Il lago la Grigna il traghetto il dettaglio della ruota il cielo incerto. È tutto quello che si vede nella foto.
Il freddo la fatica gli errori la soddisfazione la stanchezza. È ciò che c’è e non si vede.
Due giorni in giro a pedalare.
Dirne di più sarebbe ripetere parole già dette troppe volte.
Ma poi c’è il senso dell’andare, un concetto che ancora tengo avvolto nel mistero.
Sicuramente è un senso che prescinde dai luoghi dalle mete e dalle sfide.
Forse è un modo.
Un modo per staccarsi dallo stare quotidiano e per prendere distanza dall’inquietudine sottile dell’età. Un modo per fermare il tempo proprio muovendomi, perchè è stando fermo che mi accorgo in maniera più pressante del tempo che passa inesorabile. E allora vado, parto, pedalo. Però quel malessere esistenziale mi accompagna, è un tarlo che s’è incistato a fondo nel mio legno; c’è sempre, lo so, ma almeno il cigolio della catena e l’affanno del respiro non mi fanno più sentire il suo incessante lavorio.
O forse il senso dell’andare non consiste tanto nel partire quanto nello stare in viaggio, NON essere viaggiatore turista passeggero, esserci tutto intero dentro al viaggio, un metro dopo l’altro conquistato con fatica e vissuto con passione. La meta è solo una carota che mi aiuta ad andare avanti. Amo le strade minori, poco battute e poco dirette, dove è facile perdersi per ritrovare un se stesso differente, meno rettilineo. Perché non è detto che da A a B la linea retta sia la soluzione migliore, i meandri, le giravolte, le deviazioni, gli sbagli, non sono perdita di tempo, al contrario sono un usare il tempo in modo personale.
E proprio qui sul lago in parecchi punti hanno tracciato linee rette da A a B con lunghe gallerie e alti viadotti per chi vuole andare in fretta, lasciando a me la vecchia strada in disuso che con pignoleria ricalcava ogni ghirigoro della costa. Qui tutto ha una dimensione adatta a me, è un micromondo antico: l’assenza delle auto che non ti meraviglieresti a veder spuntare dalla curva una carrozza, le brevi gallerie dalla illuminazione fioca, le ringhiere arrugginite precaria protezione da irrisori o alti precipizi, le continue curve a contornare piccole insenature, l’attraversamento di paesini dignitosi dimenticati dal turismo.
Questa è la strada costiera che percorrevo da bambino la domenica in macchina con mamma papà e fratelli. Mentre guardo il paesaggio familiare penso che gli occhi di adesso sono gli stessi del bambino che ero.
E allora forse il senso dell’andare è questo istintivo ricongiungere memorie antiche ed esperienze nuove. Perché in fondo, quando andiamo, percorriamo sempre la stessa strada.
Anche io penso che a volte sia un girotondo. È sempre un piacere grande leggere i tuoi pensieri
..ed è sempre un piacere avere lettori come te che si appassionano alle mie divagazioni ciclistico-mentale.
ti ringrazio davvero
🙂
ml
Una bella riflessione sul concetto del tempo dilatato che in questo caso si raggiunge con una lunga pedalata in bicicletta tra i luoghi dell’ infanzia
confesso che il tempo che passa mi ossessiona. Pedalare mi aiuta a contenere l’inquietudine.
buona serata, Anna, un sorriso
ml
I tuoi post ciclistici potrebbero essere riuniti in un volume intitolato “Pedalate antitarlo”, complimenti per la tua oliata prosa!
sarebbe un titolo adatto 🙂
ti ringrazio per l’apprezzamento
ml
Forse in bicicletta i pensieri sono più leggeri.
sì, la bicicletta aiuta a sentirsi un poco più leggeri.
un sorriso, Eva…
ml
“penso che gli occhi di adesso sono gli stessi del bambino che ero.” Sappi che, almeno secondo me, traspare da ogni tuo scritto 😉
sì penso di aver conservato quegli occhi tra lo smarrito e il meravigliato.
non so se è un pregio o un difetto, ma grazie di averlo detto 🙂
ml
Sono convita sia un pregio, se lasciassimo morire il bambino/a che è dentro di noi non potremmo più stupirci, sognare, meravigliarci, scoprire…Pensa che vita triste sarebbe 😄
hai ragione 🙂
Il flusso dei tuoi pensieri, le tue malinconiche riflessioni introspettive sembrano fondersi con il lieve fluire del paesaggio e del tempo. Io credo che lo spirito dell’andare dipenda molto dall’atteggiamento mentale con cui partiamo e che non abbia nulla a che vedere con la destinazione scelta. A volte un luogo ci colpisce e rimane dentro la nostra anima non solo quando esprime tutta la sua bellezza estetica, ma anche quando incarna un valore o uno stato d’animo. E devo dire che tu – con il tuo infinito andare – hai saputo raccogliere e descrivere questo stato d’animo con parole molto suggestive. 🙂
bellissime le tue parole, grazie Pino
ml
Vecchie strade per vecchi viaggiatori.
Perdonami, non ho resistito…
Pensieri condivisibili, i tuoi.
Buone pedalate.
e hai fatto bene, è un bel motto 🙂
ciao Walter
ml
Foto bellissime….la galleria a me incute sempre una paura tremenda😊
ti capisco, ma queste vecchie gallerie sono brevi e hanno grandi aperture nella roccia per far entrare la luce e vedere il lago 🙂
ciao Ale
ml
Se pedali come scrivi farai molta strada.
grazie Enzo
in realtà pedalo lento ma un po’ di strada ne faccio 🙂
ml
♥
un sorriso a te .marta
ml
slow motion – anche se non è proprio lento – però percorrere queste strade silenziose e quasi vuote dà un senso di vivere la vita con lentezza.
sì, è proprio uno slow motion, sia per la irrisoria velocità della pedalata che per lo sguardo rallentato che ho sulle cose in quei momenti.
ciao GianPaolo
ml
è quello che hai trasmesso
🙂
ciao
ciao
Nella chiusa c’è tutto. Bellissima!
grazie Lucia per la tua condivisione.
🙂
ml
Il tempo corre inesorabile, vero…a me rimane sempre, da sempre, un’inspiegabile voglia di fuga, eppure rimango sempre ferma, inamovibile e lascio che il tempo scorra, lo rallento con l’immobilità.
un modo opposto, il tuo e il mio, di cercare di rallentare il tempo 🙂
buona Domenica, Neda
ml
Ciao Massimo, ho problemi con wordpress, non vedevo gli articoli. Ti ho cercato per vedere se avevi pubblicato🤗. I tuoi scritti mi rilassano e conoscendomi….è una gran cosa❤
mi gratifica che le mie parole ti rilassino.
grazie Morgana
ml
L’andare lento riconcilia con il battito del cuore e ricalibra la vita. Ciao
sì, è esattamente così, sentiamo allo stesso modo.
ciao Guglielmo
ml
Che poi è il senso della flânerie… del preferire il lento vagabondare nelle viuzze meno frequentate delle città. Per coglierne i veri profumi. Bello il tuo andare 🐞
sì, lontani dai percorsi e dalle modalità di tutti, non per essere snob ma per essere se stessi.
ciao cara Eletta
ml
🐞 buona serata caro
grazie, buona notte 🙂