25 Aprile

25 Apr

                                         

In paese era per tutti Pino il pigro, perché di rado tirava fuori l’armonica per concedere alla gente qualche nota in cambio degli spiccioli fuori dalla chiesa. Un barbone, sì, ma prima Pino era stato altro e bello.

L’armonica la suonava sin da piccolo, quando, anziché a scuola per imparare le parole, andava ai campi per rubare i suoni ai grilli e alle cicale. E l’armonica è stato il suo fucile quando se ne andò in montagna, senza un perché preciso, che il mondo lui lo guardava ancora con un sorriso rimasto bambino. Aveva semplicemente seguito gli altri che da Cesnola e da Nomaglio erano saliti al Mombarone, fidandosi di loro che sapevano l’orrore di quel tempo e l’unico possibile rimedio. Il fucile no, nessuno glielo diede, perchè Pino è buono come il pane, ma non è in grado di capire contro chi ha da sparare.

Se ne restava al campo e studiava i tanti suoni del vento e delle cince per inventare musiche che salutassero il ritorno dei compagni. E a sera attorno al fuoco la sua musica struggeva e rallegrava, addormentando infine gli uomini stanchi. Andava avanti tutta notte, suonando steso tra i feriti a mitigare la paura di morire, finchè i loro occhi si chiudevano, forse per sempre.

Una vita tranquilla lontana dai pericoli, che erano gli altri a rischiare la pellaccia, lui non faceva nemmeno la staffetta. L’unica apprensione era il momento in cui facevano ritorno i suoi compagni. Li vedeva spuntare dal crinale sopra Trovinasse e contava e ricontava le sagome lontane, sempre col timore che qualcuno mancasse al suo appello silenzioso. Poi intonava con sollievo una musica gioiosa. Non quella sera, quando risalirono la morena più lentamente del previsto, come avessero un peso sul cuore, non solo sulle spalle. Non gli riusciva il conto al Pino e si guardava incredulo le mani sperando che fossero le dita ad essere sbagliate. Così non era, e così gli si spense il suono tra le labbra. Berto e Luca feriti e catturati.

Il Berto no, il Berto.

Berto, sempre allegro, qualche giorno prima s’era fatto serio: Pino, se capitasse a me, accompagna il mio morire con l’armonica, chiudimi gli occhi con la musica. Poi il partigiano aveva riso con spavalderia, agitando una mano come volesse scacciare il fastidio di un tafano.

Pino tutta la notte a ripensare a quelle parole e all’alba è partito di nascosto, per nascondere il coraggio, che gli altri non lo avrebbero lasciato.

Li ha trovati quasi subito, giù ad Andrate, i suoi compagni, appesi per il mento ai ganci fuori dalla macelleria. Un cartello al collo, e gli ultimi lamenti in gola.

Si è accoccolato ai loro piedi e ha tirato fuori la sua armonica.

Come suonava bene, Pino, con il loro sangue che gli colava in testa, e con quel mezzo sorriso quando prendeva fiato. Ore a suonare, rischiando di morire per le botte che gli davano i marò col calcio del fucile. Loro gli spaccavano le costole e lui suonava scovando fiato e coraggio in qualche luogo misterioso, tra la mente e il cuore. Avanti con l’armonica, fino all’ultima goccia di sangue caduta sul suo capo, il bacio di un amico che va via.

42 Risposte to “25 Aprile”

  1. chiedoaisassichenomevogliono 25 aprile 2024 a 09:59 #

    Buona Liberazione!

  2. flampur 25 aprile 2024 a 11:32 #

    Qualcosa di più tenero e drammatico non avrei potuto leggerlo. Buon 25 aprile sperando che tanti davvero non siano morti invano per questo mondo che non li sta affatto celebrando.

    Franco Battaglia

  3. ilmestieredileggereblog 25 aprile 2024 a 14:18 #

    Mi sono commossa. Bravo, un bellissimo racconto 💚

    • massimolegnani 25 aprile 2024 a 17:15 #

      Ti ringrazio, Pina. Quando pedalo per le colline tra Serra e Mombarone incontro tante lapidi e cippi in memoria di chi ha dato la vita per il nostro benessere politico e sociale. Doveroso ricordarli al modo mio tra immaginazione e realtà.
      Buon 25
      ml

  4. sibillla5 NADIA ALBERICI 25 aprile 2024 a 16:22 #

    struggente!!! buon 25 aprile e che sia anche un risveglio di tanti!

