Una transvolata atlantica, un volo senza scalo da pionieri come Lindbergh o da anatre stremate nell’ostinata migrazione. Un peregrinare medioevale lungo la via francigena, dov’è più facile morire che raggiungere la meta. Un rapido passaggio da una quinta all’altra, ridendo come fossimo pagliacci in scena.
È tutto qui il nostro andare da un capo all’altro di questo tragitto, aspro e leggero, che chiamiamo vita.
Difficile non è fare il primo passo o spiccare il volo, difficile è mantenersi lievi in aria o camminare in equilibrio sulla terra, senza guardare il buio nè dare ascolto alla paura.
Il vino il pane e le parole. E poi gli amori, la neve quand’era tanta in una notte e l’età quand’era poca sulle spalle, le betulle, i prati, la memoria di pallide colline, il senso obliquo delle cose più di quello rettilineo, gli amici, la nostalgia di rare meraviglie, qualche sorriso e poco altro sono le stelle che ci guidano, Cassiopea a farci da Polare.
Scrutiamo il cielo per non fissare il mare, sotto di noi pericoloso e nero, dove s’inabissano le anatre che cedono di schianto. Anche tra noi qualcuno cede, lo vediamo inabissarsi nonostante la mano che tendiamo. Una parte di noi che se n’è andata, eppure presto ce ne dimentichiamo, come mai esistito, che fosse anatra, pioniere o scannato pellegrino.
Ma noi tentiamo di resistere, forza ce la faremo, ci rincuoriamo uno con l’altro e ci scambiamo il pane e il vino.
Il nostro aereo fatto di tela e d’incoscienza riprende la sua quota, torniamo ad esser Lindbergh. Procediamo con coraggio sotto un sole che ci cuoce o in un buio che c’inghiotte.
Crediamo di volare in formazione, tra amici e amori, il mezzo gaudio che compensi il mal comune. In realtà si vola sempre soli, come pure siamo soli nel cammino o sulla scena. Vorremmo vino a consolarci, ma la bottiglia è vuota come un cielo senza stelle.
Quasi alla meta ci coglie lo sconforto, ormai sappiamo che alla fine, dopo tanto volo traballante e intrepido, non ci aspetta il trionfo di Parigi. Il nostro arrivo sarà un riquadro di terra smossa e qualche petalo pietoso fatto cadere nella fossa.
Ma la vogliamo fare tutta questa strada, fino al punto esatto in cui si spegne. Arriveremo alla spicciolata, noi che siamo anatre, pagliacci, pionieri o scannati pellegrini.
non so più quante volte ho scritto, riscritto, messo e rimesso questo brano, ma non so resistere al bisogno di tornarci continuamente su, peggio di un assassino sul luogo del delitto.
ml
Potrebbe essere interessante anche osservare tutte le modifiche e rimaneggiamenti. Una volta a una mostra mi è capitato di vedere le diverse versioni di una poesia, mi pare di Leopardi. Era “simpatico” (ma simpatico non è l’aggettivo più adatto) vedere tutti i cambiamenti anche appena percettibili che erano stati fatti e come questi avevano portato alla versione finale!
R.
volendo le altre edizioni sono ancora sul blog, (basta digitare il titolo nella casella cerca della homepage) ma credo sia un lavoro da certosino tipo il gioco dei 20 dettagli differenti da scovare tra due disegni sulla settimana enigmistica 🙂
buona serata Riccio 🙂
ml
Non escludo di provarci in questa quarantena. Per qualche assurdo motivo pur non lavorando sono impegnatissima in questi periodo, mi divido tra il cercare di imparare qualcosa di nuovo e il provare a crearmi delle alternative… ma un po’ di enigmistica potrebbe non guastare!
eheh, l’enigmistica in fondo aiuta la scrittura, i cruciverba che ti fanno scoprire parole nuove, i rebus che ti insegnano a spezzare le parole e a ricomporle diverse 🙂
Buona serata a te ml!
