Troppo a lungo sono rimasto legato alle consuetudini alimentari assimilate nell’infanzia, coltivando una diffidenza coriacea per tutto ciò che non aveva fatto la sua comparsa allora sulla tavola. Etichettavo come “esotico” quel che non avevo assaggiato da bambino, esotico anche se si trattava di castagne o angurie da acquistare sotto casa.
Pochi piatti erano l’ossatura della nostra cucina, almeno io ricordo di aver mangiato solo questi. Ovomaltina a colazione seguita da latte e cacao amaro appena un po’ cresciuto, il tè una bevanda da signore, le amiche della mamma che al giovedì pomeriggio occupavano i divani avvolte nelle volpi, io le servivo muto, inorridito da quegli occhi tenuti con disinvoltura al collo che morti mi fissavano. Spaghetti al burro o pomodoro, minestrone con le cotiche, unica fonte di verdure, qualche risotto con l’attaccato sul fondo della pentola da contendere ai fratelli, bistecca o pollo, patate fritte sempre, la trota al venerdì con patate ahimè bollite, rare le cozze, mai altri pesci, dopo l’anguilla fuggita dal balcone. Per ogni stagione un solo frutto, mandarini, mele, albicocche, pesche e pere. Le arance avevano un senso a parte, le mangiavamo unicamente per vedere la loro cartavelina arrotolata a cilindro instabile sul piatto di papà che poi gli dava fuoco secondo un rito a regalar fortuna se leggere volavano su fino al soffitto. Ma a volte era tristezza che nemmeno si sollevavano dal piatto.
Verdure, frutta secca, meloni e angurie mi erano ignoti o forse qualcuno di noi li mangiava ma non io che diffidavo. E ho continuato a lungo a diffidare anche da adulto, solo da poco la curiosità sta prevalendo sul sospetto. Così, tra piccoli stupori e qualche delusione è stata una progressione inarrestabile la conoscenza di quest’’esotismo casareccio, scoprire la cucina come un safari ai giardinetti, i gatti e i topi al posto delle belve. I primi sono stati i peperoni abbrustoliti, le zucchine in tanti modi, poi i cuori di carciofo saltati in padella, i finocchi gratinati col limone, la zuppa di pesce, le insalate verdi con olive, capperi e pancetta.
Ora le noci, che da bambino non sapevo fossero loro a dar quel gusto buono ai baci perugina. Le noci dappertutto, in un recupero frenetico del tempo che ho perduto. Amo spaccare il guscio secondo studiate linee di rottura che non rovinino l’interno, poi sto lì a guardare il gheriglio che sembra il mio cervello e, come un anatomo-patologo, lo estraggo intero dalla sede, lo seziono, lo spezzetto e infine ripongo i suoi frammenti in un contenitore in vetro assieme a tanti simili, il tempo necessario per decidere quali piatti cucinare, da mangiare in compagnia. Le noci coi pistacchi a condire mezze penne, noci e gorgonzola sul pane abbrustolito, altre inserite assieme a riccioli di burro nelle patate da cuocere per ore nella cenere, noci nel miele e le ultime a far più buono il budino al cioccolato. Ora le noci, a unire amori e amici.
che bella questa evoluzione gastronomica (eno-? 😉 ) che sento molto vicina, da piatti semplici e, a loro modo, pur per necessità, ripetitivi e molto proteici alla varietà e complessità alimentare. e poi quella cura nel rompere il guscio, con coltello se possibile e lungo la nervatura centrale che lascia perfette le due metà. e poi, quest’anno, il nocino… 😉
(l’eno- non ha avuto bisogno di evoluzione, son subito partito alla grande, fin troppo grande) 🙂
bella, ammen, la tua condivisione di sapori semplici e cibi reiterati.
un abbraccio,
ml
Questo continuare a scoprire di giorno in giorno piccole (o grandi) cose nuove è così vicino alla felicità da riuscire a toccarla 🙂
è stata una felicità un po’ tardiva, ma io sono a lenta maturazione (e scarsa maturità) 🙂
ciao e grazie,
ml
perfetto nel suo stupore nostalgico; questo lo archivio
eheh, ti aspettavo al varco 🙂
ciao Dona
un abbraccio
c.
Noci, castagne e noccioline da piccoli….
poi il resto, piano…
Ora mi sa che il cibo abbonda in un certo verso…per non dire i programmi di cucina…
si, chef 😦
niente chef! solo improvvisazioni personali 🙂
ciao .marta,
ml
…scherzavo, naturalmente…
ciao
🙂
Date: Tue, 20 Jan 2015 11:03:23 +0000 To: agilulfo_@hotmail.it
A voler esser precisi però nei baci perugini c’è la nocciola non la noce. 🙂
accidenti se hai ragione!
vedi a non imparare le cose da piccoli, ho finito col confondere noci e nocciole 🙂
ml
C’è sempre tempo per sgranocchiare 😉
già 🙂
Date: Tue, 20 Jan 2015 10:38:11 +0000 To: agilulfo_@hotmail.it
La natura e i suoi ritmi, le stagioni. I prodotti dell’estate in estate santo cielo! Ricordo la gioia all’arrivo dei pomodori per non parlare delle melanzane. Evviva i Baci Perugina, ma anche i baci degli innamorati, delle mamme, dei papà, dei bambini, degli amici…
tutti i baci hanno un buon sapore 🙂
ciao L.
