L’apparenza è una brutta bestia che ci avvelena il sangue e c’impedisce di vedere oltre. Noi gente per bene quando li incontriamo per strada, o fuori dai cancelli dell’Istituto d’arte dove poi magari nemmeno entrano preferendo bighellonare in giro, quando li squadriamo, i jeans laceri, la musica chiassosa nelle orecchie, le capigliature rasta e i capelli fucsia, gli spinelli e gli occhi appannati, scuotiamo la testa e cambiamo marciapiede snocciolando mentalmente il rosario delle ovvietà e delle maldicenze, ah ‘sta gioventù sbracata non c’è speranza.
E invece la speranza c’è e bella, se solo sapessimo l’entusiasmo e l’estro artistico di cui sono capaci sotto l’aspetto poco promettente. Io ho avuto la fortuna di incrociarli in più occasioni, generazioni di studenti che non mutano negli anni, brutta crosta dura e mollica morbida, se vogliamo usare una metafora da panetteria. Più di vent’anni fa i primi sono stati quelli che hanno affrescato l’ambulatorio della Pediatria, per una settimana a dipingere dinosauri verdi alle pareti con un’allegria contagiosa e una bravura inimmaginabile. Me li ricordo, chiassosi e impertinenti lavorare sodo per ore e ore senza alcuna ricompensa se non la soddisfazione di rendere più vivibile un luogo di piccole e grandi sofferenze. Avevano immortalato anche me su una parete, un dinosauro un po’ citrullo in camice e fonendo con tanto di targhetta col mio nome e quanti bambini ho tranquillizzato mostrando la mia caricatura mentre li visitavo. Poi il reparto è stato spostato in altri locali e loro, per me sempre gli stessi ragazzi anche se della generazione scolastica successiva, a dipingere da capo, questa volta su grandi tele, non più dinosauri ma treni allegri e surreali, sospesi per aria, che avrebbero fatto la gioia di Magritte e Chagall.
E adesso quest’ultima generazione durante i giorni di co-gestione ha deciso, anziché sfaccendarsi in fesserie, di affrescare a tutta parete l’aula dove studiano arte. Si sono divisi compiti e competenza, la riproduzione in scala dell’opera, la preparazione del fondo, la scelta dei colori il più simili all’originale, le prove e la pittura definitiva. In pochi giorni la notte stellata ha preso forma e sostanza. Ed eccola lì la loro opera, forse non la si può definire opera d’arte ma è opera loro fatta con bravura. Sono convinto che se Van Gogh potesse vedere il risultato ne sarebbe orgoglioso e finalmente si aprirebbe un sorriso sul suo volto eternamente sofferto. Bravi, ragazzi!
buongiorno! proprio bello e giusto. Le apparenze a volte perdurano nei secoli…e nella vita personale…i fanciulli colorati e rastati a volte vogliono apparire pure loro e ciò va la di là delle loro competenze e del loro essere…no? e basta un nonnulla per far loro venire un’irrefrenabile voglia di mostrarci chi sono-chi siamo…
Buongiorno Margot, condivido le tue parole.
Chissà se provieni anche tu dall’istituto d’arte o se il tuo e’ un talento naturale.
🙂
ml
liceo artistico e accademia belle arti….formazione rigidisssssima! però ciocche di capelli verdi per un pò li ho avuti…
estro e tocco estroso sono un binomio di garanzia artistica 🙂
Che bello, quando le etichette e le categorie non l’hanno vinta si hanno sempre sorprese positive, e comunque si vive molto meglio!
E’ vero, quando non ci si ferma alle apparenze si possono avere piacevoli sorprese.
Un sorriso cara Alex
ml
…anche se continuo a nutrire scarse speranze per le nuove leve… pur essendo un adulto che non ha lasciato alcun segno… manco un simil Van Gogh..tanto per dire…
eheh, Franco, io sono mediamente fiducioso, soprattutto dopo un simil-van gogh come questo
🙂
ml
La gioventù appare sempre strana alle generazioni precedenti.
concordo pienamente, è il nostro peccato originale di adulti il preconcetto sui giovani che ci impedisce di valutarli serenamente
ciao Elena
ml
Ciao. Buona domenica.
