Piego su carta storie e destini, inconsapevoli del furto, come barchette nella fontana al parco, fingendo d’esser fabbro con il ferro incandescente, dargli la forma battendo finchè è rosso, poi immergerlo nell’acqua a fissar la curvatura come la parola sopra il foglio. Invece sono uno che solo pedalando ha idee che sbocciano e maturano sotto il casco, limpide e perfette come il cielo alle mie spalle. Poi, tornato alla tastiera, provo a tradurre in parole al monitor, ma quel cielo s’è fatto nebbia e le frasi un pressapoco sgangherato. È tutto qui il mio potere, da dio minore e scalcinato, costretto tra i pedali e un A4 troppo bianco. Così non dico cose esatte, non sono certo il verbo, farnetico piuttosto, tutt’al più potrei essere l’avverbio, forse, nei rari momenti di massime scintille, sai quando l’ubriaco come per magia infila cinque parole in linea che lui per primo se ne meraviglia.
Dora mi chiedi e Dora sia, anche se per te avrei voluto un fiume più semplice e immediato, quelli che pieni scorrono sicuri, come non dipendessero dai capricci della pioggia.
Dora, insisti tu, e mi sembra di sentirti pestare i piedi a terra come una bambina capricciosa.
Seguo il tuo azzardo allora, anche se tu non sai le sponde sporche e l’acqua scialba, difficile desiderarsi uguale.
Non è un gran fiume, la Dora, con il suo andare incerto, come non sapesse darsi un tono. Arriva stretta giù in città e ti sembra vada dritta, ma all’improvviso scarta da un lato. Una cosa stupida, che non disegna un’ansa maestosa o una curva ardita, no, lei ribalta l’acqua alla sua destra come volesse disfarsene, fermarsi lì, non essere più fiume. Poi ci ripensa, si slarga esagerata, diventa acqua bassa come sfoglia, e non ce n’è abbastanza da riempire il letto troppo ampio e vedi i sassi che affiorano a Dicembre, come sfregi sulla pelle.
Ancora vorresti essere la Dora?
Sì, ne sono sicuro, perchè hai l’intuito che ti guida.
Tu sai la Dora, senza averla vista, quando al mattino alza il vapore denso come una bambagia fino a sfiorare le grosse pietre del ponte vecchio, la nebbiolina acquosa, acqua di Dora, a spargersi in borghetto e noi la respiriamo come un benefico aerosol. La sai impetuosa in certi giorni di nubi cupe, gonfia di esuberanza cieca che sfoga contro le stesse pietre prima accarezzate e infila il ponte di voglia e di violenza da far invidia a un maschio. La sai quieta sotto il salice, cullare il cigno e l’anatra. E, maliziosa, tra le rocce rovesciare il canoista presuntuoso, per poi farlo riemergere e lasciarlo andare, come fosse un topolino che la gatta ci ha giocato e messo in riga.
Tu sei la Dora, ora, il fiume femminile e io il fabbro sgangherato con in testa il casco da ciclista.
Ceselli parole di pura magia. Tu sei un orafo, non un fabbro 🙂
sorrido: orafo sta a verbo come fabbro sta ad avverbio…e io sto nella seconda parte dell’equazione 🙂
ml
(grazie Mela!)
Tu sei troppo modesto
Tu troppo gentile 🙂
Le parole – ma solo quelle belle – appartengono, in parti uguali, a chi scrive e a chi legge. Sappilo! :-)
ne sono pienamente convinto, Remigio, e spero che anche qui tu ti sia “impossessato” di qualche parola 🙂
ml
Leggendoti, mi è sembrato di navigarla, la Dora.
in canoa 🙂
ml
mais oui ^_^
cb
!!
🙂
per fortuna c’è il casco che trattiene queste idee senza farle volare via 😉
Bella la Dora, raccontata così vien da dire : “‘fanculo al Po, la Dora è l’acqua di questo territorio!”
eheh, peccato che il casco abbia ampie feritoie e da li’ qualcosa scappa 🙂
Ciao Tati
ml
(e si’ la Dora e’ bella)
bel percorso di parole lungo la riva del fiume che muta aspetto ed umore come una vezzosa giovine donna.Chi può meglio di un’avverbio col casco sottolineare l’importanza del suo essere parte di una realtà ? ciao 🙂
Daniela
La Dora e’ proprio cosi’, una vezzosa giovine donna. 🙂
Ciao Daniela,
grazie
ml
😉
🙂
Dora Baltea o Riparia ?
La Baltea, che attraversa Valdaosta e Canavese.
Ciao rodix
ml
Ma fiume e stato descritto in modo così …così….sensuale 😊
Grazie .marta, è lei che è sensuale 🙂
ml
La tua Dora come la mia campagna.
E non la smetto mai di stupirmi per ogni nostra assonanza.
Sorrido, sono andato a leggerti e..si’ abbiamo occhi “assonanti”
Buona serata Ste’
ml
Buona notte ml.
🙂
a te 🙂
I miei più grandi complimenti!
Grazie Alessandra 🙂
ml
Come sai cantare tu la sensualità della natura… 🙂
Io so la Dora ora senza averla vista perché tu me l’hai fatta giungere in tutta la sua femminilità.
Bella bella pagina di “farneticaio” del “fabbro sgangherato con in testa il casco da ciclista.”, del poeta ml.
Un abbraccio
gb
eheh, forse ci ho messo un po’ troppe metafore, dal fabbro al costruttore di barchette però sono contento che il messaggio sul fiume femminile ti sia giunto intero 🙂
un abbraccio a te, gb.
ml
il messaggio sul fiume femminile mi è giunto intero e intatto, ml 🙂
ti abbraccio
gb
l’ho visto 🙂
buonanotte gb
ml
è così bello quando un sentire giunge intero e intatto 🙂
buona notte, caro ml
🙂
gb
è vero 🙂
Wow! Hai fotografato e pitturato la vita descrivendo.la dora.. e allora si che anche a me piacerebbe essere la dora…
Sei bravissimo a intessere i fili delle.storie che vedi o immagini… io ci cado dentro!
che bello quando ci cadi dentro alle mie storie
è il miglior apprezzamento a cui ambisco
grazie
ml
Cosi.mi succede… fai vivere le.sensazioni tu!
Ohh, grazie 🙂
quanto mi piacciono i manufatti di questo fabbro! 🙂
Oh cecil, ti abbraccio
ml