Archivio | aprile, 2019

la Gazza

29 Apr

c.calati

 

 

Ieri mi sono deciso, era da tempo che volevo conoscere quell’uomo.

Di ritorno dalla consueta passeggiata tra le vigne, anziché rientrare in casa, ho proseguito lungo la salita a ciottoli che porta al castello. Prima ancora di scorgere la panchina della quercia sapevo che lo avrei trovato lì.

Eccolo, infatti. Era seduto al centro di questa: le braccia distese lungo lo schienale, il corpo rilassato sulle stecche di legno, occupava da solo l’intera panchina. Mentre mi avvicinavo, una gazza che stava impettita ai suoi piedi si spostò prudentemente, con piccoli saltelli,  sotto i rami bassi della quercia, ma non volò via come mi aspettavo. Continua a leggere

lago d’Orta

26 Apr

by c.calati

 

 

Non è la prima volta che da solo o in compagnia compio il periplo del lago, anzi sono talmente tante le volte che ad altri sarebbe già venuto a noia. Non a me che amo le sue dimensioni contenute, stretto com’è dalle montagne, e la modestia a cui è costretto dalla vicinanza del Maggiore. Continua a leggere

quell’uomo

22 Apr

c.calati

 

 

Quell’uomo mi ha incuriosito.

Mi capita, una o due volte al mese, di vederlo passare sotto la finestra del mio studio mentre affronta la salita dai ciottoli sconnessi che porta al castello. Non so come si chiami né da dove venga, sicuramente non abita nel borgo, siamo talmente pochi che ci conosciamo tutti. Probabilmente arriva  da una qualche casa dei paraggi e vuol dire che si sobbarca ogni volta un bel cammino. Continua a leggere

Divago

18 Apr

photo by c.calati

 

Il bello del teatro, anche al mio livello ultra amatoriale, è il continuo dentro e fuori da sé stessi, come intrappolati in una porta girevole, pezzo forte di Charlot. Ti assegnano una parte, la leggi, la studi e ti senti assai distante da chi devi interpretare, caratteri diversi, pose, parole, filosofie opposte tra te e lui. E pensi che dovrai scindere persona e personaggio, per qualche ora alla settimana dovrai essere diverso da te stesso, dovrai indossare una maschera, farti personaggio.

Così pensi all’inizio e ti senti schizofrenico. Continua a leggere

domani non parleremo che di lei

15 Apr

by c.calati

 

 

 

 

Nella foto siamo solo in tre, manca Giusi che si è sacrificato dietro l’obbiettivo. Gli abbiamo detto dai scatta tu che poi ci diamo il cambio. Lui che ci teneva a essere immortalato con noi, si è fidato, ma noi, al momento buono, appena fatta la foto ci siamo dileguati sulle bici per pura cattiveria, tanto lui non se la prende.

Questa mattina ci siamo trasferiti in macchina sul Garda e ora partiamo da Peschiera  puntando dritti a Sud, alla volta del Po.

Percorso piatto, pedalata pigra come il Mincio che ci scorre a fianco.

Si chiacchiera e si pedala senza fretta. Continua a leggere

ultima luce

12 Apr

c.calati

 

 

 

Fu come un appuntamento al buio stabilito con solo un minimo preavviso.

Camillo, indaffarato in cucina, aveva notato il raggio di sole che entrava dalla grande finestra spalancata davanti a lui e istintivamente si era voltato per vedere dove andasse a posarsi la luce calda del tramonto.
Guardò e Continua a leggere

glicine e Vietnam

10 Apr

by web

 

 

Ho questa pianta secolare che diramandosi abbraccia tutto il perimetro del terrazzo e con i suoi boccoli ricopre la facciata in una capigliatura elaborata alla Rossella O’hara. Continua a leggere

imprevedibili alleanze

7 Apr

c.calati

 

 

Cani e gatti, nemici per la pelle e per il pelo. I miei non fanno eccezione, anche se più che nemici sono rivali. Si rubano a vicenda il cibo, i giochi e il nostro affetto, si provocano e si stuzzicano in improvvisi assalti e di solito è Enea, il gatto, ad attaccare briga finchè Camilla, il setter, si scoccia e lo insegue latrando per il prato ma lui è rapido a rifugiarsi tra rovi irraggiungibili. Continua a leggere

betulle mie, fanciulle immaginarie (prospektiva Nievsky)

4 Apr

by c.calati

 

 

Esili fanciulle le betulle, la malinconia dei corpi chiari a contrastare la spavalderia d’altre piante. Continua a leggere

legami di latte

2 Apr
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c.calati

 

 

Maddalena era stata terra solcata dall’aratro, mare attraversato da più navi, ma le sue acque non avevano portato pesci nè il suo campo aveva germogliato frutti.

E se all’inizio l’assenza di figli era stata un sollievo, col tempo questo vuoto era divenuto un peso, presto insostenibile.

Anni di desiderio inesaudito e inesaurito.

Poi fu una differente attesa, la scelta di una nuova strada, ben più lunga delle quaranta settimane, una cova vuota che sembrava non finire mai, come se nel suo caso il tempo non avesse fretta. Continua a leggere