ml
A parte qualche differenza – dovuta alla diversa terra di provenienza – credo che le mie consuetudini alimentari legate all’infanzia non si differenziassero molto dalle tue. C’era la stagione delle zucchine e dei fagiolini, e quindi si mangiavano solo zucchine e fagiolini; poi venivano le cicorie, e allora dai con i piatti a base di cicoria, e così a seguire. Anche per me la frutta era solo quella di stagione: era difficile trovare sulla nostra tavola i cocomeri a dicembre e l’uva a gennaio, come accade ai nostri giorni. Oggi purtroppo tutto è alterato, soprattutto i sapori: non esistono più quelli di una volta. E non è una banalità. 😉
vero, la disponibilità di frutta e verdure fuori dal loro periodo canonico ha provocato un appiattimento del desiderio.
ciao remigio,
ml
Buone le noci. Credo che le conosco da quando da piccola andavo a raccoglierle come frutta di stagione. E così le castagne e le nocciole, le mele e le ciliegie selvatiche, le pere selvatiche… ma tutta la frutta esotica, ma esotica veramente, credo di averla conosciuta solo dopo i vent’anni. 🙂 Il pesce poi… solo le trote di fiume e i salmerini alpini… nient’altro. MI sono rifatta dopo. 🙂
io ho vissuto a lungo da cittadino, solo da adulto sono passato alla campagna e credo sia stato questo passaggio a migliorare e ampliare il mio rapporto coi cibi della terra.
ciao,
ml
Allora, se posso permettermi, ti darei un consiglio: vai a raccoglierle quando son mature, poi vedrai se non le senti ancor più buone!! 🙂 Non sto scherzando.
lo farò, la frutta raccolta con le proprie mani è più buona, sicuramente 🙂
Date: Tue, 20 Jan 2015 22:35:09 +0000 To: agilulfo_@hotmail.it
attento alle calorie mi raccomando, le noci non scherzano ! 🙂
detto questo, mi è molto piaciuto questo tuo addentrarti nell’argomento.
in una parte mi rispecchio; diciamo da piccoli dovevamo mangiare quel che ci davano,
ma poi abbiamo avuto la nostra grande occasione di scoprire (che ti garantisco non tutti colgono) ed è accaduto anche a me – che poi la soddisfazione è tale che diventa un ‘vizio’.
è così monica, “mangiare quel che c’è nel piatto” da una parte è stata una giusta forma di educazione al rispetto del cibo, dall’altra, ha rischiato, nel mio caso, di restringere il campo delle conoscenze (non solo gastronomiche). per fortuna poi prevale l’istintivo desiderio di sperimentare cose nuove.
ciao monica,
ml
Non vorrei sbagliare, ma nei Baci Perugina ci sono le nocciole, non le noci.
un errore madornale, il mio, se penso alle migliaia di baci che ho mangiato 🙂
ciao,
ml
noci nocciole sempre frutta secca è!! 🙂 oggi sono un po’scema!! ciao doc!
scemo mi sento io per averle confuse! grazie per il conforto, minu. un sorriso. ml
Date: Thu, 22 Jan 2015 08:15:48 +0000 To: agilulfo_@hotmail.it
E’ bellissimo questo racconto Massimo. Personalmente ho vissuto il contrario, una bimba curiosa e amante del cibo, con zii cacciatori e pescatori, e meravigliosi cuochi in famiglia, mangiavo tutto e con estrema curiosità, in particolare, in controtendenza per l’età, verdure (che prediligo ancora oggi). Poi la scuola e l’omologazione e l’appiattimento dei gusti, diventare schizzinosi, nonostante viaggiando tanto fossi obbligata a nutrirmi di cibi diversi. Poi un anno di ageusia totale e ora, che il gusto è tornato, una vera passione ritrovata per i sapori. Le noci poi mi fanno impazzire. Buona serata.
invidio la tua partenza col piede giusto nell’accostarti al cibo, nell’essere aperta a nuovi sapori, curiosa delle novità. 🙂
buona serata a te.
ml
Mi hai fatto venire fame.
A parte questo, che vista l’ora è anche normale, mi piace molto il tuo entusiasmo bambino nei confronti dei cibi, vicini e sconosciuti. Chi ama mangiare ama la vita.
Io alle noci non resisto. Una volta rotte, difficilmente arrivano fino al contenitore di vetro.
è vero, ho un entusiasmo bambino, non solo per il cibo 🙂
ciao stella
ml
noci e nocciole erano la mia passione, finchè non sono diventata allergica.
della mia infanzia il ricordo più nitido è il panino al pomodoro che mi preparava la nonna, al pomeriggio, condito con i capperi del suo giardino. mi sembra di sentirli ancora sciogliere sotto il palato.
i capperi sono un gusto buono che mi è rimasto dall’infazia, ma i capperi tuoi, di nonna, di giardino, dovevano avere una squisitezza tutta loro. 🙂
ciao,
ml
Ma che buone tutte quelle varianti con le noci…devo iniziare a mangiarne qualcuna anch’io 🙂
non ci crederai ma ho appena finito di spaccarne una decina, ho riposto i gherigli nel barattolo in attesa del sugo di stasera, che verrà secondo l’estro del momento 🙂
ml
Quando si parla di sincronicità 😀
🙂
Date: Sat, 20 Jun 2015 09:38:19 +0000 To: agilulfo_@hotmail.it