ogni notte muore un blog

29 Mag

by c.calati

 

 

Se ne stava lì sul ponte, i gomiti appoggiati sulle pietre della spalletta e la mente impegnata a consumarsi tra meditazioni di minima levatura e noia piatta, difficile distinguere tra i due stati.  La tesa del cappello grondava goccioloni giù nel fiume, ma Camillo nemmeno s’era accorto che stesse piovendo.

Guardò sotto di sé l’acqua accalcarsi tra le arcate e ripensò alla folla che defluisce dallo stadio, la rabbia per la sconfitta della squadra a provocare ingorghi all’uscita non diversamente dall’euforia per la vittoria, io allo stadio non ci vado, proprio per evitare quel percorso obbligato, pecore incanalate alla tosatura, acqua che s’infogna sotto il ponte.

Guardò di nuovo la corrente in un pensiero opposto, i gorghi, i mulinelli, le giravolte erano i passi di un tango stralunato che il fiume ballava con le foglie trasportate in superficie, quella ampia dell’acero che vorticava come una ballerina sovrappeso ancora capace di passione, quella elegante del ginkgo che leggera si lasciava travolgere dall’impeto del ballo, quella frastagliata della liquidambra, un abito a frange da inizio novecento che ondeggiava a pelo d’acqua. Si suggestionò talmente seguendo le evoluzioni delle foglie che gli parve di sentire le note languide di una fisarmonica sudamericana, ma forse erano solo gli scrosci della pioggia.

Poi la sua attenzione fu attratta da alcuni rametti che come effimere barchette cavalcavano veloci la corrente. Quando questi sopraggiunsero in prossimità del ponte, Camillo si spostò alla spalletta opposta per vederli riapparire dopo il breve tragitto cieco. Si stupì che qualche pezzetto di legno mancasse all’appello, forse rimasto incagliato tra le pietre o risucchiato sul fondo da un gorgo.

Provò una delusione sproporzionata alla banalità dell’episodio, quasi un dolore per quelle sparizioni silenziose. Probabilmente nel suo inconscio aleggiavano altre sparizioni di maggior portata e altrettanto inspiegabili. Conoscenze appena sfiorate in vita e improvvisamente immortalate sui  necrologi, vicende seguite per qualche tempo sui giornali di cui poi non si era saputo più nulla, notizie insabbiatesi come carpe sul fondo melmoso dell’informazione, o anche quei blog che sparivano ogni giorno senza spiegazioni, li leggevi alla sera e al mattino non c’erano più, inghiottiti dal buio della notte, forse dilaniati da crisi esistenziali, o annientati dal silenzio appena nati.

Queste, in realtà, sono deduzioni mie che arbitrariamente attribuisco a lui. Perché, a essere sinceri, Camillo nulla sapeva  di metafore, di simbolismi e nemmeno di blog che vanno e vengono o restano nel tempo.

Lui quel giorno abbandonò il ponte con un dispiacere torpido per la scomparsa dei legnetti senza domandarsi oltre. E tanto gli bastò ad alimentare per una mattinata intera il suo malessere.

50 Risposte to “ogni notte muore un blog”

  1. tramedipensieri 29 Maggio 2019 a 14:53 #

    …e tre ne nascono…

    • massimolegnani 29 Maggio 2019 a 21:49 #

      ..del bicchiere tu vedi la metà piena, io la metà vuota 🙂
      buona serata .marta
      ml

  2. pino 29 Maggio 2019 a 15:05 #

    …e nessuno che ti possa dire qualcosa su quella improvvisa sparizione. Restano solo le tue supposizioni, le più strane.

    • massimolegnani 29 Maggio 2019 a 21:55 #

      Già, solo supposizioni.
      E mi chiedo se siamo noi, che abbiamo blog da anni, a essere troppo ripetitivi, o loro, che scompaiono al primo colpo di vento, a essere poco costanti.
      Ciao Pino
      ml

  3. Apparentemente 29 Maggio 2019 a 18:02 #

    Molte volte muoiono quando diviene meno importante il malessere che ha generato il bisogno di scrivere,e molte volte quel malessere diventa più importante e le parole rimangono chiuse in un angolo della testa perché tutto sembra così stupido,anche dire.

    • massimolegnani 29 Maggio 2019 a 22:05 #

      Quindi ci vuole vuole la giusta dose di malinconia, quella che ci rende più sensibili ma non è così intensa da paralizzarci. Mi sembra una buona spiegazione, grazie.
      ml

  4. mocaiana 29 Maggio 2019 a 19:32 #

    Oppure wordpress li dimentica…

  5. Giuliana 29 Maggio 2019 a 20:57 #

    Certi malesseri nascono proprio da minuscole cose, apparentemente banali, che si insinuano dentro di noi e stanno lì, accucciate, a mordicchiarci l’animo

    • massimolegnani 29 Maggio 2019 a 22:11 #

      Sì è una specie di spiacevole cortocircuito.
      Ciao Giuliana
      ml

      • Giuliana 29 Maggio 2019 a 22:40 #

        😊

      • massimolegnani 29 Maggio 2019 a 23:04 #

        🙂

  6. titti onweb 29 Maggio 2019 a 21:05 #

    andiamo avanti………….avanti però!

