
dal web
Lo so, quand’anche trovaste il coraggio, lo prendereste in braccio con troppa cautela, quella circospezione diffidente, come fosse un bambolotto fragile e prezioso, che se lo rompete sono cazzi, e come un bambolotto lo guardereste, quasi con disgusto, che ci fate voi alla vostra età con questo fantoccino in braccio? In ogni caso lo trattereste come un giocattolo, sì, un qualcosa di divertente e inanimato, con cui non è possibile interloquire. Qualche parola di entusiasmo, dal suono falso come una terracotta incrinata e poi lo rendereste sollevati.
Che peccato.
Chissà quando vi capiterà un’altra occasione per capire.
Ma capire cosa? Che cosa c’è da capire in un vermetto che sa solo piangere e ciucciare? Dai, massimo, dacci un taglio con ‘sta poetica del neonato.
E invece insisto. Continua a leggere