Archivio | aprile, 2021

un mucchietto di lettere

28 Apr
c.calati

                                               

Camillo fissava con un lieve sgomento il mucchietto di lettere che provenivano da un’altra epoca. Le aveva lette tutte senza seguire un ordine e senza tentare di identificare i nomi e i luoghi, se non quello di suo padre e di un generico NordAfrica. Della lettura quello che gli premeva e lo agitava era altro dalla cronologia degli eventi o dalla ricostruzione degli affetti. Erano soprattutto la distanza e le condizioni.

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pista ciclopedonale

26 Apr
c.calati

                                              

Ci sono tratti di percorso, soprattutto nei pressi dei paesi, in cui devo condividere il tracciato con tanta gente a piedi, che peraltro ne ha diritto quanto me. Se escludiamo le persone che chiacchierano affiancate in quattro o cinque strascicando i piedi e poi si piantano lì in mezzo come fossero in centro all’ora dell’aperitivo, gli altri, quelli che corrono o marciano o anche solo che camminano ma con un piglio da attività sportiva,  quelli mi piacciono e li ammiro tutti.

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capperi e MarNero

22 Apr
c.calati

                                               

Non sempre sbaglio, per sbadataggine o avventatezza, nell’assortire gli ingredienti, com’è successo quando ho mescolato capperi e fragole. Talvolta indovino accostamenti insoliti che danno al piatto un gusto originale che a me piace.  Già, ma dov’è lo spartiacque tra l’errore e la riuscita, tra il ribrezzo del palato e i baffi da leccare? Raramente lo spartiacque è il tetto delle Alpi che allora è facile capire, di qua sarà Ticino di là inizierà il Reno. Più spesso sarà una minima pendenza in una direzione o nell’altra a decidere il destino di una goccia che cade sul pianoro di Dobbiaco: se da subito scivola nell’acqua della Drava ragazza diventerà nobile Danubio e poi magnificenza del mitico MarNero; ma se cade un metro più in qua quella stessa goccia, magari sospinta dal vento, sarà dapprima un torrentello anonimo, poi l’Isarca, quindi l’Adige e infine la delusione dell’Adriatico.

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nuvole grasse

20 Apr
c.calati

                                               

Ho voglia di nuvole basse, quel grigio uniforme che accorcia la terra dal cielo, la luce soffusa, radiosa, non sole non luna, che illumina e annulla le ombre alle cose,

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una cosa alla volta

17 Apr
c.calati

                                              

Mi devo rassegnare, non sono una donna. Hai presente quegli esseri alieni che si dipingono le unghie e intanto friggono i calamari, parlano al telefono, sbucciano una mela, scrivono un post e la lista della spesa (a volte per non perdere tempo unificano post e lista), fumano un cigarillo, bevono una birra,  e in tutto questo agire non sbagliano una mossa?

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essere umano

14 Apr
by web

                                                     

S’è perso presto il senso alto di queste due parole, sproloquiate nel loro significato più plebeo di essere vivente superiore, come fosse un nostro merito vivere al di sopra di bestie e pietre. Così si è passati dal concetto di umanità a quello di pre-dominio sulla Terra, pur conservando inalterata nella forma la dizione di essere umano. Questo pensava Camillo masticando le due parole fino a macerarle, foglie di coca da cui trarre stordimento.

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di mongolfiere e bolle di sapone

11 Apr
by web

                                        

Camillo stava lì sprofondato in una poltrona, avvolto nel panciotto giallo di suo nonno, incongruo, lui più del panciotto, come un reperto storico, sempre lui, in mezzo a cose nuove. In effetti per la casa andava e veniva tanta gente nuova, chi con un bicchiere in mano, chi stringendo tra le mani i fianchi di una donna, chi discutendo a spanne di massimi sistemi. Lui li guardava scorrere e mai fermarsi. Emise un lungo sospiro, tipo lo sfiato di una vecchia caldaia necessario per non scoppiare, la caldaia, lui semmai si afflosciava.

Che poi…, disse.

E tacque.

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Susanna, seduttrice senza sosta*

10 Apr
by margherita calati

                                  

Sebastiano, sciocco satiro settentrionale, si sente sensuale. Sembra serpeggiare, serpente sdentato, se striscia sin sui suoi seni soavi; sussurra sornione: sei stupenda, Susy. Sei sempre splendida, selvaggina stanata, simbolo sessuale, Signora sontuosa.

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il vino, il pane e le parole (5?)

8 Apr
c.calati

                                             

Una trasvolata atlantica, pionieri come Lindbergh, una migrazione di anatre stremate, un peregrinare medioevale sulla via francigena, dov’è più facile morire che arrivare vivi a Roma.

È questo il nostro viaggio.

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di nuovo in giostra

6 Apr
dal web

                                                   

Ormai sono cresciuto, da due mesi faccio la prima media, e ora alla Fiera dei morti ci vado per conto mio, di solito in bicicletta dopo la scuola, con o senza il permesso dei miei genitori.

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