  7. Walter Carrettoni 29 Maggio 2019 a 21:57 #

    Bellissima l’immagine della danza delle foglie…

    • massimolegnani 29 Maggio 2019 a 22:15 #

      Grazie Walter, e non ci sono due foglie che danzino allo stesso modo 🙂
      ml

  8. dimaco 30 Maggio 2019 a 00:14 #

    Ci sono cose migliori da fare. Così mi hanno detto, almeno.

    • massimolegnani 30 Maggio 2019 a 00:36 #

      sì, si favoleggia di un mondo là fuori, dovremo andare a verificare, prima o poi.
      ml

  9. Neda 30 Maggio 2019 a 13:13 #

    Sono ancora qui a domandarmi che fine hanno fatto certi blog con cui avevo stabilito dei contatti e che mi piacevano, prima con Flickr, poi con WP. Quando mi sono allontanata da Flickr, mantengo il blog ma non posto più quasi nulla, ho avvertito i più intimi e ogni tanto vado a visitarli scambiando un saluto. Mi sembrava il minimo, dopo un rapporto amichevole durato anni.
    Il dubbio che mi viene è che qualcuno sia morto e che nessuno si sia premurato di chiudere il blog, dandone notizia.

    • massimolegnani 30 Maggio 2019 a 14:59 #

      confesso che non penso mai che la sospensione di un blog sia dovuta alla morte del suo autore.
      naturalmente in qualche raro caso può essere come dici
      buona giornata Neda
      ml

      • Neda 31 Maggio 2019 a 10:36 #

        Ricordo il caso di una signora della quale seguivo il blog e che il marito ha continuato a tenere il blog aperto, anche se in modo saltuario, dando la comunicazione che la moglie era morta. Ha continuato a postare scritti e ricette delle moglie, anche se, ripeto, in modo saltuario.
        Mi chiedo che cosa succederebbe se io morissi, improvvisamente. Ho dato comunque a mia figlia l’incarico di chiudere la mia posta elettronica, il blog e l’album Flickr, pregandola di comunicare a tutti che cosa è avvenuto, lo stesso farà con le persone con cui sono in comunicazione, ma che non usano internet. Di solito è ciò che si fa quando muore qualcuno: si avvertono parenti e amici.

      • massimolegnani 31 Maggio 2019 a 12:26 #

        Confesso che pur riflettendo spesso sulla morte, alla mia età è naturale, non mi soffermo sui dettagli tecnici, disposizioni chiusure di account comunicazioni ufficiali.

      • Neda 1 giugno 2019 a 16:09 #

        Fa parte del mio carattere programmare a lungo termine, sono sempre stata così anche da bambina (per i miei familiari una gran rottura di scatole, perché programmo sempre tutto, anche le cose più banali)

      • massimolegnani 1 giugno 2019 a 18:45 #

        io sono più struzzo, so il domani, ci penso spesso e mi spaventa, ma ficco la testa sotto la sabbia come unico rimedio 🙂

      • Neda 2 giugno 2019 a 09:03 #

        Lasciando fuori il fondoschiena…scherzo naturalmente. Ti auguro una domenica felice e divertente.

      • massimolegnani 2 giugno 2019 a 09:51 #

        Grazie, oggi grigliata 🙂
        Buona domenica anche a te

  10. coulelavie 30 Maggio 2019 a 15:48 #

    è strano quanto uno ci rimanga male quando un blog che segue, a cui è affezionato, cessa di dare notizie di sé, ovvero rimane da un giorno all’altro fermo a quel solito articolo – per non dire che scompare proprio, ci si rimane proprio male, hai colto perfettamente l’idea. anche in questo momento ci sono blog che rimangono in silenzio di cui sono avido…

    • massimolegnani 31 Maggio 2019 a 00:32 #

      credo che lo smarrimento che proviamo sia dovuto alla precarietà dei legami che si formano tra chi scrive e chi legge su un blog: da una parte emozioni vive, dall’altra comunicazione fragile.
      ciao coulelavie
      ml

  11. il mio tributo alla bellezza 30 Maggio 2019 a 16:05 #

    Il blog è una di quelle cose che serve a fare il punto… per fare il punto occorre aver vissuto, per fare il punto occorre anche il tempo per potersi fermare e fare un esame introspettivo e questo, per molti, è un lusso che non ci si può permettere.
    Un blog diventa un’esigenza di condivisione un po’ più profonda, perché là fuori pochi accolgono, pochi sanno ascoltare, pochi danno valore a certe cose; viviamo in un mondo di specchi che riflettono loro stessi, e nessuno trova più il tempo di chiedersi di quale riflesso fa parte… e allora va a finire che ci si perde.
    Credo che i blog che chiudono appartengono a quelle anime perse, che non per questo hanno però smesso di esistere, e magari si ritrovano da qualche altra parte, su qualche altro blog, esattamente come quei legnetti che per il fatto che non si vedono più, non è detto che sono scomparsi. Io, ad esempio, per esser sicura di potermi ritrovare, mi sono lasciata aperti almeno 6 blog, che ogni tanto aggiorno e vado a trovare; è un modo per sapere dove approdare, all’occorrenza. Una o l’altra strada la dovrei trovare sempre, penso.

