
Questo luglio così orribile è finito, ma non ha finito il suo ragno di intrecciare la mala tela. Cattura vittime e tesse drammi, il mio è stato il primo, sembrava enorme, ma in questo breve tempo di tragedie altrui è diventato il male minore. Una consolazione che non consola ma stordisce.
Mi consola, invece, guardare il salice laggiù, il suo verde da smeraldo malinconico, i folti rami che intinge nel canale per insegnarci a piangere. Con dignità disperde lacrime nell’acqua in un pianto che ci chiama tutti per nome, non come il cielo che piange pioggia per dispetto a noi.
Ma lo sai che il salice piangente è il mio albero preferito?
Ho costruito letteralmente un legame con il salice che avevo in cortile nella casa in cui vivevo da bambina. Mio padre lo ha piantato che era poco più di un bastone e poi siamo cresciuti insieme, lui di più, e allora io salivo sui rami. Ho persino studiato lì.
La tua metafora mi colpisce fortissimo.
Per cui avverto che questo tuo male proprio minore forse non è.
Non ci conosciamo da molto, ma l’abbraccio che dedico è sincero e solidale.
Questa volta approfitto io del tuo commento che mi ricorda del salice che c’era nel cortile della casa accanto alla mia quando ero piccola, questa cosa che lo chiamassero piangente mi colpì tanto che fu il primo albero che imparai a conoscere. Per me però non piangeva, mi sembrava solo un albero buono, che piegava i rami per restare vicino e non innalzarli per andare lontano, lo trovavo tenero (e magari sorrideva chessò) 🙂
intervengo solo per dire che condivido i vostri ricordi (tuo e di Keep) sui personalissimi vostri salici dell’infanzia.
🙂
🙂
🙂
Anche il tuo ricordo è semplicemente meraviglioso e adoro questa tua visione. “Non piangere ma piegarsi per stare vicino.” C’è un universo dentro a questa immagine. ❤
In effetti per me lo è stato, vicino intendo, un po' come un amico e io mi sentivo protetta sotto … o meglio SUI suoi rami perché il verde tutto intorno creava una sorta di tenda, di filtro, di nascondiglio quasi.
E sai cosa ti dico? Hai ragione! Sicuramente sorrideva.
Un abbraccio fortissimo
Wow descrivi una visione stupenda, peccato il mio salice fosse irraggiungibile, al prossimo che vedo provo “ad entrare” scostando la tenda 🙂 ti abbraccio anch’io 😊
..è minore, e superabile, rispetto a quello che mi sta succedendo intorno.
Grazie davvero Keep per l’abbraccio e soprattutto per le belle parole di vicinanza.
ml
❤
🙂
In un pianto che co chiama tutti per nome….grazie per o tuoi bei pensieri…buona giornata Massimo
trovo che il salice abbia qualcosa di confortante come se piangendo tentasse di sostenere il peso del mondo 🙂
un abbraccio, Nadia
ml
in effetti la sua curvatura può richiamare l’idea…un abbraccio a te Massimo
sì, è vero 🙂
Cerchiamo (e a volte troviamo) degli elementi che ci consentano di guardare avanti…
Buona giornata, Massimo
è vero, e anche un salice malinconico può contenere qualcosa di positivo che ci spinge avanti.
ciao Ale
ml
Esatto: trovare il buono anche dove non pare ci sia! 🙂
concordo, è un bel messaggio il tuo 🙂
🙂
🙂
Il diverso intento del salice e della pioggia mi colpisce molto e dice tutto del dolore, al posto della semplicità dell’altro post. Ecco, come prendersi un momento ad osservarlo senza nasconderlo e senza farsi troppe domande, solo guardare, come fai tu (e noi che leggiamo) con il salice
sì, per me c’è una contrapposizione forte tra il salice e il cielo: lacrime di partecipazione emotiva quelle delle bella pianta, lacrime beffarde (qui piove troppo!!) quelle del cielo.
grazie Bloom
ml
Si riesco ad immaginarlo bene
Grazie a te
un sorriso
Non so cosa possa esserti capitato, ma sento che sei triste. Però anche i momenti brutti passano e ci fanno apprezzare di più quello che abbiamo e possiamo fare.
Il salice è bellissimoe le sue lacrime sono un conforto per chi può ammirarle! 🙂
niente di davvero grave, per fortuna, specie in confronto a quel che sta capitando a persone a me vicine.
sì il salice piange e conforta.
grazie Vitty, un sorriso
ml
❤ ❤ ❤
cuori a te
Un salice ha un gioco geometrico dall’eleganza unica, pacata, che trasmette serenità, filo di congiunzione con la terra o con l’acqua, come nella tua foto; sfida parabolica al cielo, ordine virtuoso, spesso quello anelato da chi osserva curioso e quasi con vaga invidia.
mi rifletto nelle tue bellissime parole che esprimono con precisione come anch’io vedo questo magnifico albero.
grazie di averle scritte, Franco
ml
Lo adoro!! A casa di mio nonno ce n’era uno enorme, sotto la cui ombra passavo le ore a leggere. Per me è sinonimo di ore belle, quando mi acquattavo a leggere, da sola, persa nelle storie che si animavano sulle pagine…. mi arrabbiavo quando lo sentivo chiamare salice piangente, perché io, invece, là sotto ero felice…. è un albero che ti fa sentire protetto. Ciao Massimo!!!
mi stupisce e mi rallegra in quante abbiate ricordi piacevoli dell’infanzia legati a un salice.
ecco, sì, il salice dà un senso di protezione e di abbraccio commosso.
ciao Pina, un sorriso
ml
I salici hanno qualcosa di “maestoso” 😃
Comunque, nella mia ultima poesia parlavo nominavo proprio le lacrime del cielo! Curiosa questa coicidenza con il tuo testo 🙂
sì, c’erano lacrime e c’era acqua dolce (da te fiume, qui canale)
e sono d’accordo con te, il salice è maestoso.
ciao M.aria 🙂
ml
Mi riferivo ad un’altra poesia che ho scritto l’altro ieri 🙆♀️
Ciao Massimo 👋🌙
ora l’ho vista! mi ingannava che la prima a comparire fosse l’altra 🙂
Ok 😃
un sorriso a te
Anche a te Massimo 👋
grazie 🙂
belle riflessioni.
Sera Massimo
grazie GianPaolo
ml
ciao
ciao
Spero nulla di grave. Un abbraccio 🌹
fortunatamente niente di irreparabile 🙂
grazie per l’interessamento
un sorriso
Buona serata caro Massimo 🌷🌷🌷
buonanotte a te 🙂