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Dimmi, è quasi autunno, vero?
Lo intuisco dalle foglie, non le poche già per terra, quelle che ancora stanno sopra gli alberi, scricchiolano al sole e s’accartocciano seccando timorose del domani. Hai mai osservato il viaggio di una foglia? Dalla partenza riluttante, rinviata per giorni anche se tutto è ormai concluso, al volo pieno di grazia e angoscia, per un momento s’illude di tornare al proprio ramo sospinta da una folata amica, poi si rassegna e plana sul terreno, non solo a morire ma a confondersi anonima tra tante morti. Siamo diversi noi, nel nostro andare?
È autunno, ne sono convinto.
Lo sento nell’erba scaldata dal sole ormai basso, non più bruciata dai raggi a picco; ascolta il prato come fruscia alla brezza, musica nuova dopo il silenzio dell’arsura, quando bastava una bava di vento a spezzare gli steli rinsecchiti, uno schiocco impercettibile ed era la fine.
Sì, è proprio autunno.
Me ne accorgo dal tepore della terra smossa. Al mattino, umida di rugiada, è molle e tiepida come una donna in amore. È questa la terra che sognavo, terra vogliosa di essere rivoltata, solcata, rimescolata dal ritmo lento dell’aratro; eri tu questa mia terra, lo ricordi? Io pioggia che disseta senza inondare, io acqua che penetra senza violare, io l’aratro.
Se davvero è autunno, vorrei chiederti un regalo.
Cerca una radura nascosta da un coro d’alberi, abbandona i vestiti, stenditi a contatto dell’erba e aspetta che qualche foglia ti ricopra. Poi, senza sollevare il capo, bevi vino buono scelto in cantina; lunghe sorsate, non smettere nemmeno quando la bocca sarà colma, lascia che i rivoli ti scorrano addosso e vadano a impregnare la terra. Non sarà vino sprecato. Quando la bottiglia sarà vuota, aspettami, immobile, fremente.
Io, da sotto l’erba, arriverò a te per la via dei vermi.
Mi sentirai vagare sulla tua pelle come un tempo, sarai sorriso ubriaco, sarai amore offerto a un caldo nulla.
Francesco
You will feel me wandering on your skin like in the past, you will be a drunken smile, you will be love offered to a warm nothingness.
this letter is the mad wish to be somehow with Luigina after the death-
thank you, Raj
ml
Ah, ecco, la lettera che Francesco le aveva scritto…l’unica sorpresa che trovai, dopo la morte di Federico, fu una medaglia d’argento del Savoia Cavalleria, corpo in cui lui fece il militare. Non avevo l’abitudine di frugare fra le sue cose, ma credevo di conoscere tutto di lui, mi aveva mostrato le foto anche delle sue vecchie ragazze e quelle da militare e ne avevamo fatto un album, poi aveva altri oggetti come le medaglie vinte al tiro a segno, quelle del donatore di sangue e altre cose, ma quella del Savoia Cavalleria non l’avevo mai notata, molto bella, con smalti rossi e blu, lo stemma e la scritta. L’ho data a mia figlia che la porta al collo con una catenina d’argento.
Questa scoperta tardiva del riconoscimento che lui aveva ricevuto dal Savoia Cavalleria, se mi posso permettere, ti avvicina alla protagonista di questi due racconti intrecciati.
Un sorriso
ml
Pensa che andavamo ai raduni annuali del Savoia Cavalleria che si tenevano qui in zona. Portava al bavero una spilla del Savoia Cavalleria, ma non ha mai messo in mostra quella medaglia. In realtà, Federico era schivo e riservato e non si vantava mai nemmeno per la croce d’oro che aveva ricevuto dopo cento donazioni di sangue fatte all’AVIS.
le persone schive nascondono tesori
Francesco che travia la persona amata a giacere nuda sotto le foglie cadute e lui come un verme la raggiunge da sotto terra.
Bella e coinvolgente questa lettera di Francesco.
Grazie Gian per l’apprezzamento, però Francesco non travia Luigina, ma la seduce con le parole e la rende complice in un impossibile incontro dopo dopo la morte.
ml
Mi era sfuggito questo. Adesso ripensandoci bene era chiaro il senso.
bene 🙂
ciao
ciao
Che splendide parole d’amore che entrano nel cuore e nella pelle… bellissimo questo connubio della terra, il vino…. sei uno splendido affabulatore Massimo!!! 🤗🤗🤗
Grazie, Vitty per la tua lettura appassionata
🙂
ml
Il poeta diceva “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” e lo scriveva in trincea… direi che siamo nella stessa trincea… Ciao. Guglielmo
mi piace il tuo richiamo a Ungaretti: si’ siamo nella stessa trincea, anche se meno cruenta, ugualmente drammatica.
Grazie Guglielmo
ml
Poesia in prosa: in questo sei un maestro.
Grazie Guido
ml