
by c.calati
Lo vedi quel furgone? È la mia casa da una vita. Batto i paesi a vendere scope zerbini e materassi. E quando ero giovane usavo un carro tirato da un cavallo che pativa la fame insieme a me. Di quei tempi conservo l’abitudine al fazzoletto al collo ed alla paglia in testa, che abbasso sulla fronte per dormire, anche se intorno è buio. Tempi da pionieri quelli, come questi sono ormai tempi agli sgoccioli. E in mezzo una breve età dell’oro.
Adesso hanno tutti la macchina che li porta al supermarket a comprarsi camere intere, non sanno che farsene di uno che gli arriva fino a casa. Ma c’è stato un tempo breve in cui, nei paesi dove andavo, ero famoso come il sindaco. Arrivavo in piazza, mai nel giorno di mercato che ci voleva la licenza e gli altri mi facevano la forca. Legavo il cavallo al palo, suonavo la trombetta e subito la calca delle donne, Battista ce l’hai una buona scopa di saggina? Battista è vero che hai i boccetti di profumo? E le tovaglie francesi quando le porti?
Detto tra uomini, avevo una dote speciale che mi aiutava molto, sì, dai che hai capito, quello! E le donne la intuivano la dote o forse se la dicevano l’un l’altra, che un po’ mignotte lo sono sempre state. Mi compravano il materasso sapendo che facevo la consegna a domicilio e lo provavano con me senza toglierci nemmeno il cellophane, che avevano troppa fretta e troppa voglia. Quanti ne ho venduti così di materassi, col mio strumento di lavoro! È stato allora che mi sono potuto comprare il furgone. Credevo di essere diventato un signore. Non più le levatacce prima dell’alba, che tu non te lo immagini quanto va piano un cavallo, quando il carro è carico e la pancia è vuota. Partivo da Strambino alle quattro del mattino ed arrivavo a Vische a traversar la Dora per le sette. Già, tu non te li puoi ricordare i tempi del traghetto di Tonio il matto, la chiatta ballerina che si spostava lungo il cavo sfruttando la corrente. La paura che c’aveva Learco, il mio cavallo, a poggiare gli zoccoli su quelle assi che ondeggiavano, mettevo i fermi al carro e dovevo tenerlo buono per il muso e parlargli nell’orecchio. E gli parlavo del grano azzurro e di quello rosso, che c’era quella stranezza sulle sponde divise dalla Dora, di qua i campi a fiordalisi, di là dal fiume i papaveri a spuntare tra le spighe, mica per una scelta, questione di acidità diversa nel terreno. Adesso nessuno coltiva il grano, c’è dappertutto il mais orrendo e papaveri e fiordalisi li uccide il diserbante, ma allora gli dicevo al mio Learco, guarda l’azzurro che lasciamo e guarda là il rosso dove andiamo. E quelle macchie di colore lo tenevano tranquillo, o forse era il mio modo di parlargli come a un bambino da calmare.
Già, credevo d’essere diventato un signore e mi sono innamorato di Teresa. Femmina di fuoco la Teresa, mica per niente era di pelo rosso e occhi neri. Se vai con qualcun’altra te lo taglio, mi diceva mentre mi faceva morire a letto ed io ho smesso le consegne a domicilio, capisci cosa intendo, mica per paura, è che mi sembrava giusto. Eh, la Teresa, che tempi! E trascuravo le piazze per il letto, io che vendevo materassi m’ha fregato un letto! Ma non è colpa di Teresa, lei è stata la mia vacanza. Mai accusato del mio destino la Teresa, che mi dava tanto, nemmeno quando… Poi s’è sposata con Michele quello dei formaggi. Hai fatto bene, le ho detto, che Michele c’aveva la bancarella fissa nei mercati e guadagnava i soldi.
Così ho ripreso a girare col furgone, ma intanto gli altri sono diventati ricchi e non vogliono più i miei materassi che non sono della marca che dicono in televisione. Già, gli altri sono diventati ricchi ed io povero in canna, ma, fanculo, quattro scope di saggina le riesco ancora a vendere.