🙂
non potrei dir nulla ai giovani, alla loro età non amavo di certo la classicità e il mio stile era sicuramente controregola…la musica,le icone, le stravaganze mutano e ci sarà sempre chi troverà strano ciò che non lo è affatto, è semplicemente innovativo e per certo verso “rivoluzionario”
spesso ce ne dimentichiamo come eravamo noi, o meglio ci ricordiamo solo quello che ci fa comodo 🙂
ciao Daniela
ml
vero, memoria corta o cerchiamo di rinnegare ciò di cui potremmo vergognarci? mah
esatto,
entrambe le cose 🙂
effettivamente è inspiegabile il motivo per cui ci si dimentica della parte bella della gioventù sebbene potrebbe tornare utile a tutte le età… qualche lampo arriva, ma attiene al tempo in cui si è stati giovani quindi fa ancora più pena di quando ci scappa un: ‘… ai miei tempi…’ dev’essere un problema di neuroni consumati e/o estinti…
come dicevo è una specie di peccato originale che una volta adulti ci tramandiamo di generazione in generazione.
cerco sempre di mordermi la lingua quando sto per dire il patetico “ai miei tempi”
buona giornata Teti
ml
a me pare bellissimo il dipinto e mi pare chiaro che l’abito non fa il monaco, che poi certi atteggiamenti non ci piacciano … non dobbiamo dimenticare “come eravamo” noi.
sì anche a me piace molto il dipinto. ho detto che non è un’opera d’arte nel senso che non è originale 🙂
ciao Giuliana
ml
👍
🙂
Riuscire a guardare le persone senza le lenti del pregiudizio è un esercizio difficile, quando riesce è una bella sensazione.
Avrei tanto voluto vedere quel dino-dottore 😊
eheh quel dino-dottore era fantastico, buffo, irriverente e utile, mi ci sono specchiato per anni 🙂
buonanotte Melina 🙂
ml
Gli adolescenti di oggi danno tante preoccupazioni, ma tante gliene abbiamo dato noi a loro. Io ho avuto più o meno il tuo stesso disincanto: ho chiesto ai miei studenti di scrivere una lettera di risposta a un immaginario ragazzo emarginato dalla società. E’ stato ammirevole vedere quanti hanno provato a consolarlo ed è stato desolante leggere quanti dicevano di essere loro stessi scoraggiati da una società che tanto non li vedrà mai dentro, ma solo per la loro esteriorità. Non possiamo fidarci ciecamente di loro, ma dovremmo di certo farli parlare di più e ascoltarli il doppio: per quello che dicono e per quello che fanno capire.
hai ragione, Lucia, dovremmo ascoltarli di più, non certo assolverli quando sbagliano ma incoraggiarli quando fanno qualcosa di buono.
ciao 🙂
ml
Offresi un anno da cinquantenne in cambio di due settimane da ventenne.
Annuncio sempre valido.
tutto sta ad azzeccare le due settimane giuste
🙂
ml
Il pregiudizio c’è e solo evitandolo si riesce a vedere chiaramente… lo dico anch’io, che ho 19 anni e a volte ci casco, nel pregiudizio…
è vero, il pregiudizio è una trappola che non risparmia alcuna età.
sta a noi non cadere nella trappola 🙂
ben arrivata, Penny
ml
Grazie! :))
toh, ero giusto di là 🙂
Che meraviglia che esista ancora qualcuno che non si ferma alle apparenze…cosa rara di questi tempi. Penso che sia una delle cose che detesto maggiormente dell’umanità, il fatto di categorizzare le persone in base a canoni decisi dalla massa. Grazie per la tua onestà, descritta sempre con termini semplici ma tanto efficaci. Ti auguro un buon proseguimento di giornata!
Giulia.
Io mi sono limitato ad apprezzare quello che hanno saputo fare questi ragazzi, in più occasioni.
Ciao, Giulia, grazie a te
ml
E chiamalo poco! Saper osservare è uno dei pregi più importanti al mondo!
