Archivio | giugno, 2019

il Cervino è ancora mio fratello

26 Giu

dal web

 

 

 

 

 

Pedalo sulla sponda meno battuta della Dora, acqua impetuosa che è stata neve fino a ieri.

Con l’occhio lento e il vento a gonfiarmi la vela immaginaria, vado vagabondando  come un barbone di lusso, perché mi nutro ad acqua, pane e salame, è vero, ma ho bancomat e carte infilate nel marsupio. Continua a leggere

occhi sottili

24 Giu

by web

 

 

Aveva occhi sottili come le feritoie di un capanno di caccia. Continua a leggere

viandanti sulla terra scabra

18 Giu

c.calati

 

 

Una vetta raggiunta a fatica, un faggio dall’ombra obliqua, una duna di sabbia al riparo dal vento, un campo di grano punteggiato di fiordalisi, gli scogli di una caletta solitaria, un fazzoletto d’erba tra rovi carichi di more, un tappeto d’aghi sotto pini odorosi, una barca da cui l’orizzonte sale e scende inquieto, una fienagione nell’ultimo sole, una darsena di lago minuscola, da piccolomondoantico,  ma  anche una panchina incongrua  nei pressi di un semaforo, la poltroncina consunta di un cinema deserto, una croce arrugginita ed erbacce sulla tomba in un cimitero di campagna. A ognuno di noi capita d’imbattersi in un luogo, mai visto prima, Continua a leggere

stupidario equestre

16 Giu

dal web

 

 

Equinozio:   l’ora pigra dei cavalli Continua a leggere

ritorno al Toce

12 Giu

c.calati

 

 

Doveva essere l’ultima di maggio o la prima di giugno la domenica in cui papà, dopo tanto promettere e rinviare, finalmente ci portò alla cascata del Toce.

Ho ricordi sbiaditi della scampagnata in Val d’Ossola, la millecento che arrancava, una coperta stesa su un prato scosceso, l’aria intrisa di vapori che inumidivano i panini, le bottiglie in fresco, il salame di cioccolato, l’allegria,  il fragore che copriva le nostre voci, la meraviglia nel guardare in alto  allo sbalzo delle rocce  dove un’incessante massa d’acqua compiva il salto coraggioso verso valle, schiumando più di gioia che di rabbia. E m’incantava tutta quell’acqua che mi infradiciava di spruzzi e mi avvolgeva di tanti piccoli arcobaleni. Continua a leggere

canale di Borgogna, chiusa 43

9 Giu

photo by m. pescarmona

 

 

 

 

Era una di quelle mattine di mezzo aprile in cui l’aria ancora frizzante costringe al soprabito e alla sciarpa che poi ingombreranno il braccio per il resto della giornata. L’uomo, seminascosto dietro la casupola scalcinata a ridosso della chiusa, studiava il da farsi. E intanto osservava la ragazza seduta al sole sull’erba. Accanto a lei un fagotto di cenci mal lavati. Un filo d’erba stretto tra i denti e gli occhi serrati contro il bagliore della luce le davano un aspetto imbronciato. Non era bella, un volto dai tratti contadini e un corpo che doveva essere piuttosto tozzo, per quanto, così da seduta, fosse facile sbagliarsi. La fronte breve, il naso grosso, come gonfio, non la facevano sembrare nemmeno intelligente. Eppure aveva un che di attraente. L’uomo cercò un aggettivo che la definisse meglio. Scartò sensuale, non si soffermò più di un istante su seducente, era decisamente fuori strada, voleva qualcosa di più preciso e meno impegnativo, una parola che fosse più attinente alla sua fisicità che non alla bellezza. Gli capitava spesso, quando rifletteva, di cercare il termine più adatto come se già stesse pestando sui tasti della macchina da scrivere in redazione. Continua a leggere

le rose che colsi

1 Giu

c.calati

 

 

Erano boccioli ricchi di promesse, poi, grazie a una pioggia mai violenta e al poco sole, sono diventati fiori sfolgoranti a coronare l’arco tra una parte e l’altra del giardino.

Rose recise che ho posto sulla stufa, rovente fino a ieri Continua a leggere