
Con la nebbia e i primi freddi è arrivata puntuale la Fiera dei Morti che per cinque giorni porterà l’allegria in paese. Le giostre si sono sistematenella spianata in periferia non lontana dal cimitero, ma noi, nella nostra eccitazione infantile, non facciamo caso al macabro contrasto tra vivi e morti, tra baracconi e tombe. E abbiamo assimilato in scioltezza il termine un poco raccapricciante che per tradizione definisce la festa di inizio novembre.
Anche quest’anno nostri genitori ci hanno proibito di andare da soli alla fiera, troppi pericoli, troppe tentazioni! Ci avrebbero accompagnato loro alla domenica mattina quando la calca è poca e alcuni baracconi “da adulti” sono ancora chiusi. Io ci sono rimasto male, speravo che questa volta ci avrebbero concesso un po’ più di libertà, insomma faccio già la terza. Quasi piango mentre torno in camera, ma mia sorella fa spallucce e mi dice non ti preoccupare, alla prima occasione ce la filiamo. E l’occasione la crea lei il giorno seguente: bussa e si presenta nella mia aula quando sta per iniziare il doposcuola. Confabula sicura con la maestra, non so cosa le dica, ma di sicuro lei ha l’autorevolezza sfacciata da scolara di quinta e il risultato è: Legnani vai pure a casa con tua sorella.
Incredibile!
Usciamo da scuola, le do la mano e faccio per prendere la strada di casa. Lei mi strattona e si avvia nella direzione opposta.
Ma non dobbiamo andare a casa?
Scemo, ho inventato una scusa così si va alle giostre.
Alle giostre?
Forza, corri, abbiamo meno di due ore per divertirci.
Sono preso dall’ansia per la prima trasgressione della mia vita, ma a poco a poco mi lascio contagiare dall’entusiasmo di mia sorella mentre corriamo a perdifiato nel vialone che porta alla fiera.
Giriamo frastornati fra i baracconi tra le mille tentazioni di torroni e giostre ma abbiamo pochi soldi e non li vogliamo sprecare. Così, a malincuore,rinunciamo allo zucchero filato e ai bomboloni alla crema e ci lasciamo allettare dai richiami dei giostrai.
Balziamo su un aeroplanino e appena la giostra si mette in movimento noi ci solleviamo da terra, è una sensazione eccitante che mi strappa un grido di piccola felicità. Naturalmente è mia sorella a stringere la leva del comando e a me va bene così, mi fido di lei. L’aeroplano s’impenna, scende in picchiata poi torna su di colpo quasi in verticale, perché lei dà strattoni decisi alla leva e io rido ai continui sobbalzi.
Finisce la corsa e noi siamo ancora in mezzo al cielo.
Non so cosa sia successo, se si è inceppato un ingranaggio o se è la leva che a furia dei suoi strattoni si è rotta. Fatto sta che noi siamo lassù, bloccati a un’altezza da vertigine. Mia sorella ride, batte le mani all’imprevisto, io ho una faccia smarrita da Stanlio, sì quello timido di Stagno e Olio, mi manca solo la bombetta, il resto, dalle orecchie al carattere tra il pavido e l’incapace, è uguale a lui. Guardo giù il capannello di gente che si sbraccia e ci grida consigli. Io penso che questo è il castigo di Dio, mia sorella fa cenni di saluto alla folla come fosse la figlia della regina Elisabetta in carrozza. Non so quanto duri il dramma, a me sembra un’eternità ma forse sono pochi minuti. Con un sibilo da gomma bucata l’aereo plana dolcemente fino a terra. L’addetto alla giostra ci riempie d’improperi, io tengo lo sguardo basso del colpevole, mia sorella ha la faccia tosta di rispondergli, sì vabbè, ma voi aggiustatela ‘sta baracca!, prima di sgattaiolare via.
Sulla strada verso casa lei canticchia allegra, mentre io ho l’animo in subbuglio. Sì, mi è piaciuta da matti la fiera ma qualcosa, forse la disavventura patita o il pensiero di dover mentire a casa, m’impedisce di essere felice. E questa incapacità di godere appieno dei momenti belli me la porto dentro ancora oggi che sono all’altro capo della vita.
