Archivio | febbraio, 2019

terzo pontile

26 Feb

c.calati

 

 

Una mattina di fine settembre, dopo aver girovagato per la città dorata, prendo la salitella che partendo dalla piazza del mercato s’inoltra tra vecchie ville e qualche casa contadina in una periferia perfetta che con poche faticose pedalate sfuma dal traffico alla solitudine del lago. Una cosa di cui sono grato a Ivrea è questa facilità all’evasione.

Dalla strada il pontile sembra deserto, Continua a leggere

crowdfunding

24 Feb

by web

 

 

Avevo preso l’abitudine di leggerla, non ricordo come fosse iniziata, ma da qualche anno ormai non mi perdevo i brani che comparivano con regolarità nel suo blog. Nonostante la reciproca frequentazione da appassionati di scrittura, di lei sapevo poco o nulla, se non l’occhio velato dai capelli che appariva nel suo avatar, e soprattutto lo stile con cui tesseva la ragnatela di parole che m’intrappolava al monitor. Continua a leggere

il pontile

20 Feb

photo by margherita calati

Vengo spesso qui, di passaggio verso le colline intorno o di ritorno dal girotondo di questo lago incastonato sotto il Monbarone. D’estate c’è folla e allora tiro dritto, ma in pieno inverno è un luogo solitario adatto a me. Continua a leggere

una coppia venuta da fuori

17 Feb
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c.calati

 

 

Che coppia stramba, borbottavano in paese vedendoli passare la mano nella mano, mai le dita intrecciate, solo il palmo stretto al palmo, come si fa con i bambini per paura che ti sfuggano. E nessuno sapeva dire chi dei due potesse sfuggire all’altro. Lei sempre curata, di un’eleganza estrosa, nastri tra i capelli, camiciole e gonne a fiori, lui sciatto, sandali nei piedi, una barba ispida da ladro e una selva di capelli bianchi a scendere confusi sulle spalle o trattenuti malamente da uno spago. Continua a leggere

d e n t i

14 Feb
Bonette

by web

 

 

 

Meno mi alleno, più ingigantisco i sogni.

La più recente tra le fantasticherie da atlante è il Col de la Bonette che ha un nome morbido, accattivante, mi fa pensare a una zuppa inglese, tremolante allo sfarfallio dell’orizzonte. Ma lo scenario nelle foto è apocalittico, non un filo d’erba, non un cespuglio, un fiore, un cardo, un albero che folle sfidi l’altitudine, ovunque è un pietrisco frantumato da paesaggio lunare. La sua ascesa deve essere qualcosa di estenuante, con i suoi 2800 metri è il colle ciclistico più alto d’Europa. Continua a leggere

il vino, il pane e le parole

10 Feb

c.calati

 

 

Una transvolata atlantica, un volo senza scalo da pionieri come Lindbergh, a guardare il silenzio delle stelle e a temere il mare, un’ostinata migrazione di anatre stremate, e la resa sarebbe senza scampo, un peregrinare medioevale lungo la via francigena, dov’era più facile morire che raggiungere Cluny.

È tutto qui il nostro andare, spedito o fiacco, da un capo all’altro di questo tragitto tragico e imperdibile che chiamiamo vita. Continua a leggere

tre-ana-3

8 Feb
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c.calati

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c.calati

 

 

Mi piacciono queste tre ragazze accovacciate sul pontile come fosse ferragosto. Vociano e ridono. Dalla riva non sento ciò che dicono né vedo ciò che sono, belle, brutte, giovani, più avanti negli anni, ma che importanza ha? Belle lo sono a prescindere dall’estetica, giovani indipendentemente dall’anagrafe. Continua a leggere

ci sono storie

5 Feb
giulietta

by web

 

 

Ci sono storie che conservi a lungo in mente, ti vivono dentro, crescono silenziosamente e ti accompagnano nel quotidiano come simpatici tarli che sei abituato a sentir lavorare nei vecchi mobili di casa.

Insomma, ti sembrano reali certe storie ma non è detto che alla fine le realizzi. Continua a leggere

la ragazza degli orecchini

2 Feb

photo by luca ferrara

 

 

La nostra cittadina ha i suoi momenti più belli nella brutta stagione, almeno per me che mal sopporto le folle estive di turisti.
Siamo abbarbicati su uno sperone di roccia a strapiombo sul mare.

Quando la pioggia lava il lastricato delle strade con la violenza di una massaia a Pasqua, quando il vento sferza le case cavandone suoni quasi musicali, cigolii e rintocchi strani di ante sbattute su cardini rosi dal sale, io esco e mi spingo su fino alla balconata della piazzetta alta. Allora il nostro mare, di solito così piatto, sembra un oceano gonfio di bile. Bello e potente, lui schiuma la sua rabbia in lingue bianche che vedi fino all’orizzonte e io appoggio i gomiti alla balaustra e sto lì a guardare quella bellezza violenta, respiro la sua furia senza venirne contagiato, anzi m’acquieto e lascio che l’acqua salmastra mi levighi la faccia e m’infradici la barba.  Continua a leggere