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L’argomento era nato in sordina sui social da parte di un qualche ideologo del nuovo corso, come possiamo tollerare che le rondini vadano e tornino dall’Africa liberamente?, aveva buttato lì in una serata di dibattiti fiacchi. Gli avevano risposto alcuni nostalgici del Pascoli, citando abbastanza a sproposito alcuni versi del 10 agosto. L’interesse per il tema sembrò destinato ad esaurirsi rapidamente, ma dopo qualche giorno l’intervento di un ornitologo bisognoso di notorietà riaccese la polemica: dobbiamo e siamo in grado di allevare una nuova specie autoctona di rondini che, opportunamente modificate geneticamente o condizionate a forza nel comportamento, non sentano più la necessità di oltrepassare il confine meridionale della Sicilia. Le sue parole fecero scalpore nel mondo accademico e irundologi di fama sottolinearono la scarsa consistenza scientifica della proposta, ma inaspettatamente l’idea prese piede tra gli abituali frequentatori della rete, chi inneggiava alla nuova razza, chi si opponeva al progetto perché i cieli devono restare liberi, chi paventava nell’andare e venire delle rondini un simbolico e pericoloso atteggiamento antigovernativo. E proprio il Governo, che aveva fatto dell’efficienza e della sensibilità ai voleri popolari i suoi cavalli di battaglia, decise di intervenire senza frapporre indugi. Il ministro della salute nominò l’ornitologo responsabile di una commissione veterinaria che studiasse la fattibilità e i benefici di immagine e di sostanza del progetto, i costi qualunque essi fossero sarebbero stati ripianati dal ministro dell’economia a sua totale discrezione. Vi fu un breve dibattito parlamentare se fosse più opportuno impedire alle rondine di emigrare in Africa o vietare il loro rientro in patria. Le fiacche forze di opposizione fecero del blando ostruzionismo presentando una serie di emendamenti che in ogni caso non intaccavano la sostanza del provvedimento. Ad ogni buon conto il Governo pose la questione di fiducia e il decreto legge passò a larga maggioranza sebbene fosse quanto mai vago nei contenuti. In pratica, sotto la generica formulazione di una nuova regolamentazione dei flussi migratori degli uccelli, si demandava al Governo la sua attuazione secondo criteri ancora da stabilire.
Il ministro degli Interni lanciò l’hastag #cieli chiusi, nidi aperti, e, visto lo strepitoso successo dell’iniziativa (oltre un milione di condivisioni in pochi giorni), fece erigere nell’entroterra siciliano a scopo sperimentale, disse, una serie di reti metalliche alte un centinaio di metri lungo le rotte di migrazione. Il ministro stesso si presentò in televisione per fronteggiare certi malumori buonisti che rischiavano di contagiare la parte sana del Paese e in un accorato discorso difese le proprie scelte definendo il sistema di reti un’opera necessaria di pacifica dissuasione, in attesa che si sviluppasse a pieno il programma di ripopolamento autoctono intensivo ( #vogliamo rondini italiane anche a gennaio.)
Il mese di maggio fu un’ecatombe per le rondini che rientravano in Italia: le più restarono impigliate nelle reti e le altre già provate dal lungo viaggio s’inabissarono in mare nel disperato tentativo di riguadagnare le coste africane. Volontari di GreenPeace e di altre associazioni non governative si calarono da elicotteri o si paracadutarono da aerei da turismo per liberare quante più rondini dalle recinzioni, ma furono ben presto costretti a desistere per l’intervento della nostra aviazione militare.
Mentre le rondini morivano a migliaia, le massime autorità dello Stato accolsero a Ciampino il cargo militare che portava un centinaio di coppie selezionate di volatili destinati alla riproduzione intensiva e controllata. Il presidente del consiglio alzò una gabbietta in favore di telecamere, ecco la nuova razza, esclamò con una certa prosopopea. Quell’estate i nidi sotto le grondaie restarono vuoti e a sera non s’udivano gli stridii del volo collettivo attorno ai campanili. Una piccola desolazione per la gente comune, ma in televisione il ministro della sanità assicurò che gli scienziati stavano svolgendo un lavoro febbrile e che presto si sarebbero visti i primi confortanti risultati.
L’ornitologo che era stato messo a capo della commissione resistette fino ad ottobre prima di ammettere davanti a una ristretta rappresentanza di ministri che i lavori erano a un punto morto, quello iniziale. Messo alle strette confessò di non avere la più pallida idea di come si operasse una manipolazione genetica, era stato avventato nelle affermazioni sui social, ma sapete bene com’è bisogna usare l’iperbole per mettere a tacere gli avversari di tastiera.
