
by c.calati
Nella foto siamo solo in tre, manca Giusi che si è sacrificato dietro l’obbiettivo. Gli abbiamo detto dai scatta tu che poi ci diamo il cambio. Lui che ci teneva a essere immortalato con noi, si è fidato, ma noi, al momento buono, appena fatta la foto ci siamo dileguati sulle bici per pura cattiveria, tanto lui non se la prende.
Questa mattina ci siamo trasferiti in macchina sul Garda e ora partiamo da Peschiera puntando dritti a Sud, alla volta del Po.
Percorso piatto, pedalata pigra come il Mincio che ci scorre a fianco.
Si chiacchiera e si pedala senza fretta.
Faccio una battuta a Toni per sondargli l’umore ma lui risponde con un mugugno, si vede che lui sta rimuginando pensieri più profondi.
L’invenzione del linguaggio è stato il primo atto dell’uomo dettato dalla paura, sentenzia sicuro.
Oddio, è peggio del previsto, speravo si limitasse alle solite elucubrazioni sul tempo che non esiste o sulla bellezza di invecchiare in fretta e male. Rimpiango le salite che costringono al silenzio, ma intanto abbocco come un pesce:
Ma che dici? La parola è nata spontaneamente per soddisfare il bisogno di comunicare ed è stata una tappa fondamentale nell’evoluzione della specie.
Niente da fare, Toni non lo taciti con la logica spicciola, lui vola più in alto.
Un gesto di vigliaccheria, la comunicazione verbale ha soppiantato altre forme di comunicazione più difficili ma che sarebbero state più gratificanti, se solo l’uomo avesse osato.
I segnali di fumo?- provo a ironizzare, ma lui non batte ciglio:
No, quelli sono già un messaggio strutturato. Penso piuttosto alla telepatia.
Cazzo, la telepatia no! Sarà la solita lite, va a finire sempre così tra me e Toni, che si parta da una banale questione di lavoro o che si tratti di un dialogo sui massimi o, più spesso, minimi sistemi, noi c’infervoriamo presto fino al parossismo. Ma per fortuna oggi non raggiungiamo questo punto. Dopo un batti e ribatti, Toni mi indica col dito, in mezzo all’acqua ferma di una lanca, una ninfea grande come un’isola lussureggiante.
Ah! mi limito a esclamare, stupito da tanta bellezza. E lui osserva pronto:
Vedi, non abbiamo avuto bisogno di parole. Sei sulla strada buona per la comunicazione telepatica.
Ahssì? Allora vedi di decifrare questo mio messaggio subliminale.
Ok, ok, ricevuto. Ma anche il tuo vaffanculo dimostra l’efficacia del pensiero non espresso a voce.
Mauri osserva sollevato il finire nel nulla della discussione. A questo punto può anche togliersi gli auricolari con cui si era estraniato. Da quando è diventato padre pedala sempre col casco in testa, che comunque indossato così, di traverso come fosse un basco, non lo proteggerebbe nemmeno da una cacca di piccione.
E intanto si pedala sotto un sole tranquillo. In un paesino di campagna ci imbattiamo nel mercato, così giriamo per le bancarelle assaggiando fette di salame e piluccando tocchetti di formaggio, sembriamo massaie diffidenti che vogliono verificarne la bontà prima dell’acquisto e intanto ingrassano. Ad una mescita proviamo a gustare il vino locale, una specie di Lambrusco. È frizzante e acidulo, una vera schifezza con cui però alla fine ci facciamo riempire una borraccia a testa. Mai capitato che bevessimo vino prima di sera, ma in questo giro ci siamo ripromessi piccole sregolatezze e ci stiamo applicando con metodo e rigore.
Poco più avanti, dopo una sosta sull’argine a consumare le provviste, ci perdiamo Toni. Ancora abbiamo da capire come sia successo: avevamo deciso di prenderci un caffè e lui si era detto d’accordo, eppure il tempo di arrivare al bar, ben visibile al di là del ponte e lui è sparito. Mauri inclina un po’ di più il casco per grattarsi in testa e riflettere, Giusi si arrampica come una scimmia ubriaca su un alberello striminzito a scrutare l’orizzonte ma non vede oltre pochi metri, io memore dei discorsi del mattino provo a mettermi in contato telepatico, ma niente da fare, lui non risponde, si vede che è impegnato su un’altra linea. A nessuno viene in mente di chiamarlo al cellulare.
Archiviamo serenamente la pratica Toni, in fondo siamo sempre stati in tre nei nostri giri filosofeggia “casco sbilenco”, e riprendiamo a pedalare a ritmo fiacco e animo svagato.
Quando ormai ci siamo dimenticati di lui e bene o male abbiamo macinato decine di chilometri, lo ritroviamo all’ombra di una pianta. Come ci vede chiede:
Ma allora, ‘sto caffè?
