessuno l’abbia rubato. D’ora in avanti sarà lui il custode delle cose (in)utili.
Pensa che il mattarello che uso e che mi ha seguito nei vari traslochi nel corso degli anni, lo ha costruito il mio bisnonno all’esame di avviamento al lavoro. Lo custodisco con cura anche se non ho mai conosciuto quell’uomo. Eppure quell’oggetto lo sento molto prezioso. Buona giornata.
gli oggetti, specie se di legno che s’impregna di noi, sono l’unica immortalità che ci è data!
ciao Nuzk,
ml
È passato da un affetto all’altro…anche il cane fa parte della storia famigliare no?
sicuramente e ci affidiamo al suo olfatto e alla sua sensibilità per mantenere vivi i ricordi.
ciao luci,
un sorriso
ml
il dono di scovare poesia anche nell’oggetto più insignificante, nell’episodio più banale?
eheh, non a caso Gozzano viveva a pochi chilometri da qui!
ciao Dona,
io
L’umanità nascosta nelle venature sa di calore, di affetti, di sicurezze.
Sì, ho sempre attribuito al legno la capacità di trattenere e rendere l’umanità di chi l’ha toccato 🙂
ciao Ste,
ml
Un vecchio e consumato mestolo di legno, uno di quegli oggetti che apparentemente appare di nessuna utilità. Eppure, chissà quante cose avrebbe da raccontare…chissà quante povere pietanze ha assaggiato…chissà quante mani l’hanno afferrato. Io l’avrei conservato, appeso magari in cucina, come un antico e prezioso cimelio 🙂
Si, era una possibilita’, ma ho preferito affidarlo in buone mani, pardon, zampe 🙂
Ciaio remigio
ml
Anche io resto affezionata ai mestoli o cucchiai di legno. Ne ho almeno due che uso sempre nonostante oggi in tanti consiglino di non usarli più. Pare che siano antigenici, che non siano sufficientemente “asettici”. Mi pare che nessuno sia mai morto perché abbia usato un cucchiaio di legno, no?
piena sintonia, semmai è la troppa igiene a uccidere, almeno le emozioni se non le persone 🙂
ciao,
ml