Archivio | ottobre, 2017

tempo di mezzo

31 Ott
foto

c.calati

 

 

La prima brina imbianca l’erba in ombra senza l’arroganza del gelo greve di gennaio. Continua a leggere

la casa viva di Gelindo

29 Ott
foto (20)

c.calati

 

 

Gelindo viveva in un paese sperso in fondo a destra, in quella lingua di Lombardia imbastardita che s’infila in modo irragionevole tra le terre di altre due regioni. Noi pisciamo in Veneto e scoreggiamo nell’Emilia, dicevano da sempre i suoi abitanti, e quella particolarità era l’unico vanto locale. Continua a leggere

l a r i c i

26 Ott

c.calati

 

 

Era salito per un saluto, a chi e a cosa non sapeva bene, ma alla sua età non sai se verrà ancora primavera. Continua a leggere

la sedia*

23 Ott
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by c.calati

 

Perché la sedia?, mi chiede lui con una curiosità fresca, impellente, come fosse successo la notte scorsa e non quasi sette anni fa. Gli sorrido seria, come una distanza che non voglio colmare, davanti a questo caffè impacciato che rimesto di continuo pur non avendolo zuccherato. È che non ci si dovrebbe mai reincontrare per caso, bisognerebbe al massimo un cenno di saluto e poi tirare dritto dopo che le strade si sono spontaneamente divaricate. Continua a leggere

vita di Irene

18 Ott

by c.calati

 

 

 

Era una serata piovosa di mezzo autunno, di quelle che desideri solo arrivare presto a casa.

Enzo quasi non la vide, una bambinetta fradicia di pioggia accucciata in un angolo del portico, non lontana dalla porta d’ingresso. Sembrava un cagnolino randagio che avesse trovato un provvisorio rifugio dalla pioggia.

Che ci fai qui, piccola? le chiese senza chinarsi su di lei.

La bimba lo fissò senza rispondere. Tremava sin negli occhi.

Enzo tornò sulla strada a guardarsi intorno, ma la via era deserta, niente che potesse spiegare la sua presenza lì.

Si rivolse di nuovo a lei, sempre restando in piedi: Chi sei? Ti sei persa?, ma non ebbe risposta.

L’uomo borbottò qualcosa tra sé e finalmente si chinò sulla bambina. Accennò una carezza goffa, poi la prese un po’ maldestramente in braccio come si può fare con un gattino ed entrò in casa.

Papà, mormorò lei strusciandosi addosso a lui, mentre varcavano la soglia.

No, piccola, non sono tuo padre.

Papà, papà, piagnucolò la bimba avvinghiandoglisi al collo.

Senti, capisco che sei scossa, ma stai dicendo una stupidaggine.

Il professore era a disagio, non aveva alcuna dimestichezza con i bambini. Provò a insistere: dimmi come si chiama il tuo papà, così ti riporto da lui, senza ottenere risultato, se non quella sola parola ripetuta come una cantilena, papà, papà, papà. Continua a leggere

i grandi e i piccoli

16 Ott

by G.Gillone

 

 

Orta è il piccolo tra i grandi e lo vedo ancora più piccolo e raccolto guardandolo dall’alto del percorso che tra arrossati faggi e ruderi romanici si snoda verso il Maggiore, maggiore per antonomasia. Continua a leggere

ancora una e poi basta

10 Ott
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by c.calati

 

La terra ha bisogno di pioggia e presto anche gli uomini avranno sete, ma vorrei ancora una settimana assolata, un’ottobrata tiepida, ad accompagnarmi sui pedali. Continua a leggere

la casa sul canale

7 Ott

by c.calati

 

 

 

Non so fare una recensione come si deve, trama, profilo psicologico dei protagonisti, analisi del romanzo, citazioni dotte e riferimenti letterari, così come non so disegnare un albero per intero, la chioma i rami il tronco le radici, riesco qualche isolata foglia confinata ai margini del foglio, e nemmeno so descrivere da capo a piedi un personaggio mio, sai quei profili esatti ed impietosi come foto segnaletiche, no, io mi areno in quella che mi sembra una banalità descrittiva, banalità per mia incapacità, beninteso, e allora mi soffermo solo su qualche particolare che considero determinante, l’arroganza di un sopracciglio, l’impertinenza di una caviglia, la discrezione di un seno, e questi li tratteggio con dovizia di passione. Insomma, non so bene cosa dire di questo libro che pure mi è piaciuto e tanto. Continua a leggere

piccole misantropie senza importanza

3 Ott

by c.calati

 

 

Mentre ero in giardino a raccogliere su una paletta le cacche del mio cane aiutandomi talvolta con due dita nella difficile impresa, un uomo, blazer blu, cravatta regimental, aria spavalda, mi apostrofò dal cancello, Continua a leggere