Del progetto rondini italiane anche a gennaio non si parlò più, anzi vennero diffusi studi preliminari secondo i quali le rondini importavano dall’Africa virus sconosciuti e nuove malattie, potenzialmente trasmissibili anche all’uomo. Non vi erano ancora evidenze scientifiche a sostegno di tali teorie ma bastò che queste venissero divulgate per far sorgere in una parte, non grande, della popolazione un’avversione per quegli uccelli un tempo tanto amati.
Ignare di tutto ciò e spinte unicamente dall’istinto, la primavera successiva le rondini ripresero la loro consueta migrazione. Ma questa volta, forse memori della tragedia dell’anno precedente, aggirarono la Sicilia dove ancora esistevano le orribili reti e fecero rotta sulla Sardegna e da lì dopo una sosta di pochi giorni ripresero il volo per diffondersi su tutto il territorio nazionale.
Curiosamente il loro ritorno, salutato festosamente dalla maggioranza delle persone, coincise con un crollo dei consensi verso il Governo in carica.
Contavo sulla ragionevolezza delle rondini, ma per quel che so mi risultano anche essere bestiole piuttosto permalose e vendicative, e dotate di una certa precisione negli attacchi dall’alto. Prevedo un Palazzo Chigi a pois.
Sei bravo e geniale come sempre.
non è escluso che le rondini appena riambientatesi abbandonino momentaneamente i campanili per concentrarsi su Palazzo Chigi 🙂
ti ringrazio
ml
Mi hai fatto ricordare una certa storia di una fattoria… sicuramente anche George Orwell ti lascerebbe un grande sorriso 😉
Ovviamente mi riferivo all’abile uso dell’allegoria, non alla direzione del contenuto… Buona giornata.
sì, sì, avevo capito 🙂
ciao Ester
da Esopo a Orwell raccontare di animali è un modo utile per poter dire degli uomini 🙂
ciao Ester
ml
Una distopia che fa male, nonostante il finale rassicurante. E mi hai fatto pensare alla bellissima “Gli uccelli” di Battiato. 🙂
hai ragione, il finale è più consolatorio che realistico, ma ci tenevo a dire che la migrazione, per cielo o per mare, trova sempre una sua rotta a dispetto dei porti chiusi e delle reti innalzate 🙂
un saluto Lucy
ml
Una bellissima metafora che fa ripensare ad uno dei peggiori crimini della storia, alla razza ariana, agli immigrati che muoiono in mare, a tutto quello che ci eravamo ripromessi non sarebbe successo mai più ma che, ahimè, si sta pian piano facendo nuovamente strada tra i cuori e la mente della gente.
ti ringrazio di cuore per il tuo commento
un sorriso
ml
Pensavo inevitabilmente al mio garage, dove puntuali come un postdatato, le rondini tornano ogni anno e ritrovano i loro nidi..qualcuno si lamenta per le macchine scagazzate (ma basta coprirle), eliminarle sarebbe una cattiveria e favorirebbe il proliferare di animalacci e insetti nocivi.
Nella metafora che illustri, invece, toccherebbe andare a raccoglierci i pomodorini da soli.. ma a questo tanti non ci arrivano..ed è solo l’esempio più sciocco…
condivido il tuo pensiero, andremo a raccogliere i pomodori senza più l’aiuto…delle rondini!
ciao Franco, buona giornata
ml
Adoro le rondini e aspetto ogni anno il loro ritorno. La primavera senza di loro con i loro garriti e le loro pazze acrobazie nel cielo non sarebbe primavera. Ma, per quanto bellissima questa metafora, mai al mondo accosterei il mondo animale a quello umano. L’animale è sempre innocente, l’uomo mai.
però confermi quanto ho raccontato, gli animali, le rondini, ne escono più che puliti, gli uomini no 🙂
buon pomeriggio, Giuliana
ml
Gli uomini mai, caro Massimo. L’umanità è malvagia nel più profondo dell’anima, ed è questo il nostro inferno, vivere qui, tutti insieme a scannarci l’un l’altro per un pezzo di paradiso di poco valore
comprendo la tua amarezza e la condivido.
ogni tanto però mi prende la speranza di ravvedimento dell’umanità
… forse tra qualche …mila anni 😊
lo temo anch’io
🙂
Già 😞
🙂
Non ho parole! Buon fine settimana.💮🌨
grazie Lucia, buoni giorni a te
🙂
ml
L’ho letto tutto e… se devo essere sincero non m’è piaciuto questo racconto a base di rondini migratorie.
Prima di mettere le reti bisogna sapere… andare alla radice… perché le rondini devono migrare. Solo se si va alla radice si può… curare.
Ciao ml.