Mantova ci accoglie come una città tedesca, che per un ciclista itinerante è il massimo apprezzamento. Costeggiamo laghi ricchi di ninfee, attraversiamo ponticelli in legno e prati ben rasati che digradano fino a riva e raggiungiamo il centro storico senza attraversare squallidi quartieri periferici.
La città, vecchia di pietre e vivace di gente, ci affascina da subito. Prima ancora di cercare alloggio ci sediamo ai tavolini di un bar di fronte al Palazzo della Ragione, una birretta è quello che ci vuole.
A sera bighelloniamo per strade acciottolate e antichi portici, finchè seguendo l’istinto della fame troviamo, in una piazzetta poco più grande di un cortile, un ristorante dal nome accattivante, “La zucca gialla” e lì ceniamo all’aperto, sotto una stellata da far invidia ai tropici. Ci serve una ragazza di colore dal sorriso smagliante e dal perfetto italiano. Ogni volta che si avvicina al nostro tavolo interrompiamo le nostre chiacchiere e la guardiamo imbambolati, lei ride e se ne va.
Figa è figa, sintetizza Giusi, ma da dove verrà? Io dico India.
Iniziamo una vivace discussione che ondeggia paurosamente tra l’etnico distaccato e il razzista strisciante. Troppo vigliacchi per chiederlo direttamente a lei, giriamo la domanda sulla provenienza al ristoratore.
E’ eritrea di origine, ma italiana a tutti gli effetti.
E aggiunge sottovoce che canta molto bene, sta studiando da cantante lirica. La notizia ci riempie di eccitazione, come avessimo appena saputo quanto è vellutata la sua pelle e non quanto è intonata la sua voce.
Vuoto uno dopo l’altro bicchieri di rosso, questa volta fermo e corposo, e quando la ragazza viene a portarci il conto le chiedo a bruciapelo di cantare qualcosa. Lei prima ride poi si nega con fermezza. Provo a insistere e forse nell’euforia alcoolica trovo le parole adatte, vai a ricordarti quali ho usato, perché la ragazza mi ascolta seria e senza preavviso dispiega la voce.
È una canzone popolare americana che Joan Baez e Bocelli, per citarne due, hanno resa famosa nel mondo. Dalle prime note cessa ogni brusio ai tavoli, la gente in piazza si blocca, non si ode un passo o un fiato, solo la sua voce, potente e delicata, che riempie l’aria. Tutti la ascoltano, ma la ragazza sta cantando solo per noi, è appoggiata al nostro tavolo e ci scruta negli occhi, vi sto regalando una parte di me sembra dirci col suo sguardo fiero; sento dietro di me un “cristo santo” che sa più di devozione che di bestemmia, credo sia Giusi, Toni è una statua di sale, Mauri alle mie spalle non respira, io guardo verso il cielo come vi potessi ritrovare i frammenti dei suoi acuti che si disperdono tra le stelle che punteggiano la notte. Mantova è immobile, le vecchie pietre, i passi della gente, le biciclette, i ciottoli, le liti, l’acqua dei laghi, i tacchi, tutto a Mantova è improvvisamente immobile alla sua voce.
Non so quanto duri il canto, un’eternità troppo breve, ma so che la sua voce ci penetra sotto la pelle, ci scuote le ossa, ci cambia il cuore.
Torniamo muti all’albergo, troppo frastornati per dire cose sensate, solo esclamazioni, sospiri e una strana fratellanza che proprio lei ci ha rinsaldato.
Domani dalle prime ore in bici berremo lambrusco sulle strade d’argine accanto al Po.
Domani non parleremo che di lei.
Ma è vero poi che domani non si parlerà già più di lei? Perché ogni parola sarebbe inutile, per non dire non abbastanza, come direbbe Toni 😀 .
Mi è piaciuto molto questo tuo raccontare! Ci sono riflessioni, emozioni e significati. E, poi, non mi aspettavo affatto una conclusione del genere, quindi c’è stata anche la sorpresa! Eh niente, è stato davvero piacevole 😀
in queste gitarelle di qualche giorno c’è sempre qualche emozione e, soprattutto a sera, qualche riflessione seria o seriosa 🙂
di lei ne abbiamo parlato l’indomani e il giorno dopo ancora e contraddicendo toni avevamo continue parole a ripercorrere la scena 🙂
grazie M.aria
ml
A questo punto, l’avrei voluta sentire cantare anch’ioooo 😍
Ciao ciao, Massimo! 🙂
ti saresti incantata alla sua voce suadente 🙂
Ps. Troppo simpatica anche l’immagine delle massaie 😆
eheh, è stata una gita anomala all’insegna di piccole continue trasgressioni gastronomiche, pochi chilometri e tanto cibo..come le massaie 🙂
Bellissimo ed intenso nonostante voglia apparire leggero. C’è tutto di voi in questo post.
sì, molto se non tutto, e per una volta la bici era marginale, poco più di un’occasione 🙂
buona giornata, Giuliana
A te 🤗
🙂
sbaglio o è la prima (e tanto attesa) biciclettata della stagione?
beh, il preludio è ben augurante…
(e sulla telepatia in effetti posso concordare… in fondo per decenni si è pensato che nel futuro sarebbe diventato lo strumento principale di comunicazione… ma dubito che ci arriveremo, del resto ci stiamo avviando verso il pensiero unico a cui c’è poco da opporre altro che sonore bestemmie:(
in attesa che il tempo migliori ho rievocato una gita di qualche tempo fa, rimasta nel cuore grazie alla cantante.
