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Riccardino era un bambino solitario, unico prezioso figlio di genitori timorosi della vita. Il suo mondo era una campana di vetro che dava sulla piazza sotto casa. Lì vedeva i suoi coetanei scorrazzare in bicicletta e poi cadere, sbucciarsi le ginocchia e ritornare in sella, stringere amicizie e litigare a sangue per una figurina, giocare agli indiani e fare a botte coi cowboy. Continua a leggere