Amo i ponti in pietra di semplice splendore, pietra su pietra ad arco a reggere da secoli il peso dei passi, dei carri, degli zoccoli animali, secondo una maestria antica priva di archistar.
Tanti ne incontro risalendo lento queste valli, qualcuno ne attraverso per provare l’emozione, tutti li guardo con una riconoscenza muta per chi li ha costruiti. Gli spaccapietre che hanno frantumato a colpi di mazza e di piccone un pezzo di montagna, gli scalpellini che da ogni roccia hanno cavato pietre preziose, fatte esatte per lo scopo, i manovali che le hanno poste una accanto all’altra secondo un criterio di spinte, controspinte ed equilibri, e l’anziano del villaggio che ha guidato d’esperienza i gesti di ciascuno, a voce e a cenni perché lui non sapeva nulla di disegni nè di alfabeto.
Così calpesto i ciottoli del ponte in piena suggestione, percorro il loro dorso di mulo, salgo fino all’apice sfiorando le spallette, guardo il turbinio dell’acqua soto di me e osservo il paesino abbarbicato sulle rocce che il ponte un tempo ha liberato dall’isolamento.
Penso che non ci sia ponte di Fuksas, Meier o Calatrava che valga una sola pietra di questa utile bellezza.
Su molti di questi antichi ponti in pietra sono nate leggende, spesso fanno
riferimento ai “ponti del diavolo”, dove il diavolo fu battuto dalla saggezza irriverente degli abitanti del luogo.
è vero, per esempio a Pont St Martin (che è alla base della valle in cui ho scattato la foto) uno dei ponti in pietra è chiamato ponte del diavolo e se non sbaglio fanno ogni anno una festa-rito per “esorcizzarlo”
buona serata Neda
ml
infatti!! volevo proprio ricordare il “Ponte del diavolo” vicino a Lucca (la mia città natale). In realtà si chiama Ponte della Maddalena, ma è comunemente chiamato nell’altro modo. Quando ero piccola ci passavo spessissimo perché per salire in Garfagnana da Lucca la strada passa da Borgo a Mozzano, e si può ammirare il ponte dalle due strade che risalgono ai lati del fiume Serchio.
Se volete vederlo, cliccate qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_della_Maddalena
Mi colpisce quanti di questi ponti abbiano il soprannome “del diavolo”, mi fa pensare a tragedie consumate sulle sue pietre.
Ho una particolare affezione per il Serchio, e’ stato il primo fiume che ho imparato perche il mio maestro che era di quelle (tue) parti ce lo ficcava in ogni discorso 🙂
Buona serata Pina
ml
ma dai !!!
Il Serchio era teatro di mitiche battaglie tra la banda del mio maestro e quella di ragazzi di un altro paese: si tiravano mattoni e sassi con le fionde da una sponda all’altra. Per noi scolari che ascoltavamo erano imprese più epiche di quelle del risorgimento o degli antichi romani:)
Grazie.
condivido appieno. anche qui in Liguria ce ne sono di bellissimi! buona serata
sì, me ne ricordo nell’entroterra, fuori dalle rotte più battute.
buona notte a te, Margot
ml
Altre storie su questi ponti. 😀
ecco, la differenza tra questi semplici ponti e le opere di alta architettura è propria questa, che solo nei primi senti la Storia e le storie incise nelle pietre.
ciao Eva 🙂
ml
🤗
🙂
Ciao come va?
Molto bella e caratteristica la foto…
Preferisco anch’io questi tipi di ponti per la loro storia, semplicità e bellezza naturale
Buona serata un sorriso 😊 Chiara
bene, grazie Chiara
sì, questi ponti sono vissuti 🙂
un sorriso a te
ml
Bellissimo questo, dove si trova? Comunque la costruzione di un ponte è uno dei fenomeni che proprio non mi spiego. Cioè lo so che ci sono leggi geometriche e fisiche ma… Se mi immagino le persone nell’atto di costruirli, mi chiedo come facciano. 😅
si trova nella valle di Gressoney (la prima valle arrivati in Vald’Aosta) dove ce ne sono anche altri restaurati di recente.
Anche a me affascina pensare alla loro costruzione con i pochi mezzi che avevano secoli fa.
benvenuta Lucy 🙂
ml
Grazie 🙂 Allora potrebbe essere quello che ho visto. Ti chiedevo perché con amici ho fatto una gita in quella zona e c’era questo ponte fantastico che mi aveva colpita un sacco. Bellissimi posti 😍
sai cosa ti dico? spero fosse lo stesso ponte perchè amo il coincidere delle emozioni fuori dal tempo e anche dallo spazio (visto che ora sei agli antipodi!)
bellissimi posti, sì, e bellissimi ponti 🙂
In queste costruzioni c’era amore 🙂
.sì, amore, capacità, semplicità
ciao 🙂
ml
💟
Un sorriso, Ale
ml
Meraviglioso *__*
Grazie Judith
🙂
ml
Ciao Massimo, la fotografia mi ha fatto venire subito in mente l’antico ponte di Dolceacqua in provincia di Imperia, dove ponti e terrazzamenti erano tutti fatti in pietra a secco.
