
Appoggiato al parapetto in legno con lo sguardo perso nella corrente del canale che trascina pigramente le prime foglie arrese al vento della notte, si gode una sosta nel cammino verso casa. Alza di colpo la testa richiamato da qualcosa che ancora non sa cosa sia, come il segugio che si blocca e fiuta l’aria per un vago sentore di selvatico che ancora non è preda. Scruta l’alzaia alla sua destra finchè vede una figura che avanza, poco più di un puntino scuro sul chiarore ocra dello sterrato. Non la distingue bene ma in qualche modo sa, come il segugio di cui sopra, che è una donna che corre.
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