Quarc
intanto apprezzo la tua franchezza, preferisco una critica schietta a un encomio ambiguo 🙂
sono pienamente d’accordo che prima di erigere le reti si sarebbe dovuto studiare e capire il motivo della migrazione.
ma io parlando di rondini ho voluto descrivere quello che a mio parere è accaduto e sta accadendo nei nostri mari.
chiudere i porti o erigere reti senza aver creato i presupposti per fermare le partenze è un atto di un cinismo aberrante.
grazie del tuo intervento, Quarc, che mi ha dato modo di spiegarmi
ml
Caro ml,
Avevo ben capito quello che hai voluto dire. Come l’hai scritto è bellissimo… è il finale che non m’è piaciuto. La migrazione dovrà essere fermata perché gli organismi internazionali dovranno darsi da fare affinché le nazioni africane diventino ben vivibili. Dovranno andare alla radice delle cause e “aggiustarle” onde evitare, come nel tuo racconto, l’ineluttabilità di quanto sta accadendo… che fa male soprattutto a loro.
Buona serata.
Quarc
P.S.: Lo so… sto sognando.
in effetti non so se sono più sognatore io con quel finale di rondini che tornano aggirando gli ostacoli o tu con le nazioni africane rese vivibili dagli organismi internazionali.
un sorriso (un po’ amaro date le circostanze)
buona serata a te, Quarc
ml
complimenti per ‘l’equidistanza’ della cronaca di un immediato futuro! in pratica, ad oggi (statisticamente parlando), un quasi 40% della popolazione italica osannerebbe per la ‘norma anti rondine’, il restante è per il 50% indifferente e il 10% si sbigottisce e deplora.
consola che le rondini siano dotate di mezzi adeguati a ‘sorvolare’ di cui i bipedi invece sono sprovvisti:(
però io confido che buona parte di quel 50% di indifferenti ritrovi l’entusiasmo di fronte alla caparbietà delle rondini 🙂
ciao Teti
ml
Davvero affascinante questo tuo racconto allegorico…naturalmente ogni riferimento a persone realmente esistenti o a fatti realmente accaduti è del tutto casuale 🙂
eheh, naturalmente 🙂
ciao Pino
un sorriso e un grazie
ml
Parafrasando un vecchio adagio: una rondine non fa primavera.
vero, una no, ma dieci, cento, mille rondini che tornano aggirando le trappole fanno primavera e anche estate 🙂
ciao Harley
ml
le rondini sono più furbe del governo gialloverde che spreca il suo tempo a tirare su reti anti rondini. Il trump nostrano è veramente un pover uomo, che infiamma dei poveracci senza testa.
Geniale racconto e geniale conclusione
ti ringrazio GianPaolo, ci tenevo che alla fine le rondini riuscissero a tornare 🙂
ml
che estate sarebbe senza rondini?
infatti!
tutti d’accordo
sì!
ciao
mi ero dimenticato di aggiungere che le ronsini sono spudorate. Sono tutte nere e clandistine
Esatto, è la loro clandestinità che ha scatenato questo deplorevole putiferio
un sorriso
ml
ma loro sono più furbe
sicuramente 🙂
ciao
ciao
Bellissimo post, diverso da sempre, una favola allegorica, ancorata alla realtà più di quanto vorremmo: il potere che cerca conferme a sé stesso lo fa, prima o poi, con iniziative insulse come questa da te immaginata.
Il potere si danna da solo, ma per noi (purtroppo) è difficile fermarlo prima…
Sì il potere si danna da solo, quando il danno ormai l’ha fatto, purtroppo
Grazie Sabina per il commento solidale
ml
bellissima metafora di una realtà tristemente attuale
una tristissima realtà che negli ultimi giorni ha superato la metafora.
grazie Mela
una buona notte
ml
La vera bestia non è l’animAle…
Sei lapidaria ed esatta.
Grazie
ml
Lapidaria non mi è mai stato detto 😅 Lo sai che per scrivere un articolo ci metto un paio di settimane? Mi piacerebbe tanto avere la tua, la vostra, padronanza della parola. Io sono troppo sintetica.
Grazie a te! Un abbraccio
ma io non sono padrone delle parole, mi sfuggono da tutte le parti, è un continuo inseguirle e non sempre le acchiappo 🙂
ti abbraccio 🙂
Tu scrivi divinamente, pochi lo sanno fare come lo fai tu. E lo sai che sono spudoratamente sincera 😊
caspita, Cuore, che complimentone coi controfiocchi
grazie davvero 🙂
e mi sono persa tanti tuoi racconti, ma recupererò 😊
Tu leggi, io ti accendo il fuoco 🔥