Nel mio ultimo racconto nomino invece un triste ponte in ferro che si trova vicino a Cuneo. Lo hai letto, cosa ne pensi? Buona giornata
non l’ho ancora letto ma lo farò presto 🙂
mi ricordo il ponte agile in pietra di Dolceacqua 🙂
a presto
ml
Sono totalmente d’accordo. Quei ponti sono meravigliosamente sorprendenti… Anch’io mi incanto ogni volta che li guardo…
Ciao Massimo!
condivisione! 🙂
un sorriso, Chiara
Mio nonno ha lavorato come spaccapietre per molti anni. Peccato che raccontasse poco di sé e della sua vita… forse avrebbe capito di ponti, equilibri, vuoti e pieni.
forse ha preparato pietre per un ponte 🙂
che bello questo dettaglio che mi racconti
ciao Euridice
ml
Anch’io amo la pietra in tutte le sue molteplici destinazioni. Che sia un ponte su un torrente o un muretto a secco, una casetta di campagna o un monastero medioevale, io credo che nessun materiale naturale meglio della pietra sia capace di ispirare forza e bellezza, eleganza ed armonia. Viva le pietre e abbasso il cemento!!
sono d’accordo con te Remigio, la pietra ha qualcosa di caldo e di antico, qualunque sia stato il suo utilizzo
ml
si calpesta la storia e le storie degli uomini su quei ponti
sì, io le ho sentite le storie di quegli uomini 🙂
ciao Katia
ml
sono un miracolo di ingegno, perché sono arditi e c’è voluta la pazienza di molti lavoranti per raggiungere lo scopo.
esattamente questo, e c’è una magia nel loro continuare a stare solidi e leggeri
ml
in particolare sono costruiti in punti difficili tra due speroni di roccia, sopra un orrido. Sì, c’è magia
magia e maestria!
si. ciao
🙂
Molto bello questo ed anche il torrente che gli scorre sotto. 🙂
I torrenti in questi giorni sono particolarmente impetuosi, stupendi da vedere.
Quello della foto e’ il Lys che scende dai ghiacciai del Rosa.
Ciao Rodix
ml
dalle mie parti ce ne sono ancora parecchi, come i tetti in pietra, le case ricoperte di pietra… poi abbiamo anche la testa dura come la pietra… ma forse è un’altra storia…
un abbraccione…. 😀
m.
io devo spingermi un po’ più in alto per trovare ponti e tetti in pietra, ma vale sempre la pena 🙂
ciao monica, un abbraccio a te
ml
tra i miei appennini, nel fondovalle ,c’è un ponte romano ancora integro (I sec. dc), poche le ristrutturazioni, è a dorso di mulo con un selciato che ne racconta di storie… amo le pietre,testimoni dei secoli negli antichi muri, case e campi a terrazze. buona giornata ml
totale sintonia, Viki, quelle pietre raccontano!
buon pomeriggio a te
ml
❤
🙂
Sto tentando di commentare, ma risulto non loggato e non riesco a rientrare!
eppure questo commento è arrivato 🙂
è l’eterna incomprensione tra blogspot e wp
ciao 🙂
ml
…finalmente!
Volevo scrivere che i ponti sono storie, ma anche Storia, realtà, ma anche illusioni/speranze visionarie.
Ricordo il romanzo di Ivo Andrić (e la tua immagine me l’ha fatto ricordare una volta di più)”Il ponte sulla Drina”, pieno di storie, di Storia e, riletto con il senno di poi (vale a dire dopo la guerra nella ex-Jugoslavia) anche di foschi presagi.
Pensa, il ponte del romanzo di Andrić è collocato in una città della Bosnia chiamata Višegrad, omonima di quell’altra cittadina, credo ungherese, che ha dato il nome al gruppo/patto tra paesi contrari all’accoglienza dei migranti…
aggiungo che i ponti, questi semplici in pietra, sono anche utopie che si sono fatte realtà, chè a guardarli ti sembra incredibile che stiano su (quando non vengono distrutti dalle bombe! e qui mi riallaccio al cuore del tuo commento. E, di Visegrad in Visegrad, penso che l’uomo è distruttivo con le bombe ma anche con le parole, le bellicose dichiarazioni di chiusura agli altri, i diversi, gli stranieri, gli ultimi)
un abbraccio, Sabina, e un grazie per la tua ostinazione
ml
Come nel post che ho letto prima, una grande freschezza di sguardo che mi comunica molto. ciao ml
forse era quell’acqua impetuosa o la leggerezza delle arcate o il vento che lì non manca mai, ma anch’io effettivamente provavo una freschezza negli occhi
Ciao Patrizia
un abbraccio
ml