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Barbara m’abbaglia, bellezza umile. Continua a leggere
by c.calati
È l’ombra della sera che deforma i miei contorni fino alla caricatura o sono io che non mi so vedere quale sono, gobbo e goffo sulla bici? Continua a leggere
by c.calati
Egregio Direttore, Gentile Redazione,
mi vedo costretto a scrivervi per affermare un principio e correggere alcune imprecisioni presenti nell’articolo, comparso due giorni fa sul vostro giornale.
“UN SERIAL KILLER TRA NOI” titolava il pezzo che parlava di tre omicidi irrisolti, che la polizia aveva ricondotto ad una stessa mano.
Titolo orrendo, il vostro, dozzinale, segno di una o più menti che non sanno porsi domande e preferiscono scivolare via nell’ovvio. Anche con i pochi elementi a disposizione, le identità degli uccisi, i luoghi e le modalità degli omicidi, qualcuno al giornale, se non alla polizia, avrebbe dovuto comprendere che non si trattava di assassinii fatti in serie, ma di singoli pezzi artigianali.
Credo che non mi si potesse offendere in modo peggiore: IO NON SONO UN SERIAL KILLER. Continua a leggere
by c.calati
Dovrei berne una bottiglia a pasto per onorare queste esigue vigne faticose. Continua a leggere
by c.calati
Quel nomignolo le era rimasto appiccicato addosso come una piccola cicatrice. Non era tanto un’abbreviazione del suo nome, quanto l’assimilazione di un rimprovero, Giuliana, giù, reiterato per anni. Sì, era stata una ragazzina scapestrata, si arrampicava sugli alberi come uno scoiattolo,
photo by c.calati
E poi senza preavviso arriva il vento in vortici veloci come polvere del Messico. Scricchiola la casa e geme, come la tolda di una nave, vele senza mare i panni stesi. Continua a leggere
by c.calati
Aveva la fortuna di un piccolo terrazzo in una posizione invidiabile, in parte ombreggiato dagli ampi archi canavesani e in una minima parte esposto al sole parecchie ore al giorno, le meno violente. Continua a leggere
by c.calati
La camerata a otto letti era immersa nel silenzio. Suor Clementina aveva appena finito il giro d’ispezione. Gli altri forse dormivano veramente, loro due erano rimasti immobili con gli occhi chiusi mentre lei li illuminava con la pila, salvo poi mettersi a confabulare non appena l’avevano sentita lasciare la stanza. Continua a leggere