Archivio | giugno, 2018

genitori

29 Giu

c.calati

 

 

Non c’è come un ricovero in Pediatria per svelare il carattere delle persone e ora che sono fuori dal reparto posso ripensare ai tanti genitori che ho incontrato. Lo so non si dovrebbe mai generalizzare, perché ogni episodio, tragico o lieve, provoca reazioni differenti, ma ci sono tratti nei comportamenti che accomunano tutte le madri e rendono uguali tutti i padri. O quasi. Continua a leggere

di sentinella

26 Giu

c.calati

 

 

È venuto il capitano, all’inizio del turno, a tastarmi il morale e a ricordarmi i doveri. Il capitano è giovane e in carriera, di gradi recenti e baffetti curati, è di quelli convinti che la sola presenza, il suo ruolo, non certo l’esempio, esaltino la truppa e lo esentino dal fare. La truppa? Ci sono solo io a dovermi esaltare e grazie non posso, ho troppo da fare, se vuol favorire.  Continua a leggere

B a r d

23 Giu

c.calati

 

 

Bard ha per me mille motivi d’interesse.  Già il nome mi affascina, che così breve, piccolo come il paese di poche case ai piedi del suo Forte, evoca un baluardo, una porta bardata a festa e a difesa. Continua a leggere

pietra su pietra ad arco

18 Giu

c.calati

 

 

Amo i ponti in pietra di semplice splendore, pietra su pietra ad arco a reggere da secoli  il peso dei passi, dei carri, degli zoccoli animali, secondo una maestria antica priva di archistar. Continua a leggere

un mese dopo

16 Giu

automat (Hopper)

 

 

Si era portato una sigaretta alle labbra, come ancora gli capitava di fare nei momenti di tensione. Ma che tensione poteva esserci nel ricordarsi di un non-avvenimento? Lei gli era tornata in mente senza motivo, a un mese di distanza, con una prepotenza che non riusciva ad arginare.

La sigaretta continuava a penzolargli spenta dal lato destro della bocca, mentre ripensava a quell’incontro fortuito. La rivide proiettata nello specchio mentre lui, con un gomito appoggiato al bancone del bar, rigirava il cucchiaino nella cioccolata come in una ferita aperta. Non ricordava più quale fosse la ferita, Camillo le rinnovava di continuo con un autolesionismo involontario che lo sconcertava.  Continua a leggere

il lago sbagliato

13 Giu

c.calati

 

 

Mi sarei dovuto fermare qui, a questo lago piccolo e ombroso. Avevo già fatto la mia parte, una salita assai dura ad arrivarci, castagni e ginestre a stemperare le impossibili pendenze. Era la conca perfetta, idilliaca, l’acqua a specchio, la corona di conifere, il cielo promettente, la quiete. Continua a leggere

ho incontrato uno svizzero felice

9 Giu

 

 

 

 

Per prima cosa, appena alzato, spalanca vetri e ante della finestra che dà sul lago. A quell’ora l’aria è pungente anche in primavera ma per nulla al mondo rinuncerebbe a quel primo sguardo di tacita benevolenza sulla piazzetta, ai pochi passanti che ha imparato a riconoscere ad uno ad uno, ai platani frondosi che fanno vagamente Francia, al lambire del lago i gradoni di ciottoli, ai cigni presuntuosi come guardie giurate nel pattugliare la riva, allo scuolabus che raccoglie i cinque o sei bambini del paese come una chioccia i suoi pulcini. Konrad abbraccia con gli occhi i dettagli della scena che si replica identica ogni mattino e la guarda come fosse un’eterna novità. È la conferma quotidiana di aver fatto, due anni prima, la scelta giusta: abbandonare Basilea troppo opprimente, smettere i panni dello svizzero modello, tutto lavoro, perbenismo e soldi, chiudere conti e conoscenze e andare verso sud per essere se stesso. Continua a leggere

un vecchio fresco di giornata

7 Giu

c.calati

 

 

Ogni tanto mi sbattono in missione in questo posto sperso, sapete quando, come unica indicazione, vi dicono “in fondo a destra” e voi camminate per un corridoio stretto, poco illuminato, e poi girando a destra e trovate una stanzetta squallida, giusto poco più che nulla. Ecco, lì mi tocca andare una o due volte al mese a combattere la noia più che le malattie, che sono sempre meno quelli che si rivolgono ad un ospedale così piccolo. E la noia è una brutta bestia di cui non ti puoi fidare, ti tradisce non appena ti sei adattato al suo ritmo sonnacchioso. Ti tradisce e ti sbatte in prima linea quando meno te l’aspetti, come un’amaca che prima ti culla e poi ti ribalta a terra. E tu ti senti come un riservista tenuto in naftalina fino ad un momento prima dell’attacco.  Continua a leggere

ritorno ai fiordalisi

4 Giu

c.calati

 

 

Un tempo la riva destra della Dora erano papaveri a perdita d’occhio, la sinistra fiordalisi. Me l’aveva detto tanti anni fa il Batista, una conoscenza casuale, lui un carrettiere ormai in disarmo, io un cittadino sprovveduto appena trapiantato in campagna. Continua a leggere