
Io credo che solo pedalando, o forse andando a piedi, possa capitare di sbalordire di meraviglia di fronte a scenari di natura che ti si parano davanti inaspettati.
L’altro giorno girovagavo per l’Appennino emiliano quando mi sono imbattuto in una galleria che accorciava, sì, il percorso verso Castelnovo ne’ monti ma che, mal illuminata, in bicicletta costituiva un pericolo concreto. Per evitarla ho preso una stradina dismessa che l’aggirava inerpicandosi su una collina. Dopo una curva attorno a un costone ho visto stagliarsi all’orizzonte la sagoma di questa incredibile roccia, resa nera dal controluce. Vista da lontano sembrava un monolite granitico, tipo Ayers Rock, un cilindro quasi perfetto conficcato nel terreno, imponente ed estraneo alla conformazione degli altri rilievi, come un meteorite piovuto dal cielo in tempi assai remoti.
Ecco, fossi stato in auto mi sarei infilato nella galleria e ne sarei uscito ignaro di aver perso un impatto così vivido. In effetti per me è stata un’attrazione immediata, dovevo andare a vedere da vicino questa roccia così particolare. Ho cambiato i miei piani, del resto non avevo un itinerario nè una meta precisi, e ho cercato una strada che mi portasse fin sotto la pietra misteriosa. In paese ho trovato parecchie indicazioni, evidentemente è un luogo noto, non ero certo io a scoprirlo. Sui cartelli la montagna era indicata con un nome strano, pietra bismantova, di cui non sapevo (e ancora non so) il significato.
Ho percorso prima una strada asfaltata poi un sentiero che a mano a mano che s’inoltrava nella boscaglia si faceva sempre più sassoso e impraticabile. Dovetti abbandonare la bicicletta e proseguire a piedi tra alberi spogli senza incontrare anima viva, con la sensazione di qualcosa di incombente sopra la testa. Ho alzato lo sguardo, ero sulla verticale della pietra che vista da vicino era ancora più impressionante: roccia compatta, scabra, chiara, quasi luminosa, con pareti scoscese che precipitavano dalla cima per centinaia di metri. Pensai a certe scogliere irlandesi che avevo guardato con vertigine dall’orlo e anche qui provai lo stesso senso di vertigine, mi sentivo capovolto, il cielo blu non tanto diverso dall’Atlantico.
Poi all’improvviso quel cielo che era blu si coprì di nuvoloni neri provenienti dalla Liguria. Tornai di fretta alla bici e ripresa la direzione verso casa mi misi a pedalare furiosamente, sperando di essere più veloce delle nuvole. Mi voltai indietro per un ultimo sguardo alla Pietra: con quel cielo cupo, temporalesco, la Bismantova sembrava ancor più fantasmagorica, concretamente irreale, fuori dal tempo.

Uscire dal “seminato” è una pratica ormai in disuso: perché fare fatica? Perché lasciarsi attrarre da “futilità”? Per fortuna ci sei tu, Massimo, a ricordarci che la bellezza ha un suo “prezzo” in termini di fatica e impegno.
Grazie!
Buona giornata
..e spesso è “fuori dal seminato” che si trovano le cose migliori 🙂
grazie a te, Alessandro
ml
A me ricorda qualcosa il nome “bismantova”, ma non ricordo bene di che cosa si tratta. Forse ha qualcosa a che vedere con gli Etruschi, credo la considerassero una roccia sacra per qualche motivo e credo anche che il nome “bismantova” sia la storpiatura di un altro nome più antico. In realtà si tratta di un ricordo lontano, forse letterario, ma non riesco a metterlo a punto del tutto, mi spiace.
Il tuo racconto è sempre affascinante. Grazie.
sì pare che il nome sia di origine etrusca, ma non ho approfondito la cosa.
grazie Neda
ml
https://www.lapietraelabismantova.it/ ho trovato questo.. ma è incredibile quanti luoghi, sentieri e posti nascosti si celano, a volte, anche nei dintorni di casa..
vero, più si guarda nei dintorni con attenzione e occhi nuovi e più si scoprono piccoli tesori.
grazie per il link, Franco
ml
Una splendida esperienza per te, per la riconferma, per tutti, che è sempre bene uscire dalla caverna … ops: galleria. 🙂
ahah, sì, uscire dalla caverna ed evitare la galleria 🙂
ciao Keep, buona serata
ml
sai che quella tappa turistica è nei miei futuri programmi?! Sono già diversi anni che ne sento parlare, prima o poi andrò a scoprirla anch’io, non so quando visto che sto diradando le gite per questioni economiche, ma prima o poi la farò…😉👍👍👍👍
mi fa piacere se ci vai, ti garantisco che merita uno sguardo prima da lontano e poi in avvicinamento a piedi.
