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due o tre cose che so di maggio

29 Mag

                          

Anche quando la bizzarria del clima stravolge i piani e capovolge i mesi, trasformando maggio in un marzo imprevedibile o in un novembre deprimente, ci sono due o tre cose che in queste settimane aspetto e che puntuali arrivano, benefiche come il 27, a confortare l’animo.

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volare bassi

10 Mag
c.calati

                                                

Mia sorella accovacciata sul sedile aveva già le mani sulla leva del comando, io ero perplesso ancora prima di salire per sedermi al suo fianco. Era la nostra prima volta sulla giostra degli aeroplanini, lei euforica per quel battesimo dell’aria, io mi sentivo appiccicata addosso la paura con la faccia smarrita di Stanlio, uguali orecchie a sventola, stesso viso bislungo come un punto esclamativo, sai i filmini della domenica senza sonoro (“stagno e olio” li chiamavo io con logica stringente di bambino che s’appiglia alle parole che già conosce) forse per questo nemmeno io parlavo, muto subivo l’avventura sulla giostra. Mi mancava solo la bombetta sotto cui grattarmi disperato la capoccia con espressione affranta assai ridicola. Non ci eravamo ancora mossi ma in cuor mio ero certo, non poteva che essere un disastro.

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il vero e il falso

4 Mag

Mi chiedi di raccontarti qualcosa che sia autentico, niente d’inventato, dai, ma non è facile per me che da anni mescolo memoria e fantasia, il vero e il falso, massimo e Camillo, quel che è successo e quel che non è stato. Mentre scrivo credo a quel che scrivo a prescindere che le cose siano andate davvero come dico. E ora, a districare il tutto è come dovessi dividere la pula dal grano e io non sono il contadino che gli bastava il gesto ampio e semicircolare della pala a far cadere sul cemento dell’aia le due frazioni separate, io provo a lanciare in aria le parole ma queste ricadono com’erano, pure e spurie mescolate.
È che io sono un emerito bugiardo e proprio quando invento e temo di non essere creduto, zac, ci metto la mia faccia che in scrittura è usare la prima persona singolare.
Sono stato sandinista in Nicaragua, ciabattino in Svezia nel primo novecento, scacchista ambiguo in una repubblica del Baltico e sono andato a Rugen ad incantarmi per un seno in controluce. 
Solo sulla carta, tutto questo, spero ti sia chiaro.  Anche se poi a Rugen ci sono andato veramente, come in pellegrinaggio nei luoghi che avevo vagheggiato, e in Nicaragua, bè, era come se, perché avevo fatto mie le avventure di un amico.
Ma tu, diario, insisti, quello vero

E diario sia, sincero. 

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cartoline dal Delta

29 Apr

                                        

Costeggiando il Po nei suoi ultimi cento chilometri si entra poco alla volta in un ambiente di natura straordinario che non ha nulla da invidiare alla più rinomata Camargue. Tutto è silenzio e luce, distese d’acqua, le cosiddette valli, a perdita d’occhio, e sottili lingue di terra che formano un labirinto di tracciati in cui è bello perdersi.

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l’età dell’anguilla

19 Apr

                                              

Tornare all’antico è sempre un progresso, me lo ripeteva a proposito e a sproposito, a volte si limitava all’italiano, altre lo declamava in latino, più raramente in greco. Mio padre. Io mi irritavo allo stesso modo in tutte le lingue, ero a una distanza siderale da quelle parole, a vent’anni non hai un passato che ti attiri, tutto è futuro, velocità, progresso. Era l’età dell’oro, così credevo, così per anni, in un andare avanti ottuso, senza chiedermi per dove. E il motore era il mio idolo nella religione del progresso, usavo la macchina anche per attraversare la strada. Velocità e pigrizia un connubio disastroso.

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la prima curva non si scorda mai

15 Apr

Papà rientrava alle sette di sera, io lo attendevo affacciato alla finestra che dava sul cortile, non tanto per affetto quanto per ammirazione. Lui era il re della marcia indietro. Il nostro garage, come altri, era sotterraneo con una rampa d’accesso in forte pendenza che disegnava una lunga curva irregolare, ampia all’inizio ma a raggio bruscamente stretto nella parte finale. Gli altri inquilini compivano la manovra in due tempi ed essendo scesi di muso si ritrovano poi al mattino a dover girare la macchina in uno spazio angusto. Papà no, lui, l’unico!, scendeva in retromarcia sin dalla strada attraverso l’androne stretto e con una manovra millimetrica compiva la curva in un colpo solo. Io dal terzo piano, la finestra aperta anche d’inverno, studiavo la traiettoria perfetta che seguiva, più precisa di un proiettile. Mi stupiva ogni volta con quanta facilità piegasse al suo volere quel bestione enorme, una Taunus a sei posti.

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la perfezione della seconda curva (rivisto)

11 Apr

                                    

Immaginati a metà di una mattina di maggio in Austria, pochi gradi sopra zero, ma aria e ora perfette. Un’aria trasparente che non la vedi nemmeno in controluce ma la senti mulinare nei polmoni, e un’ora che ti aspetta lì, al punto esatto, precisa come un appuntamento che non avevi dato.

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la prevalenza del Monferrato

5 Apr

                        

Ci voleva la bicicletta perché finalmente amassi il Monferrato, lo avevo sempre attraversato in macchina, uno sguardo quasi di compatimento dall’autostrada a quello che mi sembrava il fratello povero delle Langhe. Quanto mi sbagliavo!

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lamentazioni di un povero blogger

24 Mar

E dopo aver messo insieme un mucchietto di parole per il blog, ben disposte e lucidate come peperoni sulla bancarella del mercato, sempre mi prende uno sconforto senza nome. Il timore, credo, di non avere più peperoni da mostrare.

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brevi appunti di viaggio

12 Mar

                                            Brevi appunti di viaggio

Mi è sempre piaciuto seguire il corso dei fiumi, umili o maestosi ti guidano per paesaggi di natura e ti portano in città che dalle loro sponde sembrano più belle.

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