Sai, non so se mi manca più il Learco o la Teresa.
Dai, offrimi un altro bianchetto che a furia di parlare c’ho la gola secca.
Quanto sei bravo Massimo. Un pezzo di vita vissuta che risplende nelle tue parole. Grazie infinite, letture così fanno stare bene 😊
sai Mela, tanto tempo fa l’ho conosciuto davvero Battista, ex-carrettiere ormai impegnato solo col vino. Mi aveva raccontato del grano rosso e di quello azzurro e questa cosa mi è rimasta impressa. Il resto gliel’ho cucito addosso io 🙂
ml
Hai fatto un abito di alta sartoria, credimi.
sempre benevola nei miei confronti. Grazie 🙂
Uno splendido amarcord e tu bravo come sempre!
anche un carrettiere ha il suo amarcord 🙂
ciao Pindarica
ml
(grazie)
lo vedo lì seduto a raccontare e vedo tutto quello che ricorda. Bellissima storia di memorie. Chapeau
o forse in piedi appoggiato al bancone per non barcollare tra un bianchetto e l’età che avanza 🙂
ti ringrazio,
ml
(non so se è voluto, ma guardando il tuo avatar vedo, secondo le volte, un uomo baffuto dalla folta capigliatura o o l’occhio intenso di una donna mora!) 🙂
Ha ha ha. Sull’ambiguità (non voluta) del mio avatar, ci ho scritto un post: il sesso dei blogger. In molti mi scambiano per uomo, ma sono donna, anche se non proprio mora
ma è solo l’avatar che fa un effetto doppia faccia 🙂
🙂
Ecco, a volte mi piacerebbe saper raccontare le persone così.
Grazie Alex, ma tu ne sei già capace
ml
Un quadro di Segantini…che bellezza!
in un primo tempo sono rimasto perplesso poi ho pensato a certi suoi quadri sul mondo contadino e credo sia a quelli che ti riferissi.
mi onori!
grazie .marta
ml
Esatto, proprio a quelle immagini…
🙂
Ciao
Ogni particolare è qui, nei miei occhi e in me.
Battista mi sta chiedendo un altro bianchetto con voce forte di vino e barcollando
Emozionata mi inchino a te, ml, che sai far vivere, sì, vivere tutto così.
Ti sorrido
gb
Grazie gb, bel tipo Battista, barcollava e non crollava, io l’ho solo raccontato 🙂
Un sorriso a te
ml
No. Hai fatto vivere tutto.
Io ho visto, sentito, assaggiato, odorato, toccato ogni particolare.
Quell’azzurro e quel rosso, macchie vive vive, sì.
E gli occhi di Learco quanto mi hanno detto…
Un abbraccio caro, ml
gb
E ancora Battista barcolla e non crolla… Gli hai regalato la sua vita.
i campi di grano in rosso e in azzurro afascinano anche me, anche se ora papaveri e fiordalisi sono più rari
buonanotte gb, un abbraccio
affascinano molto anche me
desideravo nuotare in quei campi e l’ho fatto a mio modo, sì
ora ce ne sono troppo pochi
buona notte, ml
un abbraccio
gb
si può sempre immaginare di essere tra quel rosso e quell’azzurro e sentirlo anche sulla propria pelle
Si’, come un mare immaginario. Buona domenica, gb
Sfidare le ondate colorate di rosso e di azzurro… noi vele gialle
Buona notte, ml, e grazie.
E’ un grande piacere leggere ciò che tu scrivi.
Un abbraccio
gb
sì, bello.
buonanotte a te, gb
ml
ma non mi aveva preso il commentooooo…. gghhhhh…..! sgrunt!
dicevo che sai raccontare bene la vita e le persone tu… voli avanti e indietro nel tempo, tuo e degli altri… e a me piace volare insieme a te…
buona domenica ml
Raccolgo e poi racconto quel che mi capita intorno. E quel che non capita lo invento:)
Buona domenica a te Ale
ml