    • massimolegnani 31 Maggio 2019 a 00:35 #

      quindi tu hai sei legnetti/blog sotto il ponte 🙂
      battute a parte ti ringrazio per il tuo intervento ricco di riflessioni che condivido.
      buonanotte
      ml

  12. newwhitebear 30 Maggio 2019 a 17:28 #

    riflessioni che tutti i giorni facciamo: la perdita di qualcosa che ci infastidisce non per il valore ma per la mancanza di conoscerne il perché.
    Bravo

    • massimolegnani 31 Maggio 2019 a 00:40 #

      è vero, è l’aria di mistero che ci disturba, il non avere una spiegazione sicura per quanto accade.
      grazie GianPaolo
      ml

  13. lamelasbacata 31 Maggio 2019 a 00:09 #

    Qualche anno fa ho scritto anche io un post che parlava di blog inspiegabilmente chiusi. A onor del vero in maniera molto meno elegante di te, che ogni volta mi affascini con le tue descrizioni filosofico-naturalistiche.
    All’inizio ci pativo, ora non più. Scrivere non può essere solo un modo per dare voce al proprio malessere o alla propria solitudine. Io credo debba essere anche cura, fatica e dedizione e non tutti, io per prima, hanno la costanza o magari gli argomenti giusti per durare nel tempo. Spesso ho l’impressione di aver detto tutto e di stare girando intorno alle stesse banali considerazioni e credo che arriverà prima o poi anche per il mio blog la fine. Magari avvisando prima, che è sempre buona creanza!
    Notte serena amico mio 🙂

    • massimolegnani 31 Maggio 2019 a 00:54 #

      pure io, nonostante i tanti anni che scrivo su un blog, ogni volta che posto ho la sensazione che sia l’ultima, di aver esaurito pensieri e parole.
      è una sensazione spiacevole ma momentanea perchè poi ti accorgi che arrivano nuove idee o nuove emozioni e ti torna la voglia di raccontarle.
      probabilmente per altri quella stessa sensazione è più duratura, una montagna che non hanno la forza o la voglia di superare.
      grazie Mela cara per belle parole che hai speso per me
      una buona notte a te
      ml

  14. francobattaglia.blogspot.com 31 Maggio 2019 a 14:31 #

    Il blog non è un lavoro, ma una sfida, una palestra, un luogo di ritrovo (nostro) soprattutto. Scrissi anche io di blog abbandonati…come legnetti alla deriva. Chissà se tante di queste persone – in alcuni casi, lo so per certo, defunte fisicamente – hanno abbandonato per stanchezza, o magari per crescita. Hanno superato la “fase blog” e si dedicano fittamente ad una persona, o ad un’altra passione…chissà… comunque siamo tutti sotto una passerella di ponte, con qualcuno sopra che sbircia, e spesso, non si capacita… 😉

    • massimolegnani 31 Maggio 2019 a 16:14 #
        Sì siamo tutti, ci mettiamo tutti, in passerella e come noi abbiamo occhi, attenzione, supposizioni per gli altri, gli altri ci guardano, forse ci giudicano, in base a quello che scriviamo e magari lasciamo trapelare di noi.
        Ciao Franco 🙂
        ml
  15. Ghiandaia blog 1 giugno 2019 a 10:14 #

    Senza motivazione il blog stanca.🌾

    • massimolegnani 1 giugno 2019 a 11:44 #

      Sì, credo che tu abbia centrato il punto.
      Ci deve essere una spinta, la più varia, che faccia da motore all’ideazione di parole.
      Ciao Lucia
      ml

  16. cuoreruotante 2 giugno 2019 a 10:04 #

    A volte cambiano nome e identità virtuale… forse non dovremmo “affezionarci” troppo, o, almeno, provare a dare il giusto valore. Sembro cinica, lo so, ma troppi ne ho visti sparire rimanendoci, di conseguenza, molto male.
    Buona domenica, un abbraccio!

    • massimolegnani 2 giugno 2019 a 10:13 #

      Hai ragione, ci vorrebbe la giusta distanza che però spesso contrasta con l’emozione suscitata dalla lettura.
      Un abbraccio, Cuore
      ml

  17. Deserthouse 28 agosto 2019 a 00:14 #

    Non scrivo da un po’ sul mio di blog e mi è capitato di vederne qualcuno di blog sparire nel tempo, forse la vita là fuori li ha portati a fare altro. Io ad esempio mi sono ritrovata in un groviglio strettissimo è soffocante di pensieri, a dover lasciar andare persone io che questa cosa proprio non la so fare.

    • massimolegnani 28 agosto 2019 a 16:37 #

      comprensibile che la vita ogni tanto risucchi, tolga inchiostro e ispirazione, ma tu non sparire, mi raccomando 🙂
      ml

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