Ti auguro una buona giornata,
Giulia.
sei molto gentile.
e buongiorno a te 🙂
E’ la verità, mi piace il modo che hai di scrivere, traduce perfettamente la tua personale visione del mondo…
ti sono grato per il bell’apprezzamento
🙂
prego =)
🙂
l’entusiasmo non ha genere ne tipologia di persone. C’è e si avverte come in questo post dove le esperienze personali si intrecciano con questi ragazzi strani da vedersi ma estrosi nella fantasia.
D’accordo con te, i preconcetti impediscono spesso di apprezzare entusiasmo e risultati
Ciao GianPaolo
ml
è vero. Bisogna leggere le persone senza condizionamenti
sì 🙂
ciao
ciao
per fortuna che le nuove generazione si allontanano dalle vecchie..altrimenti non ci sarebbe niente di nuovo di dire ed inventare. la gioventù ha la ribellione nel sangue e la creatività nel pensiero, la maturità ha la saggezza dell’esperienza e il rimpianto della giovinezza 🙂
M_
ecco, spesso è il rimpianto della giovinezza che a noi delle passate generazioni ci fa ricordare solo le poche cose buone che abbiamo fatto e dimenticare le balordaggini che sicuramente abbiamo compiuto 🙂
ciao Marta, ben arrivata qui
ml
ciao Massimo…io anche di generazione ante quella successiva 😉 devo dire che ricordo ancora tutto, soprattutto le balordaggini e a volte guardandomi mi dico… caspita che vita spericolata!
tu hai una memoria onesta, ma non è da tutti. L’altro giorno un amico inveiva contro la gioventù che ne combina di cotte e di crude, e concludeva con il fatidico “ai nostri tempi”. Quando gli ho ricordato tutto quello che avevamo combinato noi, non un noi generico, io e lui, mi ha guardato strabiliato come faticasse a ricordare e poi è stato tutto un balbettio di bè, sì, in effetti 🙂
Consola leggere questo post, anch’io ho visto all’opera qualche anno fa un nutrito gruppo di giovanissimi che hanno dipinto i corridoi della pediatria oncologica del Policlinico di Bari, dopo aver parlato con i bambini e i volontari. Quel percorso che porta ad entrare e ad uscire dal reparto, che ogni giorno vede arrivare e andar via i familiari, i sanitari e tanti bambini e bambine.
forse anche i tuoi ragazzi erano dell’istituto d’arte 🙂
un abbraccio, Cris
ml
Bravi sì i ragazzi. E bravi tutti quelli che sanno colorare le pareti e i capelli e le strade i muri i cieli con o senza stelle
Eletta
bellissimo questo tuo commento, ne condivido le parole e lo spirito.
Grazie Eletta, un abbraccio
ml
Un abbraccio a te e buona giornata 😉
un sorriso
…ogni generazione ha avuto i suoi giovani “scapestrati”…. dalla presa della bastiglia, dai moti rivoluzionari, dai poeti scapigliati, dagli impressionisti, dai musicisti e dagli scrittori… ogni artista è stato in qualche modo “scapestrato”….
si li guardiamo da lontano, li additiamo e …sicuramente in qualche modo li invidiamo. C’è della terra fertile in ogni campo…. occorre seminare per vedere buoni frutti…
un abbraccio.
m.
condivido tutte le tue parole
un abbraccio a te
ml
che bello Massimo, non solo il dipinto dei ragazzi, ma il tuo sguardo sui giovani che così spesso vengono maltrattati: brutti sporchi e forse cattivi. Mai capito come ci si dimentichi così spesso di essere stati giovani. Però la tua caricatura a dinosauro potevi fotografarla 🙂
hai ragione, avrei dovuto fotografarla allora, ma chi andava a pensare che traslocando la pediatria e mettendo lì un altro reparto, per prima cosa avrebbero dato una mano di bianco a cancellare i dinosauri, come se quelle immagini non potevano un poco allietare adulti malati di cuore?
e sì, a fermarsi alle apparenze, a ‘sti ragazzi non chiederesti nemmeno che ore sono 🙂
ciao Katia
ml
E’ così
🙂