
c.calati
Una, l’aringa, era arrivata da lontano viaggiando però comoda avvolta nei vestiti di ricambio nel magro bagaglio delle nostre bici.
L’altra, l’acciuga, un viaggio breve e periglioso, tutto di fatica dal mare di Liguria su, controcorrente, per fiumiciattoli a risalire quei monti che non so mai se ultime Alpi o primi Appennini. Brevi tratti in treno al guinzaglio della sua padrona, il resto a nuoto come le anguille dai Sargassi alle Valli di Comacchio (o sono i salmoni dall’Atlantico alla Scozia?).
L’aringa l’avevamo vista a Bornholm, un’isola del Baltico, appesa alla parete di un affumicatoio, ridotta a scheletro di ceramica e metallo, mentre mangiavamo le sue grasse sorelle, tu di buona lena, incuriosita dal pasto e dall’ambiente diversi dal consueto, io con qualche diffidenza per le troppe spezie e per gli aromi estrosi. Amore a prima vista e lunga trattativa con degli isolani danesi più scafati che venditori di tappeti turchi.
L’acciuga l’avevo vista su un blog di pastelli e pennelli *, mi aveva affascinato per la sua bellezza delicata e per la sensibilità mostrata dall’artista nel dipingerla su un piccolo relitto di legno raccolto apposta dopo una mareggiata. Per me era come avesse salvato il pesciolino sbattuto dalle onde sugli scogli. E poi c’era tutto quel blu, colore di riconoscimento del pastello. Mi piacque subito e lo dissi, ma mai avrei immaginato che di lì a poco quella stessa acciuga avrebbe bussato alla mia porta, un magico passaggio dal virtuale al reale, dai pixel ai pigmenti deposti con passione su un legnetto.
Così ora i due pesci azzurri stanno vicini, appesi ad una parete della cucina. Due gemelle diverse, l’aringa e l’acciuga, la prima, grossa e sgraziata, ha la bocca spalancata come avesse ancora l’amo conficcato tra le fauci, invece la seconda, esile ed elegante, sembra vivere una seconda vita fuori dall’acqua e dentro i colori. Guardala come galleggia agile sopra al pezzetto di legno.
* https://lepastelbleu.wordpress.com/2018/12/15/la-rivalsa-dellacciuga/
come sei carino! sono proprio contenta che la piccola bluetta sia nella tua casa, probabilmente va d’accordo con quella grossa nordica un pò “svuotata”. Grazie del racconto, è tenero e vitale, e, naturalmente delle citazioni..in blu.
sei tu che sei stata gentile a regalarmi la dolcissima acciuga 🙂
Grazie Margot, ti abbraccio
ml
Queste sono sorprese meravigliose!
sì, acciughe sorprendenti 🙂
ciao Paolo
ml
Tu certo conosci, stando in Piemonte, le storie delle acciughe appese a un cordino, penzolante sul tavolo delle cascine del secondo dopoguerra, ad accarezzare il pane nel desco miserabile eppure nobile dei contadini che avevano stomaci da riempire più con gli occhi che con altro.
Apprezzo il tuo omaggio al pesce piccolo ma nel contempo gigantesco di quelle povere genti che provavano a ripensare a un futuro, che adesso è il nostro presente di costosi barattoli comprati da Eataly, pronipoti di quella lì che dicevamo, appesa.
affascinante questo tuo leggere la nostra storia recente attraverso la lente delle acciughe, dalla povertà dignitosa all’opulenza spesso villana.
grazie per il tuo bel commento
ml
Mi piace quell’acciughina azzurra, sembra scappata dal mare per una gita imprevista in montagna
sì una giovane acciuga scappata di casa per andare alla ventura 🙂
buona giornata, Giuliana
ml
Non si divertirà molto appesa al muro ☺
È un’acciuga saggia, dice spesso “meglio appesa da sola che stesa in un barattolo con cento sorelle” 🙂
Ma vero!!! 👍
🙂
Sembra la parete di una casetta al mare, immagino proprio il tipo di casa.
Chissà che contrasto si crea con il tuo ambiente più montanaro.
Molto carine entrambe, di più l’acciughina Margot che sembra più felice 🙂
vero, i due pesci sulla parete, danno un tocco marino, però si sono subito amalgamati col resto dell’ambiente, almeno ai miei occhi 🙂
e concordo con te, l’acciuga sembra più felice dell’aringa che pure è lì da ben più tempo.
ciao Valeria
ml
Sto provando ad immaginare quali altri oggetti alle pareti fanno compagnia all’aringa e alla piccola acciuga blu. Sono belle ambedue e stanno bene insieme! Evviva il blu!
Ciao
Cristina
Accanto hanno il telaio di una finestra finta attraverso cui possono “vedere” il mare di cui hanno nostalgia:)
Ciao Cris
ml
Anche le tue risposte ai commenti sono interessanti. Ciao Massimo, buonanotte! Cris
eheh, ci tenevo a farti sapere, a te che ti chiedevi 🙂
…quasi favole..
un abbraccio.
m.
Sì una realtà travestita da favola 🙂
Ciao m. un sorriso
ml
Un dono meraviglioso, la piccola acciuga si troverà benissimo nella tua cucina!
Assolutamente sì:)
Buona serata Mela cara
ml
Che bel racconto, simpatico e delizioso. Un viaggio di due pesci. ❤️
Grazie dell’apprezzamento e benvenuta 🙂
ml
Grazie a te💖💖💖
🙂
si fanno compagnia e si raccontano le storie di mare per ingannare il tempo.
Simpatico racconto come sono arrivate nella tua cucina
eheh ne hanno di storie di mare da raccontarsi, che una non conosce il Baltico, l’altra non sa il Ligure 🙂
Ciao GianPaolo, buona serata
ml
possono usare un linguaggio universale: quello dei gesti
sì 🙂
ciao
ciao
L’aringa a mo’ di lastra no, ma l’acciughina dipinta è di una leggiadria tutta particolare.
sono d’accordo con te, l’acciuga conserva una vitalità elegante, l’aringa è tutta scheletro!
ciao Franco
ml
E’ bellissimo questo post, è una favola che si concretizza, l’acciuga e l’aringa sono vere
..una realtà favolosa 🙂
Buona serata, Sabina
ml
A me piace anche l’aringa.. ne ha di cose da raccontare!
vero, l’aringa arriva da lontano e lì attorno al Baltico è la regina della tavola 🙂
ciao Tiffany
ml
sono felici insieme!
sì, anche a me sembra si facciano buona compagnia
🙂
ml
💓
🙂