ciao Max 🙂
ml
La pietra di Bismantova è davvero suggestiva, dovunque la si ammiri riesce sempre a sorprenderci!!!
sono d’accordo, e per me che era la prima volta che la vedevo senza saperla è stata una vera sorpresa!
buona serata a te
ml
Grazie e altrettanto 😊
🙂
Certo che la bicicletta, ti sta’ dando veramente tante, tante soddisfazioni. E’ una meraviglia potersi immergere nella natura! Grazie Massimo per la bella descrizione, mi è sembrato di vederla anche a me questa ” Bismantova ” così solitaria e misteriosa 🙂
sì, per me la bici è il mezzo ideale per fare turismo, sia nella natura che per visitare una città d’arte 🙂
grazie Vitty per la condivisione _)
ml
la natura è sorprendente…
spero un giorno di riuscire anche io a vederla…
ho letto… che la vista dalla cima merita una visita… è sempre emozionante…
mi hai fatto ricordare la mia camminata … al dente della vecchia… tra il Colle delle Finestre e il Colle dell’Assietta… (usseaux… prov di Torino)… l’ emozione di toccare quasi il cielo con un dito…
notte serena a te …
ciao massimo! 😃🌙
eh, al colle delle finestre sogno sempre di andarci in bici, chissà se lo farò 🙂
ciao Cinzia
ml
ti auguro di riuscire ad andarci…
ti garantisco… che ne vale la pena…
io l ho scoperta due anni fa…
magnifica camminata…
grazie per l’incoraggiamento 🙂
Ovviamente sono d’accordo: andando a piedi, o forse pedalando 😉, si fanno scoperte speciali. Certo in automobile si fanno ancora più km e quindi si possono vedere luoghi che andando a piedi o in bici non si sarebbero potuti raggiungere ma fuori dalla macchina ci si avvicina alle cose in modo diverso, le si assapora, credo, meglio.
mi piace la successione invertita tra pedali e piedi adattandola alle tue preferenze 🙂
è vero in auto raggiungi posti più lontani, ma spesso perdi ciò che di bello c’è prima della meta 🙂
buona giornata, Anna
ml
credo, non ne sono certissimo, che in paese non si parli volentieri della pietra bismantova per il banale motivo che è il luogo cercato da chi si vuole suicidare.
Però altri la considerano sacra. Insomma un bel insieme di teorie. Dante l’ha citata nel Purgatorio, alpinisti l’hanno scalata. Quello che è certo è un simbolo dell’Appennino emiliamo.
la faccenda dei suicidi mi sconcerta, perchè se da una parte è plausibile che le sue pareti a strapiombo costituiscano una tentazione fatale dall’altra non ho trovato sentieri che portassero in cima, l’unica via sarebbe l’arrampicata e non credo che dopo un’ascesa così impegnativa uno abbia ancora voglia di buttarsi di sotto. Ma può essere che mi sbagli e una via facile esista.
comunque sia, è vero per gli Emiliani è un luogo importante di fascino e mistero.
buona giornata GianPaolo
ml
I sentieri ci sono. Quanti impervi non lo so ma è raggiungibile a piedi senza scalare.
https://www.lapietraelabismantova.it/
In cima c’è l’eremo, una foresteria e un rifugio.
C’è anche la strada che porta al pianoro.
È un posto frequentato per quello che mi risulta.
Bella serata
sì, i sentieri ci sono ma non pensavo arrivassero fin su. Io ne ho percorso uno fino al punto ristoro/rifugio (chiuso) e pensavo
terminasse lì, alla base dello strapiombo più marcato.
ora consulto la mappa dei sentieri che mi hai mandato.
d’estate è molto frequentato.
contento di esserci andato fuori stagione 🙂
😀
i sentieri https://www.lapietraelabismantova.it/sentieri/
molto dettagliata la mappa dei sentieri, ho riconosciuto quello che ho percorso io e quelli che mi avrebbero fatto salire di più.
grazie per i link
mi sembrava strano che il pianoro non fosse raggiungibile a piedi come minimo senza essere scalatori.
Certo senza la mappa dei sentieri poteva sorgere il dubbio.
sì, io ero senza mappa e senza alcuna conoscenza del luogo e dalla mia prospettiva la pietra sembrava inaccessibile.
hai ragione. Spesso il punto di osservazione inganna.
sì, 🙂
ciao
ciao