(Toni con le sue idee stravaganti è un ottimo argine al pensiero unico, telepatico e no)
ciao, Teti 🙂
ml
Io credo che tu sia molto più convincente nel raccontare che nel pedalare…:-)
eheh, non so se prenderlo come un complimento alla scrittura o un rimprovero alla pedalata fiacca, ma hai ragione, scrivo meglio di quanto pedali 🙂
ciao Pino, un abbraccio allegro
ml
che arzillume
eheh, sì, ma avessi sentito la ragazza, da far tremare i vetri e i polsi 🙂
ml
Bellissimo .. tutto
grazie Giampiero 🙂
ml
Si ha immediata confidenza cogli amici e coi luoghi e in piú hai aumentato la mia curiosità verso Mantova
vacci, da sola o in buona compagnia, è una città che merita 🙂
ciao Lalli
ml
( )
( )
( !)
Spero sia arrivato 😊
ahahah, sì, arrivato forte e chiaro 🙂
grazie delle calde parole telepatiche 🙂
ti abbraccio, Melina
ml
Averva ragione il tuo amico, perchè qualcosa di non codificato vi ha portati fino a lì, eppure vi ha detto di andarci.
Il destino spesso e è cinico, baro, bastardo e anche assassino, ma non necessariamente. Stavolta vi ha riservato quello che è un piccolo sortilegio.
Segnare sotto alla voce “fortuna”.
..e pensa che saremmo dovuti andare da tutt’altra parte, poi, all’ultimo momento, senza un motivo preciso se non la voglia di andare pigramente, abbiamo cambiato itinerario!
ciao Dimaco 🙂
ml
Ma che bel gruppo di amici!
…un finale davvero bello, imprevedibile e perciò apprezzabilissimo…
Prendo nota del ristorante che il prossimo mese vado dalle quelle parti.
Complimenti sempre di farci partecipare alle uscite su due ruote 🙂
..e speriamo che alla Zucca gialla ci sia ancora la ragazza dalla voce superba 🙂
ciao .marta, grazie a te che mi leggi 🙂
ml
Racconti sempre bene
ti ringrazio!
🙂
ml
una bella gita allietata da una bella ragazza che studia da cantante. Ma domani parlerete solo di lei?
Sì, aiutati dalle borracce di lambrusco che scioglieranno le lingue:)
ml
vi state dopando 😀
ahah, decisamente sì:)
ciao
ciao
Come mi mancano i lunghi pomeriggi estivi dei 20 anni, in bici lungo i navigli tra i campi di granturco e una bottiglia ad accompagnare pane e salame 🙂
eheh, in fondo questi giretti con qualche amico servono anche per rivivere l’atmosfera dei 20 anni 🙂
Un sorriso
ml
Finalmente hai ripreso la bici. Ci mancava!🚲🚲🚲👗👠👛
sì, ho ripreso a pedalare ma non ho ancora fatto giri di più giorni.
il viaggio di questo brano è di qualche tempo fa e l’ho rievocato ora in attesa di partire nuovamente.
ciao Lucia e grazie per il tuo sostegno 🙂
ml
La zucca gialla. Ricordo: ci sono stata più di un anno fa per il mio compleanno. Bel reportage. Mi chiedo come fai, pedalando, a ricordare e riscrivere tutto, compresa l’atmosfera. A me ogni cosa svanisce.
eheh, i pedali sono un ottimo setaccio che lascia passare tutte le cose senza importanza e trattiene piccole pepite d’emozione 🙂
La zucca gialla, che bella coincidenza!
un sorriso, simpatica Eletta
ml
🐞😉
🙂
Che bel gruppo di amici e che bel modo di raccontare. Mi è venuta voglia di visitare Mantova!
bel gruppo e bell’incontro 🙂
Mantova merita davvero
ciao Riccio
ml
Ma sapete dove andate? Usate un navigatore o pedalate all’avventura?
naa, il navigatore toglie poesia 🙂
abbiamo in testa e sulle cartine un itinerario di massima ma siamo sempre disposti a cambiare strada
e poi gli errori e gli imprevisti fanno parte del gioco 🙂
ciao B
ml
Certo si, ma in linea di massima sapete dove vi trovate, questo volevo capire 🙂
un sorriso a te