    • massimolegnani 25 aprile 2024 a 17:17 #

      Grazie Nadia, buona giornata di festa e di memoria
      ml

      • sibillla5 NADIA ALBERICI 26 aprile 2024 a 15:39 #

        grazie, in ritardo….gli impegni sociali mi coinvolgono sempre tanto…alcuni impegni…

      • massimolegnani 26 aprile 2024 a 19:18 #

        ..soprattutto questi impegni 🙂

      • sibillla5 NADIA ALBERICI 27 aprile 2024 a 06:28 #

        si certo!!!beh un certo impegno politico ha sempre fatto parte della mia vita…

      • massimolegnani 27 aprile 2024 a 08:03 #

        brava!
        🙂

      • sibillla5 NADIA ALBERICI 27 aprile 2024 a 09:34 #

        da qualche anno mi ero rilassata, la poesia, la mia vecchiaia, fare le cose che mi piacciono soltanto…invece proprio mi tocca ricominciare, ma voglio tenermi degli spazi miei…buona giornata Massimo e grazie

      • massimolegnani 27 aprile 2024 a 09:46 #

        un sorriso

  5. vittynablog 25 aprile 2024 a 21:39 #

    Mi hai fatto piangere da quanto è bello questo racconto!!!! W il 25 Aprile!!! 🇮🇹

    • massimolegnani 25 aprile 2024 a 22:27 #

      Grazie Vitty per l’empatia con cui hai letto il racconto.
      Viva!
      ml

  6. newwhitebear 25 aprile 2024 a 23:08 #

    Si può combattere anche con la musica, con l’armonica. Pino aveva promesso e ogni promessa è debito.

    Un bel racconto per celebrare questa giornata di rinascita.

  7. rajkkhoja 26 aprile 2024 a 09:28 #

    Happy 25th April. Nice & interesting story. I like. Pino, if it happens to me, accompany my dying with the harmonica, close my eyes with music. Massimo!

    Raj!

    • massimolegnani 26 aprile 2024 a 10:08 #

      yes, Pino makes the only thing that he can: he plays the armonica for Berto who is dying.
      thank you very much, Raj
      have a good day
      ml

      • rajkkhoja 26 aprile 2024 a 10:16 #

        Thank you so much, Massimo!Have a good morning!

        Raj!

      • massimolegnani 26 aprile 2024 a 10:23 #

        🙂

  8. Donatella 26 aprile 2024 a 10:05 #

    terribilmente bella per non dimenticare i tanti che hanno lottato con il fucile o con l’armonia. A tutti loro il nostro grazie

    • massimolegnani 26 aprile 2024 a 10:22 #

      quando faccio i miei giri per le colline incontro spesso lapidi sul ciglio di strade secondarie o sui muri delle case di borgate isolate a testimonianza di tante morti, silenziosamente eroiche. L’ultima che ho visto quella di un parroco fucilato sul posto per aver soccorso un partigiano.
      grazie Dona, un abbraccio
      ml

  9. Neda 28 aprile 2024 a 11:45 #

    Massimo, mi trovi con gli occhi lucidi e un grosso groppo in gola che quasi mi toglie il respiro. E una rabbia dentro verso quegli imbecilli che oggi vogliono negare la nostra storia che è la storia di un popolo che si è ribellato alla dittatura e che, prima, si era ribellato anche alla tirannide e voleva diventare solo un popolo unito e libero.

    • massimolegnani 28 aprile 2024 a 12:59 #

      Pino è un personaggio di fantasia, eppure sono convinto che non si discosti dalla realtà di quei giorni. Quanti Pino sono morti o hanno sofferto per la nostra libertà, libertà anche di coloro che ora negano il valore della resistenza!
      Un abbraccio, Neda
      ml

      • Neda 30 aprile 2024 a 14:06 #

        Sarà anche un personaggio di fantasia, ma il tuo racconto era così “simile al vero” da essere, non solo credibile, ma molto coinvolgente.

      • massimolegnani 30 aprile 2024 a 18:40 #

        Questo che dici mi fa molto piacere, grazie

  10. UnUomoInCammino 30 aprile 2024 a 06:14 #

    La guerra civile non è un ritrovo di te con pasticcini. Gli atti cruenti ed efferati vennero commessi da entrambe le parti.

    Alcuni proseguirono, anche dopo, sugli sconfitti, vedi le attenzioni a Ramelli.

    Gli antifascisti imputa(ro)no ai fasci violenza e coercizione come peccato originale ai primi ma li surclassarono su questo.

    Ramelli non fu un caso isolato: ancora “oggi” la maestrina prende su e va in giro (a Budapest) cogli Hammerbände che spaccano il kranio a colpi di martello a coloro che non sono puri e allineati.

    Qualche tempo fa scoprii, dopo gli orrori dei sette fratelli Cervi, quelli dei sette fratelli Govoni. La narrazione si era ben guardata da informarmi sugli orrori subiti da questi ultimi. Ma che strano!?

    La narrazione dei vincitori è che gli altri furono brutticattivicaccadiavolo. Umanamente posso capire ma non è la storia.

    • massimolegnani 30 aprile 2024 a 18:32 #

      D’accordo, la storia la scrivono i vincitori, ma credo che esistano dei punti fermi, obbiettivi. Per esempio, se avessero vinto i fascisti io non avrei potuto pubblicare questo brano senza rischiare il confino o peggio, ne’ tu avresti potuto esprimere qui un dissenso rispetto alla vulgata corrente. E questo lo dico non per supposizione ma guardando la storia di vent’anni di dittatura.
      Buona serata, Uomo
      ml

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