Archivio | Maggio, 2023

due o tre cose che so di maggio

29 Mag

                          

Anche quando la bizzarria del clima stravolge i piani e capovolge i mesi, trasformando maggio in un marzo imprevedibile o in un novembre deprimente, ci sono due o tre cose che in queste settimane aspetto e che puntuali arrivano, benefiche come il 27, a confortare l’animo.

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ogni volta un’america (riveduto)

25 Mag

Quando serve non trovo mai la parola giusta per tradurre ciò che sento, dovrei imparare il vocabolario a memoria, sfogliarlo nella testa e, tac, scodellare in scioltezza la parolina esatta. Ma non ci riesco mai. Come stamattina, mi sono svegliato che avevo una specie di nuvola sopra la testa, sai quelle compatte e bianche che basta guardarle e piove. Mi sono alzato perchè credevo che bastasse essere cosciente per far uscire limpida quella pioggia che da sola trasforma la nebulosità in chiarezza di pensiero. E invece niente, sta svaporando in fretta come un’eredità promessa troppo presto, a babbo ancora vivo. Avevo sognato la bellezza, e bellezza non è nemmeno la parola giusta. Avevo nella mente addormentata quella sensazione di bellezza che incontro spesso quando vado, me la trovo davanti che non me l’aspetto, ogni volta un’america, meglio di Colombo, uno stupore per la terra che credevo l’India e non so che nome abbia.

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malinconia di maggio

21 Mag

                                     

È buio a mezzogiorno. Piove a dirotto sulla terrazza, sembra la tolda di un vascello fantasma spazzata dalle onde, o forse è la nave di Fitzcarraldo incagliata come un’utopia nella foresta tropicale.

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Dante e Cesira

17 Mag

                                           

Cesiraaaaa!!

La Cesira, in cucina, sussultò e perse la presa del bicchiere che andò in frantumi nel lavello. Smoccolò tra sé, chiuse l’acqua, si asciugò le mani nel grembiule e si avviò verso la sala con passo non troppo affrettato, strascicando le pantofole di feltro con gli occhi rivolti al cielo. Che diavolo succede?, si chiese a fior di labbra.

Nemmeno il tempo di arrivare e di nuovo la voce, quasi isterica, la investì sotto l’arco della porta:

       CESIRAAA!!

       Madonna benedetta che ti piglia? Stai male?

Suo marito era seduto come ogni giorno al tavolo da pranzo, il Corriere aperto e gli occhiali che gli scivolavano sul naso.

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nuvole nere

13 Mag

                      

Che tu sia viandante, lepre o albero, fa tremare il pelo, i polsi e le foglie questo nero di pece che s’addensa e incombe come un masso.

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volare bassi

10 Mag
c.calati

                                                

Mia sorella accovacciata sul sedile aveva già le mani sulla leva del comando, io ero perplesso ancora prima di salire per sedermi al suo fianco. Era la nostra prima volta sulla giostra degli aeroplanini, lei euforica per quel battesimo dell’aria, io mi sentivo appiccicata addosso la paura con la faccia smarrita di Stanlio, uguali orecchie a sventola, stesso viso bislungo come un punto esclamativo, sai i filmini della domenica senza sonoro (“stagno e olio” li chiamavo io con logica stringente di bambino che s’appiglia alle parole che già conosce) forse per questo nemmeno io parlavo, muto subivo l’avventura sulla giostra. Mi mancava solo la bombetta sotto cui grattarmi disperato la capoccia con espressione affranta assai ridicola. Non ci eravamo ancora mossi ma in cuor mio ero certo, non poteva che essere un disastro.

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il vero e il falso

4 Mag

Mi chiedi di raccontarti qualcosa che sia autentico, niente d’inventato, dai, ma non è facile per me che da anni mescolo memoria e fantasia, il vero e il falso, massimo e Camillo, quel che è successo e quel che non è stato. Mentre scrivo credo a quel che scrivo a prescindere che le cose siano andate davvero come dico. E ora, a districare il tutto è come dovessi dividere la pula dal grano e io non sono il contadino che gli bastava il gesto ampio e semicircolare della pala a far cadere sul cemento dell’aia le due frazioni separate, io provo a lanciare in aria le parole ma queste ricadono com’erano, pure e spurie mescolate.
È che io sono un emerito bugiardo e proprio quando invento e temo di non essere creduto, zac, ci metto la mia faccia che in scrittura è usare la prima persona singolare.
Sono stato sandinista in Nicaragua, ciabattino in Svezia nel primo novecento, scacchista ambiguo in una repubblica del Baltico e sono andato a Rugen ad incantarmi per un seno in controluce. 
Solo sulla carta, tutto questo, spero ti sia chiaro.  Anche se poi a Rugen ci sono andato veramente, come in pellegrinaggio nei luoghi che avevo vagheggiato, e in Nicaragua, bè, era come se, perché avevo fatto mie le avventure di un amico.
Ma tu, diario, insisti, quello vero

E diario sia, sincero. 

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