Dicembre

                                                

Dunque ci siamo, inizia il mese delle feste. Ma io di Dicembre preferisco i giorni dispari, quelli banali, fatti di niente come fosse Marzo, lontani dalle vigilie, dalle tavole imbandite e dalle chiese riempite una volta all’anno.

È che questo mese mi prende sempre in contropiede, ancora sono immerso nella cupezza di Novembre e già devo mettere in cantina malinconia e crucci, e dalla cantina tirar fuori gli addobbi di Natale e un’allegrezza impegnativa. Ma poi m’impegno, quanto meno, a non sciupare le feste agli altri, mi lascio andare come una vela pigra al vento, chiudo il libro che leggevo in disparte, giro per casa a guardare le candele accese, i disegni sui vetri alle finestre, le ghirlande sulle grate, provo piacere ai tanti piccoli tocchi femminili che, come neve, si depositano sulle cose di ogni giorno, un nastro rosso attorno a una bottiglia, una pigna sulla mensola, un rametto verde sulla scala. Contemplo e condivido l’atmosfera calda che poco alla volta si forma e quasi mi rammarico di non avere una parte più attiva in questo evolvere pacato verso il clima natalizio.

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