qualcosa di nuovo

9 Feb

c.calati

 

 

La sua mimica facciale assomigliava a una fiumara calabrese. Impetuosa, violenta, fuori dagli argini, dopo un temporale primaverile, e totalmente inespressiva, svuotata,  un faccione inutilmente ampio, durante la siccità estiva. Mai un’espressione che fosse di equilibrio tra i due estremi, mai un…

L’uomo stette per lunghi istanti in bilico sulla frase incompiuta, la penna sospesa a mezz’aria, i lineamenti contratti nello sforzo di agguantare un’altra parola senza cadere dal filo alto dei pensieri e ruzzolare nel banale.

Poi sbuffò, accartocciò il foglio e lo buttò nel cestino.

Tre giorni prima aveva comprato una risma di A4 e una stilografica Pelikan verde e nera per dare un senso e una forma al furore creativo che aveva sentito ribollirgli dentro.

Tutto stava nell’incanalare bene le prime parole, come lo chiamavano? L’incipi! Ecco, sì, una volta trovato l’incipi, il resto sarebbe venuto da solo.

Riprovò.

Di fronte a lui la donna chinò il capo. Sembrava affranta, soverchiata dalla vergogna, invece stava raccogliendo le forze, come un’atleta prima di spiccare il salto, voleva far esplodere la collera in un’invettiva che avrebbe fatto tremare i vetri alle finestre e i baffi tinti a quel pallone gonfiato. Tu, disse sollevando un indice imperioso, tu…

Di nuovo si bloccò, stupefatto lui stesso per il rapido inaridirsi dell’ispirazione. Questa volta non diede nemmeno il tempo alle parole di potersi riaffacciare alla mente, al primo intoppo stracciò il foglio e lo gettò via.

Gli sembrava di avere tanto da dire, qualcosa di bello e di nuovo, ma erano fuochi di paglia le sue idee, che si esaurivano dopo appena due o tre righe. Ormai erano più le pallottole di carta dentro o, più spesso, attorno al cestino, che non i fogli immacolati sul tavolo.

Lo sommerse una frustrazione mai provata, una desolazione pari e inversa alla gioia del suo gatto, Tobi. Lui sì aveva qualcosa di nuovo con cui riempire le giornate: fantastiche quelle pallottole di carta.

62 Risposte to “qualcosa di nuovo”

  1. Giuliana 9 febbraio 2020 a 10:28 #

    Sensazione piuttosto familiare … da far felici i gatti 😉

    • massimolegnani 9 febbraio 2020 a 14:09 #

      alla fine, i gatti sono sempre soddisfatti,
      loro (a differenza nostra) hanno mire basse e appetiti saziabili
      buona domenica Giuliana
      ml

      • Giuliana 9 febbraio 2020 a 15:04 #

        È vero 😊

      • massimolegnani 9 febbraio 2020 a 15:55 #

        🙂

  2. teti900 9 febbraio 2020 a 12:16 #

    senza parole.
    un post che sguizza via tra tre incipit egualmente ‘narranti’ ed enigmatici che si chiude col guizzo felino a rappresentare visivamente i lampi che la mente riesce a inviare e la (scarsa) memoria cancella come l’onda fa con le orme sulla sabbia (mi spiegavo meglio se stavo zitta, lo so)

    • quasi40anni 9 febbraio 2020 a 13:07 #

      Splendido commento a uno splendido post di Massimo

      • massimolegnani 9 febbraio 2020 a 14:17 #

        sono d’accordo con te sul commento di Teti
        (meno sul mio post, ma ti ringrazio)
        🙂
        ml

    • massimolegnani 9 febbraio 2020 a 14:15 #

      questo post vuole essere sfuggente, (auto)beffardo, amaro sulle nostre (in)capacità di scrittura e di cultura
      soprattutto quando vorremmo volare alto e stramazziamo al suolo (“incipi” è voluto ad emblema di ignoranza)
      il gatto rappresenta la gioia della semplicità.
      tu, Teti, ti sei spiegata meglio di quanto abbia fatto io qui, e lì
      quindi grazie
      ml

  3. paginadiester 9 febbraio 2020 a 20:25 #

    Simpaticissimo questo scrittore a tutti i costi, poco ecologico, se vogliamo, ma è un classico: stilografica verde e nera (mi ricorda l’adolescenza sui libri), vorrebbe a tutti i costi scrivere qualcosa, ma… non ha niente da dire e mi somiglia; ma io sono più furba e non ho nessun gatto, pertanto scrivo solo da quando mi sono trovata finalmente fra le mani un personal pc, che mi ha lasciata estasiata per i caratteri perfetti e la possibilità di mille variazioni, sia grafiche, che di contenuto, senza cancellature visibili e senza sciupare carta. Ma questo della carta non era il mio vero problema…

