Archivio | novembre, 2018

viaggio intorno a un faggio

30 Nov
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by c.calati

 

 

L’altro giorno, quando è tornato il sole, avrei voluto restarmene in terrazzo a contemplare il tappeto variopinto delle foglie che si erano distese sopra l’erba. Sono un maestro di contemplazione, io, e di inazione, una sigaretta in bocca e una tazza tra le mani starei ore lì a far scorrere lo sguardo tra prato e orizzonte, e a fare niente mentre gli altri faticano. Continua a leggere

pozzanghere e abissi

28 Nov

photo by margherita calati

 

 

Arrivava in spiaggia prima del sole, quando il cielo iniziava appena a schiarire e Samuel stava finendo di pettinare la sabbia col rastrello. Non era il suo lavoro quello, ma gli serviva per raggranellare qualche euro in più, oltre ai pochi altri che tirava su come bagnino di salvataggio. Fosse stato in California, come spesso fantasticava, lo avrebbero chiamato bay-watcher e avrebbe passato il tempo a rianimare e poi scoparsi bionde pettorute travolte dalle onde. Invece era in Romagna e, con un mare poco più di una pozzanghera, nessuno rischiava di annegare, se non qualche crucco che ci cascava dentro ubriaco. Uno schifo appiccicare le labbra a quelle bocche che puzzavano di birra e crauti e massaggiare quella ciccia tremula, dove da qualche parte, forse, c’era nascosto il cuore.  Continua a leggere

blog e buchi neri

26 Nov

by web

 

 

 

Mi piace navigare nell’etere buio risalendo di blog in blog come tra stelle e pianeti sconosciuti, fino a spingermi anche in altre galassie esterne all’universo noto di wp. Navigo e plano, mi poso, osservo, e qualche volta parlo. Continua a leggere

una breve distopia

24 Nov

by c.calati

 

 

Quando ero piccolo il cielo era solcato dagli aerei. Immagina tanti uccelli di acciaio che ti portavano ovunque volessi andare. Il nonno parla e rimesta nel pentolino le quattro erbe faticosamente raccolte. Continua a leggere

il metodo Donsanti

21 Nov

photo by c.calati

 

 

 

 

Le storie talvolta si nascondono dietro a personaggi dall’apparenza scialba, gente che sta d’istinto lontana dai riflettori. Prendete quel tipo che si tiene mescolato alla folla di via del Corso, quasi timoroso di essere notato, ecco, quello che scantona vedendo il microfono di un sondaggio. Sì, lui, l’individuo dalle tempie strette e dai baffetti ispidi, coltivati come una piccola risorsa. Si chiama Pietro Donsanti, è impiegato come contabile al Consorzio Agrario. Continua a leggere

le uniche chiese

18 Nov
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by c.calati

 

Le uniche che abbiano un senso sono queste chiese della semplicità che incontro  nel mio vagabondare tra le colline canavesi. Continua a leggere

e dovrei scriverne

15 Nov

photo by margherita calati

 

 

A vederla da fuori, era forse una che passava con troppa facilità da un letto all’altro, e se era questo che pensavi di lei non avevi altro da dire. Continua a leggere

il primo mattino del mondo

11 Nov
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by c.calati

 

 

Può piovere per settimane intere, in fondo è il mestiere di Novembre la pioggia, può essere buio a mezzogiorno, com’è successo ieri, tanto da farti temere che non ci sia più un domani, può alzarsi il vento a raffiche siberiane o a folate di scirocco a spostare i coppi e turbinare foglie. Ma poi sempre, una mattina, torna inaspettato il sole. Continua a leggere

la signora che salutava i treni

8 Nov

web

 

 

– Certo che la conosco, commissario, anche se è cambiata molto rispetto a questa foto-tessera; qui sembra una ragazzina, mentre quella che ho in mente io è una signora, una signora già di una certa età. Anzi, noi la chiamiamo “la signora del treno”, che evidentemente qui in stazione non abbiamo molta fantasia. Non abita a Villanova, in paese non l’ho mai vista. Compare all’incirca una volta al mese, ma non ha una data precisa, tipo il 3 del mese o il secondo mercoledì, no, ci ho fatto caso, non c’è una regolarità nella sue apparizioni. Arriva con una valigia piuttosto grossa, di quelle con le ruote, che non hai bisogno del facchino, tanto mica ce l’abbiamo, noi, il facchino. Compra un biglietto per Torino, seconda classe, sola andata e anche se arriva con molto anticipo non entra mai in sala d’aspetto. No, anche d’inverno, va direttamente alla pensilina e aspetta in piedi, praticamente immobile, senza dare confidenza a nessuno. 
Lei si chiederà come faccio a ricordarmi di questa donna, con tutti i passeggeri che partono e arrivano ogni giorno.
Bè, il fatto è che la signora non parte mai.
Quando arriva il treno, lei afferra il manico della valigia e fa qualche passo in avanti scrutando nei vagoni, come se cercasse con lo sguardo lo scompartimento meno affollato. Ma la gente sale e scende e lei sta lì.
Le prime volte il capostazione rimaneva con la paletta alzata ad aspettare, “forza signora” provava a gridare e allora lei scuoteva la testa e lui fischiava il via libera un po’ incazzato perchè c’era cascato un’altra volta. Ora finge d’ignorarla, ma io lo vedo che la guarda infastidito, come se la signora fosse un disturbo alla precisione delle cose, sa come sono i capi, credono che tutto dipenda da loro e che tutti vogliano fargli un dispetto. È l’unico qui che non le vuole bene. Noialtri che lavoriamo qui, ogni volta la osserviamo da lontano e ancora ci speriamo che prima o poi lei parta. Vedesse la dignità con cui si lascia sfilare il treno davanti agli occhi, come una speranza o una delusione, che poi credo siano la stessa cosa. E mentre l’ultima carrozza s’allontana, la signora alza il braccio destro in un saluto composto.
Allora in stazione cala un silenzio strano, siamo tutti fermi, come fossimo sconfitti.
E la signora se ne va con passo lento, per via della valigia. Ha un’espressione seria ma non particolarmente triste. Sembra che stia uscendo dal cimitero, ma non dopo un funerale, no, dopo una visita ormai abituale a qualche suo defunto.
Ma lei, commissario, perchè voleva sapere? La signora non può certo aver combinato guai, non è il tipo, mi creda. Tra qualche giorno dovrebbe ricomparire e magari è la volta che il treno lo prende veramente!

– No, la signora non verrà più a salutare i treni, nè tanto meno a prenderli. L’abbiamo ripescata ieri dal canale e ancora non sappiamo cosa le sia successo.-  Continua a leggere

la festa è altrove

7 Nov

by c.calati

 

Nonostante le quinte d’alberi e i vetri chiusi, lo raggiunge la musica burina del Faccia Bella Village. Continua a leggere