R. 🙂
grazie, anche a te
🙂
… è proprio così, si vola soli…
si vola soli, eppure non desistiamo mai dall’illuderci di avere qualcuno a fianco.
ciao .marta
ml
L’illusione sostiene, comunque
Buon pomeriggio Massimo
.m
vero, l’illusione sostiene…il volo 🙂
hai fatto bene a pubblicarlo cosi ce lo beviamo noi come nuovo …scaturito più volte da te, magari diverso ogni volta e magari sempre bello !
grazie Nadia, sei gentile
questa edizione è parecchio diversa dalle precedenti, ma è un “parecchio” valido solo per me.
comprensibilmente, per gli altri sono solo piccoli ritocchi, nella miglior delle ipotesi.
un sorriso
ml
ohh ben faccio così anch io!!! a volte comincio a scrivere una poesia, poi la riscrivo, poi cambio qualche passaggio poi il giorno dopo è già tutta un’altra cosa! stammi bene Massimo!
eheh, io è anni e anni che mi porto dietro questo brano 🙂
buone cose a te
Siamo tutti soli credo, forse è un bene, per non incolpare altri delle nostre pessime scelte
spesso ci riusciamo ugualmente a incolpare gli altri
🙂
ciao Giuliana
ml
In questo siamo il top!
vero 🙂
Ho appena finito di leggere,”Resurrezione ” di Igor Sibaldi.
non conosco il libro che citi nè l’autore per cui non posso cogliere il nesso col brano 🙂
ml
Coglilo è interessante
cercherò di approfondire 🙂
Sono anni e anni che ti porti dietro questo brano … ma è tremendamente perfetto per questi giorni
già, quanto mai attuale me ne sono accorto anch’io mentre lo mettevo, anche se la molla a ripostarlo non è stata quella.
ciao Dona
io
Come un bardo medievale, amico mio, canti questi giorni moderni di peste e questa versione mi piace moltissimo.
senza volerlo queste parole vecchie riverniciate a nuovo sono tristemente adatte alla desolazione attuale.
ti abbraccio, Mela cara che stai ogni giorno in prossimità del male
ml
Grazie, mi prendo il tuo abbraccio con gioia. In questo momento ne ho proprio bisogno.
tieni duro, Grande Mela 🙂
❤️❤️
felice che tu sia passata di qui e abbia lasciato il cuore
🙂
ml
al di là dei rimaneggiamenti il senso rimane sempre quello, quello che ricordavo e che condivido in pieno, e noi continuiamo a farci coraggio, ché solo le parole ci uniscono in viaggio, danno portanza all’ala.
tu, Cecil, hai assistito a tutti i rimaneggiamenti di questo brano e la cosa mi commuove.
sì, le parole che ci raggiungono ovunque, e quel farci coraggio uno con l’altro non è mai vano, per quanto il viaggio possa essere solitario e l’arrivo troppo certo.
un caro abbraccio
ml
(…danno portanza all’ala, è stupendo)
un post non allegro ma oltremodo veritiero. La vita è un girotondo che finisce per ubriacarci come bevendo troppo vino. Alla fine buoni e cattivi, ricchi e poveri si ritroveranno nello stesso posto.
forse non è un caso che proprio adesso ho rimesso mano a questo brano, poco allegro come queste giornate, settimane, che (non) viviamo.
un caro saluto, GianPaolo
ml
direi molto intonato col momento.
Ciao
sì
ciao
Credo che questo post sia uno dei più belli che abbia mai letto. Arriva dove deve arrivare.💗
mi commuove la tua partecipazione
ti ringrazio tanto, Morgana
<)
ml
Verità. Grazie a te💓
gentile
❤
Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno…..Parole tristi in un periodo triste. Però talmente belle da sentirsi sollevati fino al cielo per guardare questa terra dall’alto…che a vederla di quassù fa meno paura e sembra pure più bella!
Ma quanta magia possono fare le parole quando sono usate bene??? 🙂
quel bicchiere mezzo pieno, che hai riempito di tue parole belle, me lo bevo a piccoli sorsi per gustarlo meglio 🙂
grazie davvero Vitty
ml
🙂 ❤
❤
Testo veramente poetico. Bravo 🐞🐞🐞
grazie, felice di averlo condiviso con te
buona serata Eletta 🙂
ml
🐞
🙂
è che sai staccarti da terra e alzarti in volo… mi colpisce molto questo testo, viviamo soli e cerchiamo di fare il viaggio con amori amicizie pane e vino, come dici tu; con gioie e rammarico, con dolore e fatica, e in fondo restiamo i contabili delle nostre ombre
attraversiamo la vita in un continuo alternarsi di entusiasmo, angoscia, malinconia, rara allegria.
felice che tu abbia condiviso le mie parole e la suggestione di Fossati.
un abbraccio
ml
Felice io di averti letto e Fossati poi lo adoro
(siamo in due!)