    Potrebbe essere un altro incipit, invece concludo: il mio vero problema è sempre stata la bella calligrafia, la paginetta ordinata… Figuriamoci, sono decisamente mancina e a cinque anni mi hanno costretta a scrivere esclusivamente con la manina bella!
    Il risultato: una scrittura nervosa, da zampa di gallina (non so perché si dica così) che alla fine mi ingarbugliava anche le poche idee che avrei voluto esternare. Mamma copriva i buchetti delle mie cancellature con pezzetti ritagliati da un altro quaderno “di casa” con la medesima quadrettatura, incollati ad arte, così che le giunte passassero inosservate: un vero incubo per lei e per me!
    Non l’ho mai ringraziata abbastanza, nemmeno per questo.
    Bello quando le idee nascono così, sorridendo davanti al testo di un amico, che mi ispira anche quando vorrebbe essere solo ironico.
    Pensare che la ruota della bicicletta, così appoggiata alla sponda di quello che sembra un traghetto di linea, avrebbe potuto ispirarmi ben altri ricordi: il Verbano, l’imbarcadero di Intra (allora si chiamava ancora così)…

    Grazie e perdona le mie divagazioni, che non riuscirei mai a scrivere su un blog mio, per mancanza di ispirazione! Buona serata.

    • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 12:01 #

      simpaticissime le tue divagazioni sul tema! I rattoppi sul quaderno mi mancavano: sì, si viveva di rattoppi, alle calze, ai maglioni, alle scarpe da risuolare, e ci sembrava naturale che non si buttasse niente. Ora una maglia lisa, una scarpa appena consumata, le buttiamo senza pensarci due volte.
      il traghetto della foto è quello tra Varenna e Menaggio, magari ne scriverò, se..mi viene l’ispirazione 🙂
      buon giorno, Ester, un sorriso
      ml

  4. vittynablog 9 febbraio 2020 a 22:59 #

    Be’, comunque sia, qualcuno ha goduto di quelle idee…il gatto mi sembra abbia parecchio gradito! in fondo non è detto che tutto sia perduto. Il seme è stato gettato, più tardi magari fiorirà 🙂

    • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 12:06 #

      eheh per il gatto tutte quelle pallottole di carta sono state una manna 🙂
      buona giornata Vitty
      ml

      • paginadiester 10 febbraio 2020 a 18:07 #

        … e i cappotti rivoltati, anche se erano da uomo: per poter eliminare i bordi consumati occorreva confezionare taglie più piccole, giuste per noi figli del primo dopoguerra, almeno questo vale per me che sono del ’48… Buona serata.

      • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 19:11 #

        eheh, io del 49, quindi quasi gemelli 🙂
        grazie, anche a te buone ore

      • paginadiester 10 febbraio 2020 a 18:11 #

        Qui ho inserito per sbaglio, ma non posso togliere… pensaci tu, per favore!

      • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 19:11 #

        ho provveduto 🙂

  5. Riccio 9 febbraio 2020 a 23:04 #

    Io che con finali ho problemi, adoro gli inizi… ma adesso vorrei sapere come vanno a finire!

    R.

  6. newwhitebear 10 febbraio 2020 a 16:25 #

    favolosi questi due incipì – o incipit 😀 – e Lui rimane con la Pelikan verde e nera a secco, mentre il gatto si diverte con le pallottole di carta.
    Sono tuoi? Quasi quasi te li scippo, se mi dai il permesso

    • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 17:28 #

      scippa, scippa, che la cosa mi diverte 🙂
      ciao GianPaolo
      ml

      • newwhitebear 10 febbraio 2020 a 18:06 #

        Ok. Lo faccio subito. Ovviamente se ricavo qualcosa i riferimenti al tuo blog si sono. 😀

      • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 19:09 #

        dai, penso che ci divertiremo (e anche l’uomo del racconto che non era riuscito ad andare oltre l’incipit!)

      • newwhitebear 10 febbraio 2020 a 21:26 #

        ci provo

      • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 22:18 #

        leggerò con piacere il risultato 🙂

      • newwhitebear 10 febbraio 2020 a 22:37 #

        ok. Tempo qualche giorno

      • massimolegnani 10 febbraio 2020 a 23:54 #

        tutto il tempo che vuoi 🙂

      • newwhitebear 10 febbraio 2020 a 23:57 #

        a mercoledì col primo

      • massimolegnani 11 febbraio 2020 a 01:05 #

        a mercoledì 🙂

      • newwhitebear 11 febbraio 2020 a 16:42 #

        già pronta

      • massimolegnani 11 febbraio 2020 a 16:57 #

        incredibile!

