Archivio | dicembre, 2019

i movimenti di un neonato

30 Dic

dal web

 

 

Lo so, quand’anche trovaste il coraggio, lo prendereste in braccio con troppa cautela, quella circospezione diffidente, come fosse un bambolotto fragile e prezioso, che se lo rompete sono cazzi, e come un bambolotto lo guardereste, quasi con disgusto, che ci fate voi alla vostra età con questo fantoccino in braccio? In ogni caso lo trattereste come un giocattolo, sì, un qualcosa di divertente e inanimato, con cui non è possibile interloquire. Qualche parola di entusiasmo, dal suono falso come una terracotta incrinata e poi lo rendereste sollevati.
Che peccato.
Chissà quando vi capiterà un’altra occasione per capire.
Ma capire cosa? Che cosa c’è da capire in un vermetto che sa solo piangere e ciucciare? Dai, massimo, dacci un taglio con ‘sta poetica del neonato.

E invece insisto. Continua a leggere

imbecillità a basso consumo di energia cerebrale

24 Dic

c.calati

 

 

L’orso bianco con problemi psichiatrici è un orso…bi-polare.

Volevo sciorinare freddure che abbassassero la temperatura terrestre, sono ecologista io, ma dopo questa non me ne sono venute altre.

Però ho due pillole di saggezza (?!): Continua a leggere

il collaudatore (dicembre 1959)

19 Dic

by web

 

 

 

 

Nella notte aveva nevicato in abbondanza su Milano.

Oreste fu svegliato dal grattare delle pale sul pavè di piazza Missori. Avrebbe voluto dormire ancora ma sapeva che con quel tempo infame presto sarebbe arrivata la telefonata dallo stabilimento di Arese.

Così si alzò quasi di scatto, si lavò in fretta e accese il gas sotto la moka.

Mentre sorseggiava il caffè, guardò dai vetri gli spalatori all’opera, una manna la neve per tanti disoccupati. Nei primi inverni del dopoguerra anche lui aveva pregato per un po’ di neve e la conquista di una pala del Comune. Poteva dirsi fortunato perché ora aveva un lavoro vero che lo appassionava. Invece storse la bocca in un ghigno rabbioso all’idea che in realtà gli era capitata una sfiga cosmica, come a tanti altri della sua classe: 1921, la classe esatta per la guerra. Dai primi successi sui circuiti di Pescara, Imola, Torino, quattro balle di paglia a delimitare tracciati tortuosi tra marciapiedi e lampioni, si era di colpo ritrovato a guidare camion militari per le strade ancora più tortuose dei Balcani. Mussolini, anziché spezzare le reni alla Grecia, aveva spezzato a lui la carriera da pilota. Continua a leggere

l’uovo di Colombo

10 Dic

c.calati

 

 

Emilia Colombo aveva perso i riferimenti abituali e ancora non aveva trovato come sostituirli. Erano giorni strani, fatti di assenze e di immobilità. Continua a leggere

Maledetto Magadino

5 Dic

c.calati

 

La  Svizzera mi mette l’ansia.

Mi basta varcare la frontiera, anche se in pratica la dogana non esiste più, per sentirmi a disagio. Forse è il ricordo di quando la gita domenicale a Chiasso era un’avventura di piccolissimo contrabbando, due o tre pacchetti di sigarette più del consentito per papà, gomitoli di lana per mamma, cioccolata a iosa per me e mia sorella. Tutto costava meno che da noi ma i quantitativi permessi erano assai limitati e i controlli di dogana erano severi. Entravo in Svizzera con la coscienza del piccolo malfattore e la certezza di essere smascherato al rientro. Quella sensazione di essere fuori posto e a rischio di sanzione o di sopruso appena messo piede in territorio elvetico mi è rimasta. Francia, Germania, Austria o Istria non mi danno alcun patema, è proprio una questione tra me e questo scomodo vicino che, piazzato lì in mezzo all’Europa, ogni tanto lo dobbiamo attraversare. Come l’altro giorno. Continua a leggere