Archivio | novembre, 2019

il mercato della minima gioia

28 Nov

dal web

 

 

Riccardino era un bambino solitario, unico prezioso figlio di genitori timorosi della vita. Il suo mondo era una campana di vetro che dava sulla piazza sotto casa. Lì vedeva i suoi coetanei scorrazzare in bicicletta e poi cadere, sbucciarsi le ginocchia e ritornare in sella, stringere amicizie e litigare a sangue per una figurina, giocare agli indiani e fare a botte coi cowboy. Continua a leggere

Parco delle Groane

26 Nov

c.calati

 

 

Non ho visto uccelli né scoiattoli o cerbiatti, ma non è stato un viaggio vano. Mi aveva attirato il nome, di cui non conoscevo il significato. Si tratta, ho poi scoperto, di fiorellini rosa tipici delle zone di boscaglia e quello stesso nome, groane, per estensione ha finito con l’indicare questo tratto di brughiera tra Altomilanese e inizio di Brianza. Dovrebbe essere un’area molto estesa, circa 25 chilometri per cinque, che da una trentina d’anni è divenuta parco regionale, ma io semplicemente non la trovo. Continua a leggere

fratture e altre ferite

22 Nov

by c.calati

 

 

Il mio amico Cavallo d’argento si è rotto di tutto, in bicicletta una clavicola, la schiena arrampicando, in deltaplano quattro costole, un polso a karate, e in più la pelle e la carne lacerate da una coltellata camminando in Sudamerica, ma quella volta sapere il karate gli ha salvato la vita. Continua a leggere

non sono tuo nemico

16 Nov

c.calati

 

 

Li separava un pratone dall’erba giallastra su cui s’era impigliato uno strato sottile, ma denso, di nebbiolina. In pratica di loro due emergeva solo la testa, gli occhi soprattutto, miopi e serrati nello sforzo di distinguere i dettagli, gli uni; grossi, tondi, e in allarme, gli altri. Continua a leggere

una giornata indimenticabile

11 Nov

c.calati

 

 

In otto anni non era mai successo che sua moglie gli telefonasse sul lavoro, lui glielo aveva esplicitamente proibito, ma questa era un’occasione straordinaria. Continua a leggere

madre terra

7 Nov

by web

 

 

Quando fu il suo turno, ultimo dopo il padre e i fratelli più grandi e giusti, afferrò anche lui una manciata di terra. Umida e fredda, la tenne stretta nel pugno come a scaldarla e all’ultimo istante, anziché spargerla nella fossa, se ne riempì una tasca del cappotto, quasi furtivamente. Sulla bara, invece, lasciò cadere qualche foglia e petali appassiti raccolti da altre tombe. Continua a leggere

senza sbagliare autore nè vino

3 Nov

photo by c.calati

 

 

Ci danniamo l’anima per lasciare tracce sulla terra, nella speranza che di noi resti qualcosa d’indelebile.

In realtà la memoria di chi resta è corta Continua a leggere