E’ dunque una storia vera! La trasgressione da bambini è una cosa grande…forse se l’aereo non si fosse bloccato sarebbe stato tutto più semplice e meno traumatico- Ma oggi decisamente, puoi voltarti indietro e rassicurare quel bambino spaventato. Non è successo niente di grave , solo una bambinata!!!! ( tu sei tenerissimo )
storia quasi del tutto vera, in realtà ho mescolato due episodi differenti, ma gli eventi salienti sono tutti autentici 🙂
grazie Vitty per il “tenerissimo”, un sorriso
ml
🙂
🙂
bellissima questa storia d’innocenza e gioia, ci fa rivivere i bellissimi momenti della nostra infanzia..👏👏👏👏👍
i momenti della nostra infanzia sono bellissimi a guardarli ora, all’epoca magari li abbiamo vissuti con emozioni contrastanti 🙂
grazie Max
ml
Anche io avevo una sorella maggiore che cercò senza successo di insegnarmi l’intraprendenza. Lei era un vulcano e sapeva imbrogliare meravigliosamente.
le nostre sorelle (maggiori) dovevano essere gemelle in incognito 🙂
ciao Cesare
ml
Mi hai fatto tornare bambina.Da me la fiera era settembre prima dell’inizio della scuola,ma riconosco quella sensazione di cui parli.
le giostre erano un momento importante per ogni bambino 🙂
buona serata, Silvana
ml
E magari poi hai imparato a essere più intraprendente e trasgressivo di lei e le hai trasmesso in cambio qualche tua incertezza
eheh, ti aspettavo al varco
sì, il tempo poi ha rimescolato le carte ma una certa soggezione verso la sorella maggiore è rimasta 🙂
buonanotte, Dona
io
Non mi sono mai piaciute. Ogni estate arrivavano dove abitavo, raramente.
..quindi anche tra i bambini non tutti i gusti sono uguali 🙂
ciao “allegro”
ml
Devo aver fatto un pezzo, dove dico che una delle cose più tristi è il luna park.
sarei curioso di leggerlo 🙂
Successe pure a me di rimanere bloccato in alto. Sbottai a piangere. Poi, per cercare di rifarmi, chiesi a mio padre di farsi ridare i soldi. Lui, che non sapeva parlarmi, per togliersi quel fastidio molesto che rappresentavo e soprattutto per la vergogna che gli stavo procurando, per silenziarmi mi assestò uno schiaffone. Che pezzo di m.
ti sei pure rimediato un ceffone! alle giostre bisogna proprio andarci senza genitori 🙂
ciao lavie
ml
Quindi sai cosa significa rimanere bloccati a mezza altezza 😄
ahah, sì! E se ti parlasse il me bambino ti direbbe di stare sempre rasoterra 🙂
ciao B
ml
Ah sì, io da bambina avrei scalato le montagne ma ero timida e condizionata da molti no.
Ma ho scoperto che quel bambino dentro di noi c’è ancora e dovremmo dargli 20 minuti al giorno di “sfogo” facendo qualcosa che farebbe lui. E staremmo più in equilibrio con il mondo 🙂
assolutamente d’accordo con te.
il problema è che a volte sbaglio le dosi e al bambino che c’è in me, anzichè 20 minuti, gli concedo 20 ore al giorno!!
🙂
Ahaha e vabè beato lui! Io ancora non riesco a farlo costantemente invece 🙂
sì, beato il bimbo, ma mi viene il dubbio di non essere mai cresciuto 😦
Sicuramente non si cresce se al contrario lo si reprime o peggio dimentica…
hai ragione, a reprimerlo è peggio
allora me li tengo così, imperfetti come sono, l’io bambino e l’io adulto 🙂
quanti bei ricordi abbiamo della nostra fanciullezza. Un bel tipino tua sorella!
Serena serata
vero, bei ricordi rimodellati dalla memoria.
quanto a mia sorella non è poi cambiata di molto 🙂
buona serata a te, GianPaolo
ml
la memoria è un gran filtro
indubbiamente, setaccia il passato, decide, più o meno coscientemente, che cosa trattenere, e spesso rimodella i fatti
una gran bella comodità qualche volta
di sicuro 🙂
sereno pomeriggio
buona serata a te 🙂
ciao
Leggere questa storia è stato bello. Come guardare con gli occhi di un bambino il tuo io bambino (scusa il gioco di parole). L’emozione di fare una cosa senza dirla ai genitori, lo stupore delle giostre, la spavalderia di tua sorella (che mi ha fatto sorridere). Insomma bello. Lila
ti ringrazio, apprezzo molto la tua lettura.
ciao 🙂
ml
Ciao 🙂
🙂