Sonia non aveva ancora mai appoggiato il piede su una roccia né la mano su un appiglio, solo qualche allenamento al chiuso di una palestra su una parete attrezzata, che già Elena, una sua collega d’ufficio, le aveva affibbiato quell’epiteto. L’aveva buttato lì con disinvoltura mentre faceva una punta quasi maniacale alle matite. Mai fidarsi delle temperatrici compulsive, celano perfidie, rivalità, invidie e con quelle punte acuminate non vogliono punzecchiare ma trafiggere. Arrampicatrice asociale era una frecciata maligna, appena velata dal tono che avrebbe voluto essere scherzoso e non lo era. Non era certo la prima battuta che le faceva, Sonia ad occhi aperti, diceva rivolta agli altri quando la vedeva sovrappensiero, oppure Sonia o son desta?, fingendo stupore, le rarissime volte che la sua vittima arrivava al lavoro dopo di lei. Temperamenti differenti i loro, una introversa, di quelle che vorrebbero attraversare invisibili la vita e a questo obbiettivo sacrificano anche i propri pregi, l’altra meno dotata ma chiassosa, sempre pronta a battere la grancassa per svilire gli altri e pubblicizzare se stessa. Giochi di parole di dubbia levatura che scivolavano via nella sommessa indifferenza di Sonia. Quest’ultima battuta invece l’aveva ferita, la trovava profondamente ingiusta. Con quelle due parole Elena in sostanza l’accusava di arrivismo strisciante oltre che di scarso o nullo feeling con il resto dell’ufficio, scambiando perfidamente la sua laboriosità per ambizione e la riservatezza per disinteresse.
Fosse dipeso da me l’avrei soprannominata in altro modo, senza usare alcuna ferocia piuttosto con una certa simpatia, scoiattolino scontroso, per esempio, a rimarcare con benevola ironia due sue caratteristiche, l’agilità del fisico minuto, aerodinamico l’avrei volentieri definito, e l’ombrosità del carattere, più timido che spigoloso. Ma io non avevo voce in capitolo, solo occhi silenziosi che non la perdevano di vista. E in effetti l’avevo vista, una volta, affrontare quella stupenda parete di roccia che si eleva al limitare del bosco tra Extrepieraz e Vollon. Percorrevo in mountain bike il sentiero che costeggia il torrente e mi ero fermato attratto dal vociare di un gruppetto di giovani che si stava esercitando sulla roccia. Lei doveva essere alle sue prime esperienze perché, accanto alla palese predisposizione del corpo, affusolato e scattante, era evidente la titubanza con cui saliva, le dita a cercare con affanno appigli, la perplessità dei piedi a reggere il proprio peso. Era lì a metà parete, ferma da minuti, forse in preda a un breve panico, nonostante la corda doppia che la teneva in sicurezza e la voce tranquilla dell’istruttore che da sotto la guidava. Io la osservavo senza apprensione, ero fiducioso che se la sarebbe cavata, mi sembrava un elegantissimo ragno che immobile aspetta il momento più propizio per lo scatto. Quando la vidi riprendere la breve scalata e con una lenta progressione raggiungere felice la cima, provai un’intima soddisfazione come avessi contribuito in qualche modo alla sua riuscita. Con lo sguardo partecipe? Con le parole che mi erano uscite mute? Forse.
Questa Sonia mi piace molto 🙂
Anche a me 🙂
Mi piacciono le persone che scelgono un basso profilo e fanno piccole sorprese
Ciao Lucy
ml
a me piace quel tipo di umorismo, un po’ alla genovese, crudo e crudele… ma se nessuno ne ride, a partire dalla diretta interessata, perde di senso insistere o rischia di trasformarsi in persecuzione anche grazie alla complicità di chi assiste e tace.
C’e’ una linea sottile che separa l’ironia dal sarcasmo: se si ride con la “vittima” o contro di essa. E le parole di Elena erano contro.
Buona giornata teti
ml
Bella l’immagine del ragno elegante💗
eheh il ragno si arrampica bene 🙂
Ciao Ale
ml
molto bello, come sempre. Buona fine settimana, carissimo ML
Grazie Margot
Anche a te buon weekend
ml
a volte le persone sono cattive e pungono oltre misura. Credo che il tuo muto incitamento le sia arrivato dandole la spinta per arrivare in cima.
Si’, hanno qualcosa che rode dentro, invidia forse, al di la’ delle parole sprezzanti.
Ho voluto mettere al racconto un finale onirico 🙂
Grazie GianPaolo
ml
ciao
🙂
Alcuni passaggi fanno pensare ad una cotta… 🙂 O solo stima?
sorrido, l’equivoco forse è legato al fascino che mi suscitano le donne che non stanno sotto i riflettori, nascondono pregi che tu devi portare alla luce con pazienza 🙂
ciao Bianca
buonanotte
ml
Fascino allora è la parola giusta 🙂 Io apprezzo gli uomini capaci di ciò.
Buonanotte!
🙂
Elena la collega: invidiosa come i mediocri che vorrebbero segare le gambe a chi è
migliore di loro?
Esattamente così, una mediocre che si spaccia per capace e denigra per invidia chi è migliore di lei.
Ciao Neda
un sorriso
ml
Buona giornata Massimo.
🙂
Ciao, volevo ringraziarti per il commento sul mio blog e dato che è da un po’ che ti seguo ti ho nominato qua https://gurdianoflife.wordpress.com/2018/07/30/blogger-recognition-award/
sei gentile ad aver pensato a me.
mi dispiace deluderti ma per scelta non partecipo agli awards, non l’ho mai fatto in passato e non faccio ora.
grazie ancora
ml
Bello e significativo provare soddisfazione per le conquiste fatte da sconosciuti.😊
Credo capiti abbastanza spesso di tifare per sconosciuti, solo che di solito sono interessi momentanei senza che ci mettiamo a immaginare un prima e un dopo nella loro vita che ci esclude.
Buona serata Lucia
un sorriso
ml