
Mancavano dieci minuti all’apertura del negozio e Margherita dalla sua postazione osservava preoccupata la massa di gente assiepata dietro le vetrine.
Schiacciati come mosche contro i vetri, c’erano nasi che alitavano nel freddo e mani appoggiate a lasciare su questi impronte e desideri.
Quegli occhi sgranati come fosse fame e quei nasi premuti, deformati, rendevano i volti dell’attesa simili alle teste dei maiali appese dietro il bancone; maiali ancora vivi, quei volti, che, fiutato il cibo sotto il fango, scalpitano e si spintonano grufolando, come fosse una vita che non mangiano.
Sarebbe stato un massacro, questo era evidente.
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