
photo by luca ferrara
La nostra cittadina ha i suoi momenti più belli nella brutta stagione, almeno per me che mal sopporto le folle estive di turisti.
Siamo abbarbicati su uno sperone di roccia a strapiombo sul mare.
Quando la pioggia lava il lastricato delle strade con la violenza di una massaia a Pasqua, quando il vento sferza le case cavandone suoni quasi musicali, cigolii e rintocchi strani di ante sbattute su cardini rosi dal sale, io esco e mi spingo su fino alla balconata della piazzetta alta. Allora il nostro mare, di solito così piatto, sembra un oceano gonfio di bile. Bello e potente, lui schiuma la sua rabbia in lingue bianche che vedi fino all’orizzonte e io appoggio i gomiti alla balaustra e sto lì a guardare quella bellezza violenta, respiro la sua furia senza venirne contagiato, anzi m’acquieto e lascio che l’acqua salmastra mi levighi la faccia e m’infradici la barba. Continua a leggere →