      • newwhitebear 11 febbraio 2020 a 18:02 #

        Non aspettarti un racconto lunghissimo

      • massimolegnani 11 febbraio 2020 a 21:06 #

        meglio corto e ficcante 🙂

      • newwhitebear 11 febbraio 2020 a 21:30 #

        speriamo

      • massimolegnani 12 febbraio 2020 a 01:46 #

        sì 🙂

      • newwhitebear 12 febbraio 2020 a 17:42 #

        ciao

  7. newwhitebear 10 febbraio 2020 a 23:56 #

    Mercoledì 12 arriva il primo tentativo di continuazione. Per il secondo pazienta qualche giorno.

  8. elettasenso 11 febbraio 2020 a 08:40 #

    Scrivere non è facile. Scribacchiare, annotare, buttare giù parole più semplice. Scrivere qualcosa che passi al di là e tocchi vibrazioni emotive… scrivere qualcosa di evocativo o vibrante è davvero molto difficile. La famosa pagina bianca è spesso uno spazio angosciante quando manca l’attimo magico della ispirazione: come tu hai ben descritto.
    Buona giornata 🐞

    • massimolegnani 11 febbraio 2020 a 12:50 #

      Già, credo che capiti a chiunque, in determinate circostanze, di imbattersi nella consapevolezza di una sproporzione tra la velleità creativa e la sua capacità realizzativa. Questo rischia di annientare ogni tentativo di comunicazione se non si è in grado, da una parte, di ridurre realisticamente le proprie aspettative e, dall’altra, di migliorare il proprio bagaglio espressivo.
      buona giornata a te, Eletta cara
      ml

  9. Neda 11 febbraio 2020 a 11:39 #

    Questa frustrazione è una sensazione che non provo per quanto riguarda la scrittura, per la quale ho piccoli desideri da esprimere, ma per quanto riguarda la pittura, beh…è un’altra cosa e i fogli bianchi, o appena imbrattati, sono frustranti davvero e denotano quanto i desideri e le aspirazioni siano lontani dalla realtà. Peccato non aver più un gatto da far giocare con gli appallottolati brandelli.

    • massimolegnani 11 febbraio 2020 a 13:00 #

      può cambiare la forma espressiva utilizzata, pittura, fotografia, scrittura o altro, ma l’esperienza spiacevole che si prova quando la realizzazione e inferiore (o del tutto assente) rispetto alle proprie aspettative è comune a qualunque campo artistico si sia scelto.
      un sorriso, Neda
      ml

      • Neda 12 febbraio 2020 a 11:21 #

        L’importante è non lasciarsi sopraffare dalla frustrazione e continuare a provare e riprovare.
        Buona giornata.

      • massimolegnani 12 febbraio 2020 a 16:39 #

        sono d’accordo
        ciao 🙂

  10. Anna Bernasconi Art 11 febbraio 2020 a 16:49 #

    Non tutti gli spunti hanno un’evoluzione, eh già…
    Io raramente appallottolo quel che resta in sospeso (tante frasi e tanti disegni!), certo che l’archivio diventa vasto e per la maggior parte non ci saranno riprese ma qua e là qualche spunto ritrovato ha dato i suoi frutti, poi, in momenti e modi inaspettati. Forse non avendo un gatto da far giocare ho salvato qualche buona (si spera) idea, he he he…

    • massimolegnani 11 febbraio 2020 a 17:02 #

      in realtà anch’io mi comporto così, archivio più che appallottolare. Ma mi divertiva l’idea di questo tizio con poca esperienza di scrittura che non riusciva a schiodarsi dalla partenza e andava ammonticchiando sul pavimento pallottole di carta.
      buona giornata, Anna
      ml

      • Anna Bernasconi Art 11 febbraio 2020 a 18:02 #

        Magari un giorno ci racconterai di questo tizio che si arrovella il cervello alla ricerca di almeno uno di quegli spunti davanti a cui si era arreso… se ha letto questi commenti può essersi pentito! 😉

      • massimolegnani 11 febbraio 2020 a 21:05 #

        chissà, onestamente non so se lo farò. In compenso c’è chi ha raccolto il testimone: Newwhitebear, che a giorni ci racconterà il seguito
        dei due incipit 🙂

      • Anna Bernasconi Art 11 febbraio 2020 a 21:31 #

        Caspita, il Tizio ha già un collaboratore! Con un riscontro così positivo, la prossima volta si desolerà meno in fretta… battute a parte: che bello aver ispirato qualcuno! Dovrò andare a curiosare.

      • massimolegnani 12 febbraio 2020 a 01:45 #

        forse già domani ne pubblica uno!

      • Anna Bernasconi Art 12 febbraio 2020 a 10:02 #

        👍

      • massimolegnani 12 febbraio 2020 a 16:38 #

        🙂

  11. massimolegnani 12 febbraio 2020 a 10:20 #

    perbacco, non solo hai già scritto il brano ma gli hai pure creato una cornice di sfida ad altri lettori
    complimenti GianPaolo

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