
by c.calati
A volte mi colpisce sulla strada del ritorno, altre mi sorprende mentre la spio dietro ai vetri con un bicchiere di conforto in mano, quell’ora breve e rara di aria rarefatta quasi assente. Continua a leggere
by c.calati
A volte mi colpisce sulla strada del ritorno, altre mi sorprende mentre la spio dietro ai vetri con un bicchiere di conforto in mano, quell’ora breve e rara di aria rarefatta quasi assente. Continua a leggere
by c.calati
Giacomo Ferletti, professore di matematica e geometria alla scuola media di Trausella, era arrivato da qualche giorno, ma ancora non era sceso a mare. La pensione si trovava a mezza costa, circondata da castagni e roverelle e carezzata mattino e sera da un venticello tiepido. Dalla terrazza lo sguardo dominava il golfo. Continua a leggere
c.calati
Quando cucino non penso e non peso gli ingredienti, mi affido all’estro armonico dell’attimo e poi dimentico. Ma questa volta voglio lasciare qualche traccia dell’intruglio che combino. Continua a leggere
Mentre seguivo un Reno ancora giovane, da poco uscito dal lago di Costanza e irrobustitosi alle cascate di Sciaffusa, mentre seguivo il Reno e divagavo, mi sono ritrovato nel cuore della Svizzera tra i tavolini di una Thun in festa, non so per quale festa. Continua a leggere
by c.calati
Dicono che non ci sono con la testa e forse hanno ragione, ma per la ragione opposta a quel che dicono. Non è il salire al tetto a sera la mia follia, è questo starmene tranquillo tutto il giorno, come non ci fosse nulla per cui valga la pena. Ed è una pena starmene in poltrona, pantofole e giornale, veder scorrere l’acqua e le parole e non tentare di fermarle. Continua a leggere
foto by c.calati
La perfezione fa male: Volevo pareggiare con la raspa le gambe del tavolo un poco zoppicante Continua a leggere
c.calati
Dopo una breve neve piove, ostinatamente.
Per le strade è una poltiglia di fango, sabbia e sale, peggio che in spiaggia dopo una mareggiata. Un cielo incolore di nuvole e nebbia ristagna annoiato a pochi metri da terra.
Tutto è grigiore, la città si trascina moribonda tra ombrelli cupi, abiti sbiaditi e gente incarognita. Uscirne vivi non è facile e Camillo lo sa. Continua a leggere
c.calati
Matilde amava il viaggio che in meno di due ore, brevi e caotiche, la portava dalla nebbia al mare. Lo effettuava ogni volta che ne aveva la possibilità e la possibilità, spesso, se la inventava a bell’e apposta. Continua a leggere
c.calati
Camminava da ore lungo lo sterrato, più polvere che terra, e ad ogni passo sollevava piccole nuvole attorno ai piedi come una cipria a imbiancargli le scarpe malridotte. Davanti a sé la propria ombra si era fatta sempre più lunga e stanca Continua a leggere
Amo il mio ritmo vicino al cedimento, e mai non cedo, anche fuori dalla metafora ciclistica. Ho lentezza d’asino e puzza di cocciuto, mosche a farmi festa senza essere uno stronzo Continua a leggere